Emory:7

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'fall in love with you.'

8 anni prima

«mi stai facendo disperare, ma che cazzo. Stai diventando un grosso problema»

Le ginocchia mi tremano e muovo convulsivamente i piedi sotto il tavolo, la mano che tiene la forchetta trema e gli occhi bruciano.

«è del semplice pollo, prima ti piaceva, queste mo sono tutte fissazioni» tuona papà al mio fianco.

Poso la posata e bevo un sorso d'acqua per far scomparire il gruppo che sento crescere in gola.

«sei uno scheletro, solo ossa»

Lo stomaco mi si chiude ma lo stesso la mia bocca continua a masticare.

Però non scende e mi salgono solo conati di vomito, ma contraggo la mascella e soffoco  forchettate intere di tutto quel pollo in bocca, solo che nel piatto non diminuisce mai.

Mi viene da vomitare.

«cosa vuoi mangiare domani? Cazzo ma te ne rendi conto? Sei un cadavere» dice mia madre seduta di fronte a me.

"Vorrei solo potervi dire che non sono fissazioni, sono solo piena... Non ho fame, le fissazioni me le state facendo venire voi diamine"

Voglio piangere.

Attendo che il mio supplizio finisca e che mamma sparecchi, nel frattempo afferro le cuffie e le infilo nella tasca della felpa mentre contribuisco a sparecchiare per poi scappare in camera.

Prendo cuffie e taccuino, e con la stanza che rimbomba solo di "love you more than me" inizio a scrivere, perdendomi tra le parole che si incontrano, le righe che si sovrappongono e lettere che si perdono.

'io ho fame ma a volte capita che io non l'abbia. Capita a tutti no? Sono magra, mi si vedono quasi le costole. Oggi ho riso con un'amica. Sono andata dal preside con Andreas, lo volevo uccidere. È giusto che io sia così? Ho fatto ritardo. Sono troppo magra però ho le cosce un pochino grosse, ma io mangio, a me piace mangiare. Ho ansia. Non mi capiscono. Ho 16 anni e peso 55 Kili, è giusto? Andreas. Mi manca tanto l'estate. Tra qualche giorno ho il compito di matematica. Andreas. Mi sento così sbagliata. Sono nel blocco del lettore. Ho un'amica a cui tengo particolarmente. Andreas. Voglio viaggiare. Mi fa male la pancia ora, mi sta salendo un conato di vomito."

Lancio la penna e mi precipito verso il bagno con il vomito in gola, ma quando mi riverso contro il gabinetto sento i passi di qualcuno avvicinarsi. Corro a chiudere la porta e mando giù quanto più posso la nausea per mettermi seduta al gabinetto, come se non mi ci fossi appena riversata.

Mamma spalanca la porta ed io avevo appena finito di asciugarmi le lacrime.

«amore, prima ho sbagliato. Non volevo dirti che sei un problema, è che ultimamente non stai mangiando più. Noi ci teniamo a te, e ti amiamo con tutto il nostro cuore... Lo sai. Dai, vieni a vedere un film con noi! Abbiamo messo il tuo film preferito.»

'fate sempre così...'

Annuisco e con la scusa di dovermi lavare i denti, attendo che si allontani e cercando di non fare troppo rumore, riverso tutto quello che avevo.

Mi sciacquo la faccia e ritorno verso il salotto, sedendomi a vedere il mio film Disney preferito; la bella addormentata nel bosco.

E con il calore delle loro coccole penso che non sono loro il problema, lo sono io, perché nonostante il loro calore ho freddo.

Afferro il telefono per rispondere ad uno dei mille video inviatomi ma questa volta non è Martha ad avermi scritto (o meglio, oltre ai suoi video su bambini che cadono e citazioni o libri di Dostoevskij) ma un numero sconosciuto.

'ti prego non piangere'.

«ma insomma, sei sempre su quel cellulare. Non presti mai attenzione ad altro. Siete fissati con quel coso!» mi grida papà.

Lo appoggio a lato e mi concentro sul film che ora è diventato un documentario di politica.

Gli occhi mi si chiudono e la mente ripete solo la giornata di oggi, ricordando svariati momenti, tutti dove ero arrabbiata con Andreas.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 11, 2024 ⏰

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