Lo sguardo di Lorenzo

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Tutta la città si era svegliata in preda all'euforia. Ogni vicolo, ogni palazzo, ogni piazza era percorsa da un entusiasmo che a stento riusciva ad essere trattenuto. Finalmente, quel giorno, il corteo di Eleonora D'Aragona sarebbe arrivato in città e per l'occasione tutte le attività lavorative erano state sospese perché tutti i cittadini avrebbero dovuto prendere parte ai festeggiamenti.

Simonetta ancora dormiva nel grande letto di Giuliano quando una giovane serva era venuta a bussare alla sua porte annunciando, con una certa titubanza, che la sorella e il pittore Botticelli l'attendevano nella stanza a fianco per i preparativi. Lei, senza aprire gli occhi, aveva allungato una mano verso il lato di Giuliano. Le coperte erano ancora calde ma di lui non c'era traccia. Simonetta era arrossita quando si era resa conto di non indossare vestiti.

"Devo buttare giù la porta o hai intenzione di concederci la tua presenza almeno per oggi?". La voce divertita di Brigida l'aveva costretta ad alzarsi e l'espressione imbarazzata di Sandro era stato un motivo più che buono per aprire la porta coperta dal solo lenzuolo. Il blu del tessuto ricamato con giglio d'oro la rendevano una visione a cui gli occhi del pittore non si sarebbero mai potuti abituare che tante volte si era chiesto se la bellezza fosse qualcosa a cui ci si potesse abituare senza mai darsi la risposta che già conosceva. Simonetta aveva il potere di togliere il fiato a chiunque la guardasse.

"Scusate, credevamo vi avessero avvisata del nostro arrivo, altrimenti non mi sarei mai permesso .." aveva iniziato a farfugliare Botticelli senza riuscire più ad alzare lo sguardo dai suoi piedi che all'improvviso si erano fatti instabili.

"Ti prego, smettila. Dovresti esserti ormai abituato a certe visioni visto che praticamente non fai altro che vedere me girare per casa tua. E sappiamo tutti quanto il pudore non sia una delle mie principali qualità" gli aveva detto Brigida canzonandolo.

Delle serve sbucate come dal nulla avevano portato l'acqua calda per riempire la tinozza nella piccola stanza da bagno adiacente quella da letto. L'acqua era stata versata e riempita con fiori. Per Brigida, che poche volte nella vita si era potuta concedere un lusso simile, togliere i vestiti e immergersi in quei profumi era stato qualcosa di sublime. Simonetta la guardava, seduta sul bordo del letto, e sorrideva. Per la prima volta, sotto lo stesso tetto, tutte le persone che amava erano con lei.

Dopo che le serve le avevano aiutate prima a vestirsi e poi ad acconciare i capelli, Botticelli era tornato. Aprendo la porta era rimasto di nuovo senza fiato. Così abbigliate le due sorelle erano davvero l'incarnazione del giorno e della notte: Simonetta, nel suo vestito bianco e con i capelli color del grano maturo, e Brigida, vestita color porpora e i capelli color dell'ebano più scuro. Solo gli occhi erano gli stessi: lo stesso grigio capace di scavarti una voragine nel cuore.

"E' ora di andare" aveva poi detto il pittore porgendo il braccio ad entrambe che ridendo lo avevano baciato lasciandolo nel più totale imbarazzo.

Nel cortile di Palazzo Medici la famiglia era già schierata: Lorenzo con la moglie e i figli, Lucrezia Tornabuoni e Giuliano. Lorenzo le aveva guardate con disprezzo, come delle intruse che rischiavano di rovinare lo spettacolo che Firenze si apprestava a mandare in scena.

"Non un passo falso. Non siete parte di questa famiglia ma la città ha bisogno che ognuno di noi, oggi, reciti alla perfezione la parte che ci si aspetta da noi. Sono sicuro che non mi deluderete". Il tono sprezzante e lo sguardo duro lo facevano apparire simile ad un dio dell'antichità pronto a scagliare fulmini su chiunque si fosse messo di traverso sul suo cammino.

Simonetta aveva sentito un brivido freddo correrle lungo la schiena, non sapeva dovuto a che cosa. In fondo non avrebbero dovuto far altro che sorridere mentre il corteo sfilava davanti a loro ma era certa che le parole di Lorenzo nascondessero qualcosa di più.





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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 18 ⏰

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