Capitolo 5

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⚠️TW⚠️: questo capitolo contiene scene di abuso minorile. Consiglio la lettura ad un pubblico consapevole. (metterò un emoji "" per segnarvi le scene che potete saltare)

Crystal

Spesso mi chiedevo perché Alex si comportasse così con me, come se fossi un cristallo da proteggere a tutti i costi dal mondo esterno.

Michael non era mai stato così, mai una scenata di gelosia, mai un atteggiamento d'appartenenza, mai qualsiasi cosa mi facesse sentire di possedere a qualcuno.

Non dico che la possessione sia una bella cosa, ma ho sempre pensato che senza un pizzico d'ossessione, l'amore scemasse nel tempo restando il vuoto di un bel ricordo.

Ma tra me e Micheal era sempre la stessa storia, mai una carezza di troppo, gelosia verso altri individui o semplicemente apprensione. Era sempre tutto dannatamente monotono.

Ora lui si trovava nel mio letto, che dormiva a pancia in sotto con la coperta che gli arrivava a metà coscia. Io ero seduta sulla sedia intenta a truccarmi davanti lo specchio, ma con la coda dell'occhio continuavo a intravedere il suo culo nudo riflesso.

-Dio, perché non si riveste mai dopo averlo fatto.- borbottai tra me e me, mentre mi applicavo il mascara sulle lunghe ciglia nere.

Ma nuovamente i miei occhi finirono sul mio letto. Infastidita mi alzai e gli misi il lenzuolo fin sopra la schiena.

Molto meglio.

Riuscì a terminare il make up senza distrazioni, e mentre sceglievo gli abiti da indossare qualcosa mi toccò i fianchi.

Buttai un urlo così forte che pure il grattacelo di fronte potette udirmi.

Non ero una ragazza debole, generalmente tendevo ad affrontare con determinazione qualsiasi ostacolo mi si presentasse davanti. Ma c'erano traumi che nemmeno il tempo avrebbe cancellato.
Sono quei ricordi che non ti lasciano respirare, che ti fanno tornare il magone alla gola ogni qual volta fanno capolinea nella tua mente. Sono sempre lì, ma la loro presenza varia dal momento della tua giornata.
Io l'avevo superata, così credevo almeno.

-Cristo, Crystal. Che cazzo ti è preso, mi hai sfondato i timpani.- imprecò Michael, ancora nudo.

Ma ormai i ricordi invasero la mia mente.

9 anni fa

Era un lunedì piovoso, l'inverno a New York era sempre molto rigido così rimasi a casa.

Mia madre aveva molto da fare in azienda, così decisi di trascorrere il pomeriggio con mio padre nel nostro attico.

Nella mia camera c'erano innumerevoli riviste di moda, romanzi rosa e anche qualche trucco sparso qua e là ma nulla sembrava divertirmi. Era un noioso pomeriggio come gli altri, mio padre seduto nella sua poltrona intento a leggersi il quotidiano ed io sola, nella mia camera, senza nessuno con cui passare il tempo.

Ero pervasa dalla noia da capo a piedi, così decisi di andare nella camera dei miei a provare qualche abito di mamma, generalmente non avrei dovuto farlo, lei diventava nera di rabbia ogni qual volta lo facevo, tuttavia la noia portava anche a queste marachelle.
Aprì la sua cabina armadio e iniziai a cercare un abito adatto al mio gusto personale, alla fine trovai un abito rosso, era molto lungo e sicuramente di seta.

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