Invitata da Onlykorine
Traccia: A ha sempre amato B di nascosto, non ha mai confessato a nessuno il suo amore (per paura, per vergogna, decidi tu).
Fino a quando decide di dichiararsi ma... è il momento più sbagliato del mondo (decidi tu cosa, matrimonio, festa in famiglia...). E qui non solo scoprirà di essersi sbagliata/o, perché non è B che ama, ma C (scambio di persona? chat? Lettere? Interessi nascosti? Decidi tu!) e il (anche non per colpa sua) il 'momento' prenderà una piega inaspettata.
Mi piacerebbe un Happy ending, ma ti conosco... libera scelta a te! :-)
Il mio intervento: uno dei protagonisti è brutto (la lei o il lui, non m'importa).
Autrice: OneAlterEgo
"Non è umano!" concordò tra sé.
Certo, quelle divine fattezze non potevano appartenere a un comune mortale e lei si ritrovò a inghiottire saliva e timori, sperando di poter sputare fuori almeno una frase di senso compiuto. Era stata risucchiata nella profondità delle sue pozze smeraldine e le sembrò di annaspare nel suo sguardo trafiggente. Lui continuava a parlare senza sosta, quantomeno Rachele lo intuiva dal movimento incessante delle sue labbra piene. A onor del vero, lei non aveva ascoltato alcunché del suo sproloquio ma si era ritrovata, sovente, a staccare gli occhi dai suoi, giusto per riprendere fiato e tornare a connettere con il mondo, e li aveva posati sulla bocca carnosa e, tremendamente, invitante di Ettore.
Non aveva guardato altro fuorché le sue iridi e le sue labbra, forse aveva lanciato qualche occhiata al torace scolpito, alle braccia poderose, alle spalle erculee mal celate dalla stoffa dell'elegante abito blu e alle gambe tornite, ben evidenziate dal taglio stretto dei pantaloni.
Oltre ciò, non aveva osservato nulla - a parte il fondoschiena pieno nell'istante in cui si era voltato, seppur fosse per pochi secondi.
Non aveva ascoltato la sua voce, nonostante Ettore stesse disquisendo amabilmente, da oltre un'ora, di argomenti a cui lei non aveva prestato alcuna attenzione.
A cosa sarebbe servito?
A nulla, l'avrebbe soltanto irretita ancor più.
Conosceva bene la sua voce, d'altronde: l'ascoltava da più di due anni durante l'orario di lavoro, dalle casse di un pc che aveva visto tempi migliori ma che ancora le dava soddisfazioni, come poterlo osservare, estasiata, senza farsi scorgere.
Ora, però, doveva giocare bene le sue carte. Era la prima volta che lo vedeva dal vivo, nonostante lavorassero insieme, e doveva trovare il coraggio di dichiarargli apertamente il suo amore, quel sentimento che aveva a lungo rifuggito e che aveva negato con tutte le sue forze, dapprima a se stessa e, poi, agli altri.
Rachele ripensò a quando, due anni prima, era stata assunta come analista contabile in un'importante azienda tessile e aveva toccato il cielo con le dita, dopo un forzato periodo d'inattività.
Peccato che la firma del nuovo contratto di lavoro avesse portato con sé una pandemia mondiale e, di conseguenza, non aveva mai messo piede nel suo nuovo ufficio. Aveva davvero pensato di necessitare di una macumba: finalmente lo stato di perenne disoccupata, intervallato da stage mal retribuiti o lavoretti precari e saltuari, giungeva al termine, ma non c'era verso di incominciare a lavorare.
Quando aveva perduto ogni speranza, era arrivata una mail, accompagnata da un link per l'accesso a una riunione, con cui le veniva confermata l'imminente immissione in ruolo attraverso lo smart working. Si era entusiasmata nell'immediato, ballando per tutta la casa e tenendo tra le mani uno smartphone ormai desueto che non poteva permettersi di cambiare; poi, aveva realizzato di non saperne assolutamente nulla di piattaforme online, da brava boomer qual era.
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