2 ~Amore?~

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Urla
Spari
Sangue
Alastor
Cacciatori
Polizia
Casa
Me
Questa scena si trovava nella mia testa da diversi giorni. Non riuscivo a sognare altro.

Ormai era una settimana che vivevo da Alastor, ma in questi 7 giorni non facemmo nemmeno un omicidio. Avevo bisogno di sfogarmi contro qualcuno, queste immagini che si presentavano nella mia mente ogni notte mi stavano facendo uscire fuori di testa.

Mi misi un vestito color azzurro che mi arrivava fino al ginocchio, poi presi la mia borsa dove all'interno si trovavano le apposite armi da usare contro la vittima. Mi misi delle ballerine e presi la copia di chiavi che mi era stata fatta da Alastor.

<Mia cara, dove stareste andando?>mi fermò l'uomo. <Oh signor Alastor, buonasera. È ormai una settimana che non mi sfogo contro qualcuno, quindi stavo andando a rimediare> risposi con un sorrisino compiaciuto.

<Bene, allora aspetti qualche minuto, mi metto la giacca e la raggiungo> disse, per poi dirigersi verso la sua camera da letto. Feci come disse e, dopo un paio di minuti lo vidi tornare nel salotto con solo il cappotto addosso.

<Signor Alastor, e le vostre armi?> <Oh no cara, vengo con lei solo per osservare la sua strategia di omicidio. Non vorrei sporcarmi le mani>.
Come se non le avessi già sporche.
Annuì e uscimmo di casa, andammo nel solito bar dove incontrai per la prima volta Alastor.

Vedemmo una coppia appoggiata al bancone, ridevano e parlavano di cose senza senso.
Sono ubriachi.
Approfittammo del momento della bronza e ci avvicinammo. <Un altro giro per i due> dissi al barista, indicando i ragazzi seduti al mio fianco.

Quest'ultimi mi guardarono curiosi, poi mi presentai. <Piacere, Malìa. Vi avevamo visti soli e io e mio marito avevamo pensato di farvi compagnia>,Alastor appena sentì la parola "marito" si girò di colpo verso di me, intento a fulminarmi con lo sguardo, poi si girò verso di loro e mostrò il suo solito sorriso a 32 denti.

<Alastor, molto piacere> disse per poi porgere la mano alla coppia. Parlammo un po' con i due cosicché si fidassero di noi, poi li invitammo a fare una passeggiata vicino casa nostra.

<Ma questo non è un campo da caccia per cervi?> chiese la donna, <si, ma sa, a noi due piace molto la natura, quindi abbiamo acquistato casa qui vicino>dissi io con fare amichevole, quando di amichevole nelle mie intenzioni non c'era proprio nulla.

Li mandammo avanti a noi, l'uomo mi guardò incerto, poi seguì la moglie.
Non si fida. Beh come potrebbe.
Dopo qualche minuto di silenzio, stanca di attendere, presi la donna per un braccio e la feci voltare verso di me, poi presi dalla tasca un coltellino svizzero e gli tagliai la gola.

Essa iniziò ad urlare affinché qualcuno la sentisse, ma ormai fu troppo tardi. Cadde sulle ginocchia con il sangue che si spargeva sull'erba. L'uomo si girò di scatto sentendo le urla della moglie, e quando la vide accasciata al suolo i suoi occhi diventarono lucidi.

<Che cazzo hai fatto stronza!> mi urlò contro, mi avvicinai cautamente nella sua direzione e, quando vide il mio volto compiaciuto, iniziò a correre per tornare indietro.
Coglione.
Non gli lasciai nemmeno un secondo in più per scappare che presi dalla giacca la mia pistola, la caricai e sparai un colpo nella sua direzione.

Gli presi la spalla, si sentì un gemito di dolore soffocato provenire dalla sua bocca.
Questo bastardo non si arrende.
Mi presi qualche secondo per prendere la mira, poi sparai, il suo corpo cadde semza esitazione in una grande pozza di sangue.

Riposi la pistola a terra insieme allo zaino, poi da quest'ultimo presi una pala. Mi misi a scavare una fossa abbastanza grande per i due corpi, tutto questo sotto gli occhi di Alastor. <Che carina, li seppellisce insieme> mi prese in giro l'uomo.

<Signor Alastor, è già tanto che li sto seppellendo, se fosse stato per me li avrei divisi in piccoli pezzettini e li avrei dati in pasti ai cani> risposi io con disgusto, guardando i corpi delle due vittime, ormai decedute.

Sentimmo degli applausi dietro di noi, così ci voltammo e vedemmo l'ultima persona sulla faccia della terra che avrei voluto incontrare. <Tu.> dissi riferendomi alla figura, con una punta di disprezzo nella voce.

<Esatto, bambolina, proprio io>.
Fottuto Nick.
Alastor ci guardò confuso, gli simulai un "dopo ti spiego", poi ritornai con lo sguardo sul quel bastardo che si stava avvicinando nella mia direzione.

<Che cazzo vuoi, Nick> <Oh nulla nulla, non posso rimanere qui a osservare te che togli la vita a qualcuno?> rispose tranquillamente.
Non me la bevo, non è da Nick non chiedere "favori".
<Avanti stronzo, non sono così stupida da non capire che vuoi qualcosa>.

<Calma bambolina, te lo dirò, ma non adesso che c'è lui> disse rivolgendosi ad Alastor. Si avvicinò di colpo verso il mio orecchio sussurrando "domani, ore 17 e 30 ti voglio al bar". Poi senza neanche aspettare una mia risposta, tornò indietro, scomparendo tra la vastità di alberi che si presentava intorno al campo.

Raccolsi le mie cose dal prato e mi incamminai verso casa mia e del mio partner. <Mia cara, chi era quello stronzo?> <Un coglione>risposi ovvia all'uomo accanto a me. <Questo lo avevo capito, ma non capisco che cosa vuole da lei>.

<Allora vorrà dire che ti dovrò spiegare tutto da capo> dissi mentre infilavo la chiave nella serratura. Posammo la nostra roba vicino al divano e ci sedemmo su di esso. <Io e Nick ci conosciamo da molto tempo abbiamo passato parte della nostra vita insieme. Ci fu un periodo in cui ci mettemmo insieme, eravamo innamorati, o per lo meno io lo ero> dissi, facendo una pausa.

<A quei tempi ero molto insicura del mio corpo>
Solo a quei tempi, Malìa?
Non ascoltai la voce nella mia testa e continuai. <Iniziò a prendermi in giro per il mio fisico e a violentarmi. Non faceva altro che giudicarmi e a usarmi a suo piacimento>,delle lacrime minacciavano di uscire, ma non glie lo permisi, non davanti ad Alastor.

<Alcune volte capitava che mi prestasse ad alcuni suoi amici in cambio di soldi, solo per una notte di sesso e piacere. Riuscì solo dopo 2 anni a denunciarlo, da lì ho un conto in sospeso con lui per averlo mandato in prigione>. <E i suoi coetanei che fine hanno fatto?> chiese l'uomo, intento ad ascoltare il mio racconto.

<Oh, tengo le loro teste come ricordo sotta al letto di casa mia, così quando ogni giorno mi svegliavo osservavo i loro volti e ricordavo le loro odiose urla mente gli strappavo gli organi dal corpo>, dissi con tutta la tranquillità del mondo.

Alastor non sembrò stupito, però vidi una nota di tristezza sul suo viso. <Mia cara, si è fatto tardi. Credo proprio che sia ora di andare a dormire>, cercò di rompere il ghiaccio dopo qualche minuto di silenzio, poi annuì e augurai la buonanotte al mio partner.

Tolsi il vestito, ormai sporco di sangue, e misi la mia solita vestaglia color porpora. Misi tutto ad un angolo della camera, cosicché il giorno dopo sarei riuscita a lavarli, e mi misi nel letto, sperando di dormire seneramente.

My Dear // Alastor Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora