9- HOMBRE FUERTE

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THEODORE

Non la vedevo da ore e non riuscivo più ad aspettare, quindi, mi sono precipitato alla sua porta.

<<Tu?>>
<<Sono felice anch'io di vederti ma di solito si inizia con un 'ciao', non credi?>> Cercai di ironizzare ma lei non si mise a ridere, restò lì ferma a fissarmi storto.
<<Cosa vuoi?>>
<<Questo.>> Dissi prima di sbatterla al muro e baciarla, ho aspettato questo momento fin da quando lo vista la prima volta e cazzo, era meglio di come l'avevo immaginato, e una volta assaporato non avrei più potuto smettere.

Lei stranamente non mi respinse come mi aspettavo, ci pensò sicuramente da come mise le mani sul mio petto con poca convinzione sul da farsi, ma alla fine ricambiò e si lasciò trasportare.

Le mani che prima erano sui suoi fianchi scendevano sempre più giù sul fondo schiena, puntando al suo culo fasciato da dei jeans neri e lo strizzai un po' anche solo per la soddisfazione, capì che quel gesto gli era piaciuto perché un piccolo ansimo gli uscii dalla bocca.

Avrei voluto andare più in fondo ma...il campanello.

<<Aspetti qualcuno?>>
<<La pizza.>> Scoppiai a ridere non tanto per la risposta in sé ma per come la pronunciò, come se fosse la cosa che odiava di più, probabilmente per averci interrotto.

Prima che potesse farlo lei spalancai la porta per prendere la pizza, ma quello che mi trovai davanti non era decisamente il fattorino, di più direi un coglione che si sarebbe dovuto levare dalle palle. Ero stato fin troppo paziente? Pensavo di aver espresso bene il concetto, se si sarebbe avvicinato gli avrei spaccato la faccia.

Ma lui era ancora lì. Davanti alla sua porta. Lucas.

Lui mi guardò confuso <<Che ci fai qui?>> Mi domandò
<< Potrei farti la stessa domanda>>
<<Sono qui per vedere Amber>>
<<Che peccato, è impegnata. La potrai vedere..mh..che ne dici di 'in un'altra vita'?>> Lo sfidai con lo sguardo e continuò così finché il suo sguardo si spostò in una nanerottola al mio fianco,
mi veniva sempre da ridere no tanto la nostra differenza di altezza ma in quel momento ero troppo infastidito.

Sbuffai perché sapevo che avrei assistito alla scena più straziante e rompicoglioni della storia.

<<Avevi bisogno?>> Ma che razza di domanda era? era ovvio che voleva solo farsela, nessuno arriverebbe a quest'ora altrimenti.

<<Si, volevo chiederti se domani ti andava di uscire con me?>>
Trattenni la voglia di prenderlo per il collo e sollevarlo contro il muro, sarebbe indecoroso farlo davanti a una principessa.

Lei rimase visibilmente in difficoltà, non sapeva cosa dire, e avere entrambi a fissarla in attesa di una risposta sicuramente non la aiutava.

<<Ecco..grazie, ma domani devo studiare, sono parecchio indietro e non posso rimandare>>
Questa risposta aveva un odore, una puzza. Di bugia.

Sorrisi davanti a quella scusa ridicola mentre il ragazzo davanti a me rimase deluso.

Davanti alla sua faccia sconsolata mi era venuto l'impulso di fargli la linguaccia ma mi trattenni, sarebbe risultato troppo infantile e probabilmente Amber mi avrebbe mandato via a calci.

<<Ora è meglio se ve ne andate, entrambi.>> Andarmene mi pesava visto che avrei voluto continuare il "discorso" di prima ma rispettai le sue scelte e non insistei.

Aspettai che iniziasse a camminare Lucas per assicurarmi che se ne andasse e poi gli andai dietro, una volta arrivato nei corridoi del dormitorio maschile mi suonò il telefono.

<<Dimmi>>
<<Abbiamo un problema>>
<<Arrivo.>> Era già una serata di merda per colpa di quella interruzione, ci mancavano solo dei problemi.

Tornai indietro e mi diressi alla mia moto, fortunatamente non l'avevo lasciata a casa sennò avrei dovuto perdere tempo aspettando l'autista.

Dopo qualche minuto mi ritrovai davanti al magazzino, dei dipendenti mi aprirono la porta del garage, una volta dentro scesi dalla moto e mi guardai intorno per capire cos'era successo.

Mi sembrava tutto normale, le stampanti andavano, la carta venivano tagliata con le giuste misure e i dipendenti stavano facendo il loro lavoro.

Loris, il supervisore mi si parò davanti con una faccia Preoccupata.

<<Che succede?>>
<<Ecco..signore..stavano facendo la consegna come al solito..>> Farfugliò
<<Arriva al punto.>> La mia pazienza era già al limite quella sera
<<Sono stati rapinati.>> E qui la mia pazienza mi salutò
<<Fammi capire, degli uomini grandi e forti si sono fatti fottere da dei rapinatori del cazzo? Dove sono?.>>
<<Mi dispiace, sono nella stanza 2C>>

Mi diressi subito alla stanza che con mia piacevole sorpresa li vidi già legati alle sedie e con la bocca tappata.

Presi una sedia dal lato della stanza e la girai al contrario, mi ci sedetti sopra e appoggiai le braccia allo schienale.

<<Allora..fatemi capire>> iniziai a parlare con voce calma
<<Due hombre fuerte come voi, sono stati rapinati, mh?>> E loro annuirono in preda all'ansia, Loris entrò nella stanza e io mi girai con la testa verso di lui .

<<Di quanto stiamo parlando??>> Chiesi per curiosità
<<Centocinquanta..Mila>>

A quel punto la mia ira scoppiò, mi alzai, presi un coltello tra le armi appese alla parete sinistra e la conficcai nello stomaco di uno dei due che iniziò a tossire sangue.

Ma era troppo poco volevo più soddisfazione, lasciai il coltello e presi una mazza.

Iniziai a colpirlo ripetutamente, intanto l'altro uomo iniziò ad agitarsi sulla sedia spaventato nel vedere quella scena.

<<Andiamo, fai questo lavoro da anni e ti spaventi così facilmente? Loris lo avevo detto era meglio assumere quella donna, ormai hanno più palle degli uomini.>> Scoppiai a ridere per la scena patetica che avevo davanti agli occhi.

<<Liberati dell'altro.>> Ordinai a Loris e lui annuì.

Uscii dalla stanza e andai a lavarmi le mani ormai sporche di sangue.

Subito dopo presi la moto e mi diressi a scuola verso i dormitori, avevo bisogno di risposare, era stata una giornata stancante.

Mi feci una doccia calda, mi midi dei boxer e dei pantaloncini e mi misi a letto.

Cercai di addormentarmi ma i miei pensieri andarono a lei.

Presi il telefono e guardai la telecamera del peluche, notai che aveva spostato il peluche con lo sguardo verso il letto e la guardai dormire profondamente.

Sembrava un angelo, e mi sentii un po' in colpa.

I dubbi mi assalirono.

E se scoprisse tutto e gli facessi schifo? chi vuole un uomo così? Non voglio farla soffrire ancora di più, l'ho visto il lato oscuro nei suoi occhi, lo vedo ogni volta che la guardo.

Forse sarà meglio prendere le distanze per un po'.

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