1- LA NUOVA VITA

20 2 0
                                    

AMBER

All'uscita dall'aeroporto della Florida, era quello il posto che mi era capitato, mi sentì come se avessi ricominciato a vivere, tutte quelle ore dentro all'aereo stavano cominciando a risultare pesanti.

Presi un taxi, <<Dove la porto signorina?>> Mi domandò l'autista, <<Vorrei saperlo anch'io>> risposi pensierosa, l'autista mi guardò confuso,<<mi scusi stavo parlando con me stessa, mi porti al Dartmouth College, per favore>> ribattei, l'autista annui ancora confuso e probabilmente pensando che fossi pazza.

Una volta arrivati guardai l'enorme edificio davanti a me, era dipinto di bianco, le finestre avevano le rifiniture nere e mi è sembrato di intravedere un campanile ma non ne sono sicura.

Entrai e mi guardai intorno, i corridoi erano giganti e le pareti ricoperte di armadietti, alcuni gruppi di persone mi guardavano come se fossi un alieno, ammetto che non ero al massimo del mio splendore ma non credevo di essere messa così male.

Chiesi a un gruppo di ragazze dove si trovava la segreteria, una ragazza si è offerta di accompagnarmi, sorrisi davanti a questo gesto gentile e accettai volentieri, anche perché sennò mi sarei sicuramente persa.

Arrivata davanti alla all'ufficio della segreteria,entrata mi trovai davanti una donna di mezza età impegnata a cercare qualcosa sul computer, tossì per farmi notare e quando si accorse che non era sola i suoi occhi si alzarono su di me immediatamente.

<<Hai bisogno?>> Mi chiese scocciata la segretaria, <<si, ecco...sono nuova, devo prendere la stanza del dormitorio e il codice del mio armadietto>> risposi con un filo di voce all'idea di essere un fastidio per quella donna,era il suo lavoro dopo tutto.

La segretaria si alzo, e si diresse a una cassettiera dietro alla sua scrivania, apri alcuni cassetti e tiro fuori una chiave con un porta chiavi su cui era scritto il numero della stanza, e un foglio con sopra il codice del mio armadietto.

<<Grazie>> sussurrai alla segreteria e lei mi liquido con un segno della mano, un po' sconvolta dalla sua arroganza uscì dalla stanza.

Mi accorsi che la ragazza che mi aveva aiutato mi stava aspettando fuori, prima non l'avevo guardata bene, è veramente una bella ragazza.

Ha gli occhi verdi e i capelli rossi, è vestita con dei jeans a zampa d'elefante neri, una maglione corto beige e delle Adidas nere.

<<Hai finito? Sei riuscita ad avere tutto?>> Mi chiese sorridendo <<si, grazie. Anche se la segreteria non era molto felice di vedermi>> dissi scettica.

<<Tranquilla fa così con tutti, ci fai l'abitudine, allora?>> Chiese e io alzai un sopracciglio confusa <<in che stanza sei?>> Spiegò, <<mhhh, nella 134>> affermai e i suoi occhi iniziato a brillare dall'entusiasmo, <<Anch'io sono nella stessa stanza>> disse sorridendo.

Stranamente questa notizia mi tranquillizzo, <<basta che vai al terzo piano a destra e trovi la stanza, io ora ho lezione ma ci vediamo dopo che ti spiego un po' come funziona, ok?>> Chiese e io annuì ma quando lei fece per girarsi la fermai <<non mi hai detto come ti chiami>> dissi con fare interrogatorio <<oh giusto, io sono Anne>> rispose prima di rimettersi in cammino.

Era una ragazza sicuramente strana, ma allo stesso tempo raggiante, aveva l'aria spensierata e faceva venire voglia di ballare in mezzo alla pioggia anche solo guardandola, spero che quella scintilla non si spenga quando si renderà contro che quella pioggia un giorno diventerà acido.

YOU BELONG TO ME Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora