Aprì gli occhi, erano ormai le nove e mezza del mattino. Un'altra giornata del cazzo all'inferno. Mi alzai, controvoglia, e con uno schiocco di dita mi ritrovai profumata e con i vestiti addosso.
Misi le scarpe e uscì da casa. Camminai per le varie strade degli inferi, quando mi imbattei in una massa di persone che erano prese a guardare una delle vetrine dei tanti negozi.
Curiosa, mi avvicinai anche io, vidi Vox in televisione. Cosa potevano trovare di così tanto curioso in uno schermo? Io la pensavo così, negli anni 30' non c'era ancora la tecnologia, quindi disgustavo tutto ciò fosse di elettronico.
Mi allontanai dalla calca di gente ed entrai in un bar. <Del Rum> dissi, appena mi sedetti al bancone. Subito dopo il barista mi diete il bicchiere desiderato, togliendolo dalle grinfie del cliente affianco a me.
<Hey! Brutta putt-> esclamò lui, ma non fece in tempo a finire la frase che le parole gli morirono i gola non appena mi guardò. <Come scusa?> dissi, voltandomi verso l'uomo.
<N-no n-nulla> iniziò a balbettare lui, un ghigno inquietante si fece spazio sul mio volto. Lo strattonai dalla camicia, poi, senza troppo sforzo, lo lanciai verso un tavolo da biliardo.
Tutti mi guardarono terrorizzati, <Che avete da guardare voi?> dissi, dopo essermi resa conto di avere gli occhi addosso di tutto il bar. Essi tornarono a farsi gli affari loro, come se non fosse successo nulla.
Decisi di avvicinarmi al piccolo palco della Pole dance che si trovava in un angolino del locale. Sorrisi vedendo "il ballerino" che stava al centro dell'attenzione, Angel Dust. Mi accesi una sigaretta e rimasi a osservare lo spettacolo davanti a me.
La musica cessò, e così fece anche il protagonista. Questo fece fare un urlo contrariato alla folla, desiderando di più.
I soliti puttanieri. Per la prima volta nella mia vita mi ritrovai d'accordo con la mia coscienza.Decisi di aspettare Angel nel suo camerino, spensi la sigaretta sulla spalla di un uomo, esso gridò dal dolore. <Aia! Tu, brutta troia!> disse, guardandomi. La gente lo guardava dispiaciuto e terrorizzato, povero, non sa con chi si è messo a che fare.
Lo guardai un attimo, poi spostai lo sguardo sul bicchiere che tenevo in mano, in pochi secondi l'oggetto si era frantumato contro la sua testa. Gli tirai un punto sul setto nasale, poi un calcio sui testicoli. L'uomo cadde in ginocchio, mi accasciai a terra, così da prenderlo per il colletto e guardandolo negli occhi.
<Non osare mai più parlarmi in questo modo, altrimenti la prossima volta sarò costretta a strapparti la testa dal corpo e aggiungerla alla mia collezione, mi sono spiegata, caro?> lui annuì, impaurito.
<Bene> dissi, poi mi voltai e mi diressi verso il retro-scena. <Malìa, tesoro, da quanto tempo! Sei venuta per-> <No, Valentino, non sono venuta per diventare una delle tue puttanelle>risposi, mettendo subito le cose in chiaro.
Andai nel camerino di Angel, aspettandolo seduta sulla sedia del trucco. <Malìa! La mia puttanella preferita!> esclamò il ragazzo difronte a me, appena entrato nella stanza. <Hey troietta, come va?> dissi io, restando al suo gioco.
<Potrebbe andare meglio, all'Hotel non viene nessuno e Charlie ci fa due palle così> esatto, proprio la principessa degli inferi, la figlia di Lucifero. Un essere così crudele, il Diavolo, invece la figlia era stata cresciuta con unicorni e arcobaleni. Credeva che ci fosse del bene in tutto e in tutti, ma non si è resa conto di essere all'inferno.
<Crede che qualche demone verrebbe da noi per redimersi e andare in paradiso> disse Angel, annoiato. Vidi l'orario, erano le tre e un quarto del pomeriggio. <Tesoro, credo proprio di dover andare. Sai, non vorrei incontrare vecchie conoscenze spiacevoli>.
Spiacevoli? In lui nulla è spiacevole, Malìa. Angel sapeva di chi mi riferivo, gli avevo raccontato tutto, da cima a fondo. Annuì, poi si guardò allo specchio e si diede una sistemata, si rivestì in fretta e si alzò, raggiungendomi davanti alla porta.
Camminammo insieme per un paio di miglia, poi lui prese un'altra strada, che conduceva all'Hotel. Potresti andarci. Magari un altro giorno, avevo bisogno di tornare in casa. Sapere che lui si aggirava per le strade dell'inferno mi faceva venire i brividi.
Avanti, lo sappiamo entrambe che non lo odi, e non lo odierai mai. Sta volta ti sbagli, coscienza del cazzo! Mi aveva letteralmente pugnalato alle spalle, segnalandomi alle autorità. Non glie lo perdonerò mai.
Se avessi potuto gli avrei augurato di bruciare nelle fiamme degli inferi, c'è già, brutta idiota, e con lui ci sei pure tu. Non ascoltai quella voce irritante che si trovava all'interno della mia testa. Continuai a camminare, soffermandomi in un negozio di abiti eleganti.
Entrai, alla vista di tutti quei vestiti così formali mi si illuminarono gli occhi. Mi guardai un po' intorno, mi fermai su un capo verde smeraldo, aveva uno scollo a croce dietro la schiena e sulle spalle, con esso si abbinavano anche dei guanti del medesimo colore.
Era stupendo, se non fosse per il tuo fisico, cara. Più parlava e più non la sopportavo. Ormai questa storia andava avanti da più di settant'anni. Ebbene si, sono quasi settantacinque anni che mi trovo in questa merda di posto, strano vero?
Sono quasi settantacinque anni che cerchi di ammazzare quel bastardo. Sta' zitta cazzo! Tornai a concentrarmi sul vestito e, autoconvincendomi, decisi di "comprarlo". La cassiera, appena mi vide, iniziò a tremare dalla paura, mi lasciò tornare a casa senza aver pagato e con l'abito sotto al mio braccio.
Camminai lungo le strade di quella schifosa città, stando attenta a ogni demone che si trovava intorno a me. Tornai nella mia abitazione, posai il capo appena acquistato e mi sedetti sul divano. Feci il grande errore di accendere la televisione, su di essa c'era un Vox.
C'era solo lui, Malìa? Non risposi alla domanda, fatta dalla mia coscienza. Spensi immediatamente, o meglio, lanciai il telecomando contro lo schermo, rompendolo. Mi sdraiai sulla superficie a cui mi ero appoggiata e chiusi gli occhi.
Rimasi qualche minuto in quella posizione, poi sbuffai. Lì dentro era una noia mortale, però non potevo nemmeno rischiare di incontrare persone indisiderate in giro. Che palle, ero costretta a rimanere in quel buco di casa a girarmi i pollici.
Perché non andare all'Hotel? Non oggi, potrebbe esserci lui già per strada. Non volevo incontrarlo, ma se lo avessi rivisto, dopo così tanti anni, non ci avrei pensato due volte a vendicarmi. Ma che dici, non ci credi nemmenl tu, non gli faresti mai del male.
Coscienza di merda! Decisi di riposare un po', sperando di addormentarmi e far passare il tempo, e così riuscì a fare. Mi lasciai cadere tra le braccia di Morfeo, mentre pensavo a qualche piano su come vendicarmi di quel figlio di puttana.
Angoletto Autrice
Ciao lettori! Ecco a voi il nono capitolo, anche se in teoria dovrebbe essere il primo, ma questi sono dettagli! Ci siamo spostati all'inferno, finalmente al luogo dove inizierà la vera e propria storia, ora non vi dico più nulla, vi lascio alla vostra lettura!
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My Dear // Alastor
RandomIl fato fa sì che due assassini si incontrino, provando ad uccidersi a vicenda, ma c'era una cosa che il destino non aveva calcolato, i due si sarebbero innamorati. Purtroppo la vita fa brutti scherzi, e questo fu un brutto scherzo per Malìa, che ve...