2. Meetings.

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<<Strangers in the night exchanging glances
Wond'ring in the night what were the chances
We'd be sharing love before the night was through.>>

Strangers In The Night - Frank Sinatra

-Fannie svegliati.- Mi disse Eveline scuotendomi.

-Ma come fai ad essere già pronta alle sette?- Le chiesi girandomi dall'altro lato e coprendomi la faccia con il cuscino per proteggermi dai raggi di sole che entravano prepotentemente dalla finestra. Eveline mi tolse di dosso le coperte, sapeva che quello era l'unico modo per farmi alzare dal letto.

-Sei crudele.- Le dissi sbadigliando.

Andai in bagno, feci una doccia, misi un paio di jeans, la maglietta dell' Hard Rock che avevo comprato con Nate a Barcellona e un paio di vans nere.

-Che lezione hai alle otto?- Le chiesi mentre andavamo alla caffetteria.

-Ho lingue antiche e poi scrittura creativa. Tu?-

-Psicologia e poi Storia.-

Prendemmo il solito cappuccino e ci dirigemmo ognuno al proprio corso. La lezione di Psicologia che dovevo seguire era all'edificio 19, vicino al campo di cricket, che alla fine veniva usato solamente come posto ombreggiato dove passare le ore buche, perchè non ci giocava mai nessuno. Stavo attraversando il viale che separava l'edificio 16 dal 17 quando un SUV nero mi tagliò la strada.

-Fa più attenzione.- Gli urlai.

-Scusami.- Urlò il tipo alla guida del SUV  facendomi un cenno di saluto con la mano mentre si allontanava.

Ora il mio problema non era arrivare in orario a lezione, ma arrivarci viva visto che in giro per il campus c'era gente che la patente l'aveva vinta alla lotteria. Quando entrai l'aula era quasi piena, mi sedetti nella terza fila che era la meno affollata. Quel giorno il professor Ervis non fece una delle sue solite lezioni, si alzò dalla sedia dietro la cattedra, ci osservò per un lungo istante e poi iniziò a parlare.

-L'umo energico, l'uomo di successo, è colui che riesce a forza di lavoro a trasformare in realtà le sue fantasie di desiderio.-  Si tolse gli occhiali da vista e li appoggiò sulla cattedra. -Vorrei che rifletteste su questa frase di Freud. Molti pensano che i sogni facciano parte soltanto dell'infanzia, del nostro essere bambini, e sapete, vi dico che hanno ragione, perchè quando si diventa adulti, si tende a diventare razionali, a non fare quello che ci rende felici, ma quello che ci permette di guadagnare di più, di trarre vantaggio. Questo è il vostro ultimo anno, a breve vi laureerete, diventerete uomini e donne di oggi, ma il miglior augurio che io possa farvi è quello di rimanere bambini, di seguire i vostri sogni e di lottare per far si che si realizzino. Non lasciate che il Dio Denaro sia la vostra guida, fate si che a guidarvi siano i sogni, perchè a differenza del denaro, una volta raggiunti vi porteranno la felicità.-

Oh, i sogni. "Sono sempre i sogni a dare forma al mondo." diceva una canzone che ascoltai un anno in Italia . Io avevo deciso di seguirlo quel sogno, inizialmente era più per un bisogno di sfuggire alle regole, alle convenzioni, ma poi avevo capito che inseguire quel sogno voleva dire rinunciare all'amore di un padre, ma avrebbe significato che ero in grado di decidere da sola per quello che riguardava la mia vita. Cosa che prima non avevo mai fatto, perchè tutta la mia vita era stata programmata prima che nascessi.

Era quasi finita la lezione prima della pausa pranzo quando mi arrivò un messaggio di Nate.

"Ci vediamo fuori dalla mensa, vedi di arrivare in orario per una volta nella tua vita."

"Sono all'edificio 19, dovrei metterci cinque minuti. Avvisa anche gli altri."

"Già fatto."

Secrets || Austin ButlerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora