"Quanto più forte é la personalità di una donna, tanto più facilmente essa porta il fardello delle sue esperienze. L'orgoglio viene dopo la caduta."-Karl Kraus
Sono le 07:30. E' ora di svegliarsi.
- Questa vocina meccanica mi da sui nervi- Dissi esasperata coprendomi le orecchie con il cuscino, avevo supplicato Eveline di cambiare quella dannatissima sveglia ma lei diceva che era l'unica che riusciva a svegliarla, a volte mi veniva il dubbio che desse fastidio anche a lei, ma che si ostinasse a tenerla li solamente per il piacere di vedermi uscire fuori di testa a prima mattina.
Dopo un po' trovai le forze per spegnere quell'aggeggio infernale. Eveline uscì dal bagno avvolta in un accappatoio bianco.
-Buongiorno.- Mi disse prendendo dall'armadio un asciugamano per i capelli.
Gli lancia un'occhiata truce. -Prima o poi quella sveglia te la lancio giù dalla finestra.-
Eveline rise e tornò in bagno.
Dopo un po' la sua testa sbucò fuori dalla porta. -Ieri sera ho parlato con Julian.-
Mi girai verso di lei per incitarla ad andare avanti.
-Dice di volersi impegnare, di voler fare le cose sul serio. Ha detto che ha capito quanto ci tiene a me e non vuole perdermi.-
-Tu gli credi?-
-Non più di tanto, ormai so come è fatto, ti fa delle bellissime promesse che ti fanno sperare in chissà quale grande cambiamento e poi rimane sempre lo stesso.-
-Quindi cosa hai intenzione di fare?-
-Non lo so, ho bisogno di tempo per pensare.- Disse sospirando. -E tu quando hai intenzione di risolvere la situazione con Nate?-
-Ora.- Presi le chiavi della stanza e uscì.
Cosa diavolo stavo facendo? Ogni tanto mi piaceva fare qualche gesto plateale, ma questo era troppo avventato, persino per i miei gusti.
-Ok, stavo scherzando, ho intenzione di risolvere questa situazione, ma non oggi e, soprattutto, non ora.- Dissi rientrando in camera e guadagnandomi una delle solite occhiate di Eveline.
-Senti Fannie, io non so cosa sia successo tra di voi, e se tu non vuoi dirmelo lo capisco, non ne sono contenta ma lo capisco. Quello che proprio non riesco a capire é perché ti ostini a non affrontarlo, so quanto a volte il tuo orgoglio ti frena, normalmente sarebbe venuto Nate a cercarti e a chiarire tutto, però se lui ora non é qui, devi andare tu da lui. Per una volta Fannie Thompson metti da parte questo maledetto orgoglio e vai a chiarire questa faccenda. Perché che tu ci creda o meno, l'orgoglio fa solo male, non aiuta, mai.-
Sospirai e mi sedetti sul letto, Eveline aveva ragione, su tutto. Eppure il mio orgoglio mi aveva sempre protetto, ma a quale prezzo? Quante persone avevo perso per tenermelo stretto? Ed ora ero arrivata ad un bivio: il mio orgoglio o Nate. E lui era l'unica persona per la quale sarei riuscita a mettere da parte il mio orgoglio.
-Eveline hai completamente ragione.- Dissi alzandomi dal letto. -É ora di andare a parlare con Nate.- Recuperai il coraggio e uscì dalla camera.
Mentre andavo verso la camera di Nate mille pensieri mi passavano per la testa. E se fosse stato troppo tardi? Se ormai le cose non si potevano più aggiustare? Se l'avevo perso per sempre? Ecco cosa succedeva quando abbassavo il mio orgoglio, iniziavo a diventare paranoica.
Mi trovai davanti alla porta della camera di Nate. Ora o mai più dissi a me stessa e bussai. Bussai un'altra volta.
-Arrivo.- No, Austin no.
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Secrets || Austin Butler
Romance-Non concedo mai una seconda possibilità, quindi vedi di fartene bastare una.-