Capitolo 3

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Alex

Odiavo fingere di essere ciò che non ero.

Non ero un bravo ragazzo, facevo cose discutibili, ma per lei avrei rubato la luna al cielo, solo per vederla felice.

Sarei stato un bugiardo nel dire che non mi ero opposto al desiderio di sballo di Michael solo per essere un bravo amico, ma l'idea che lui finalmente avrebbe lasciato Crystal accendeva il mio lato più egoista.

Non avevo mai accettato questa relazione, perché lei meritava di più di semplici attenzioni. Lei meritava un amore passionale, intenso, vero.

Lei era un cristallo che andava custodito, invece Michael ne dava scontato il valore. Lo commercializzava come se ne potesse trovare uno migliore.

-Michael dove cazzo sei?- dissi scocciato al telefono.

-Sto arrivando, dammi cinque minuti.- rispose dall'altro capo.

Odiavo le persone ritardatarie, perché non sapevano organizzare i propri tempi, allora noi persone puntali dovevamo aspettare lì come coglioni i comodi degli altri.

Ero al Cocus, locale esclusivo di cui solo i membri potevano accedere, io ovviamente ero uno di quelli. Davanti a me c'erano due spogliarelliste, Tonia e Lily. Facevano parte del mio giro passando intere notti con entrambe nel mio letto.

Lily mi faceva gli occhi dolci mentre muoveva a tempo i fianchi, si destreggiava in modo volgare e ciò di solito mi eccitava, ma oggi i miei pensieri vagavano su un canale diverso.

Tonia invece mi accarezzava i capelli cercando la mia approvazione per continuare la seduzione, ma aimè anche lei rimase con la bocca asciutta, e non solo quella.

Intravidi Michael entrare nel locale, finalmente cazzo, e mi alzai per raggiungerlo. Tania miagolò disapprovando la nostra distanza e Lily smise di ballare per me.

-Non farlo mai più.- gli puntai un dito contro.

-Cosa?- Michael parve confuso per il tono repentino della mia voce.

-Lasciarmi aspettare come un coglione che aspetta la fidanzatina ritardataria.- gli voltai le spalle e gli feci cenno di seguirmi.

Michael rise.

-Ma dove mi stai portando Alex?- si lamentò dietro di me, mentre lo conducevo nel mio piccolo angolo di paradiso.

Varcammo una porta accessibile solo con una card elettrica, e proseguimmo per un lungo corridoio stretto e buio.

-Dillo, vuoi liberarti di me vero?- mi prese per il culo Michael, e a dir la verità non era proprio una cattiva idea, ma non avevo ancora perso il senno, per ora.

-No coglione, seguimi.- gli risposi senza mai girarmi -In silenzio magari.- conclusi.

Lo condussi davanti ad una grande porta da magazzino con il maniglione rosso.
Sospirai, non ero sicuro fosse una buona idea far conoscere a Michael il mio posto preferito, dove mi rifugiavo per non pensare a niente quando stavo di merda.

-Che c'è? Hai per caso paura?- mi provocò il mio migliore amico vedendo l'esitazione, ma non la presi sul ridere come fece lui.

-Taci coglione.- e aprì la porta.

Davanti a noi si vide una grande arena, sotto c'era il centro dove la gente lottava fino all'ultimo sangue. Situato ad imbuto tutta la folla risiedeva seduta ad esultare la propria scommessa.

-Ma che cazzo...- rimase a bocca aperta.

-Figo eh?- fu tutto ciò che riuscì a dire.

-Ma tu vieni qui ad osservare?-

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