Interludio

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N.d.A. Questo capitolo funge da passaggio, operando alcuni salti di trama, tra una missione principale e l'altra. Al centro del capitolo, un 'missing moment', una scena di intermezzo totalmente inventata che si colloca parallelamente all'avventura di Kratos e Freyja a Vanaheim. Per chi non è a completa conoscenza della storia del gioco, segue un rapido riassunto di quanto accaduto tra questo capitolo e il precedente.

Atreus ha litigato con Kratos, di ritorno da Alfheim. Lasciata la tavola, Atreus si è chiuso in camera. Addormentatosi, si è risvegliato nel Bosco di ferro, un luogo creduto leggendario. Il ragazzo però non sta sognando, ma si è realmente trasferito in un luogo accessibile ai Giganti, ritrovandosi in compagnia di Angrboda, una ragazza di stirpe Jötunn, unica superstite dei Giganti. Dopo qualche avventura insieme, e dopo aver appreso qualcosa in più sui Giganti, Atreus scopre una terribile profezia: decide di tornare a casa. La ragazza gli spiega come fare: deve addormentarsi e pensare a "casa"... il sortilegio funziona, ma la "casa" cui Atreus pensa è quella su Midgard! Ritrovatosi solo al gelo, il ragazzo cerca il modo di tornare alla casa tra i mondi, dove l'attende suo padre...


Tornare al gelo di Midgard, dopo esser stato nel Bosco di ferro, tra i colori, i profumi, la natura così rigogliosa, calda, viva... come gli occhi di Angrboda... è davvero una brutta, brutta sorpresa. Non sono equipaggiato a sufficienza. Il gelo mi ferisce gli occhi. La consapevolezza di quanto ho visto... la profezia... e le parole di Angrboda mi tornano in mente. Dovremo essere più di storie già scritte, ho detto. La rivedrò? Ha detto che... il suo ruolo, una volta incontrato me, sarebbe finito.

Gli sgherri di Odino, i soldati sottratti al gelo infernale di Hel, sono dappertutto. Riesco a farmi strada, a eliminarli uno dopo l'altro... e questo mi tiene impegnato abbastanza da non pensare a come fronteggiare mio padre.

Ripulita l'area intorno a casa... nessun soldato di Hel in vista... posso tornare da Sindri e gli altri.

Raggiungo l'altare di pietra. Entro nella luce e... sbatto contro qualcosa! Ma... Padre!

"Che cosa pensavi di fare?!", mi sgrida papà, avanzando possente, emergendo dal portale, costringendomi a indietreggiare. Ma com'è possibile?!

"Io... volevo andare da Fenrir!", mento, dico la prima cosa che mi viene in mente, del resto sono qui, a casa, su Midgard...

"Per due giorni?!", ribatte papà, minaccioso. Come... due giorni?!

"Io..." non capisco, com'è possibile?!

"Smettila di dire bugie!", sbraita papà. Sono raggelato, confuso, non so cosa dire. Papà mi fissa con severità, cosa posso dire, cosa m'invento adesso? Anche a dire la verità... come glielo spiego? "Perché sei venuto qui, da solo?", insiste. "Cerchi la morte?" Cosa? No!

"Non più di te", ribatto, ripensando alla profezia.

"Perché allora?", sputa fuori, e sobbalzo. "Perché? Che cosa c'è che mi nascondi? Io ho sempre cercato di starti accanto. Di seguirti in tutto quello che fai..."

"Lo fai senza convinzione!", sbotto. Dice che vuole seguire, che vuole stare con me... ma poi se tocco l'argomento della guerra, il Campione...

"Però ti seguo comunque!", mi urla papà, afferrandomi per le braccia, avvicinandosi e guardandomi dritto negli occhi. E'... diverso. E' arrabbiato, ma anche preoccupato. Non vuole punirmi... ma capire. Ma come posso dirglielo? Come posso farmi credere, se gli dico che tutto quello che sto facendo... lo faccio per evitare che la profezia si avveri, che lui cada in battaglia, lasciandomi? "L'importante è che tu sia al sicuro!"

"Non è solo questo l'importante!", ribatto. Mi libero della sua presa, mi deve stare ad ascoltare! "Chi tiene te al sicuro?"

Papà mi fissa glaciale. "Io non ho bisogno della tua protezione", sibila.

Do not stray from me, boy (A God Of War fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora