IX

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«Vivere, mi Lucili, militare est»
'Vivere, caro Lucillo, significa combattere'

Seneca, "Epistulae morales ad Lucilium", 96,5

Seneca, "Epistulae morales ad Lucilium", 96,5

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La suola delle mie scarpe batte forte sul pavimento mentre percorro ogni passo per raggiungere la stanza Riddle.

Mentre mi dirigo verso la sua stanza a passo spedito, senza voltarmi indietro, mi domando cosa farò quando arriverò lì.

Di preciso non so perché ho preso questa decisione improvvisa.
Ho agito d'impulso e dettata dalla rabbia per aver ricordato tutto, ovvero dopo aver rammentato il nostro incontro acceso, il mio istinto ha deciso di andare dritto da lui.

Non so ancora con certezza cosa gli dirò quando me lo troverò davanti, ma ho una sola certezza assoluta: nel mio cervello si stanno svolgendo tantissimi scenari di come potrebbero andare le cose.

Quando ho ricordato il nostro incontro, la nostra conversazione e di come ha cercato di uccidermi ancora, ho provato una tale rabbia che non credevo nemmeno di possedere.

Forse la mia rabbia è cosi alta perché per un secondo, quando ero nel mio stato di incoscienza, ho sperato che la persona che mi avesse aggredito non fosse lui.
Ma ovviamente, come sempre, mi sono sbagliata categoricamente.
Il fatto di aver rimosso per l'impatto il nostro incontro mi ha fatto imbestialire ancor di più.

Ho capito che non vuole avermi tra i piedi, come non lo voglio avere nemmeno io tra i miei.
Capisco che vuole difendere i suoi interessi e vuole tenere all'oscuro la faccenda di Olivander, ma questo non gli da il diritto di provare a decidere sulla mia vita.

Ha provato ad ordinarmi di andarmene di qui.
Vi rendete conto?
Si aspettava davvero che io accettassi senza dire una parola e per accontentare il suo ego smisurato avrei acconsentito e avrei abbandonato la scuola?

Il solo pensiero che lui può fare ciò che gli pare su di me, mi fa imbestialire ancor di più.
E fa aumentare il ritmo dei miei passi.

Non vedo l'ora di incontrarlo e di sfogare tutta la mia rabbia su di lui.

Lui non ha il diritto di dirmi cosa devo fare.
E non ha assolutamente il diritto di cercare di uccidermi quando gli pare e piace.
Ho una vita da portare avanti e ora che ho la possibilità di viverla come vorrei, non mi farò di certo spaventare da un tipo come lui.

I tipi come lui li conosco bene.
Sono i tipi che credono di avere il mondo ai loro piedi, fregandosene completamente degli altri e credendo che tutto gli è comunemente concesso.
Credono che tutti stiano ai loro ordini e che tutti siano dei semplici burattini da manovrare a loro piacimento, per soddisfare i loro bisogni.

Until Death | Mattheo Riddle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora