Rivera

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ELIANA

Diciotto mesi , quelli passati a nascondermi da Alek , ad assicurarmi con la mia lontananza che la mia famiglia non venisse coinvolta o richiamata in causa per raggirarmi. Le loro vite sono continuate a scorrere prive di pericoli , manchevoli della mia presenza.

Qui sono stata accolta dai Rivera , diventati membri importanti della mia vita come una seconda famiglia. Non mi hanno mai fatta sentire un peso o un problema , né tantomeno una presenza non gradita , mi hanno aperto la loro casa facendomi sentire protetta dalla minaccia di Alek. Mi hanno istruita alla loro madrelingua cosicché non mi sentissi a disagio o esclusa dai loro discorsi , si sono presi cura di me , Reynaldo in particolar modo mi ha trattata come una figlia , sarò sempre grata per l'affetto che hanno elargito a me e mio figlio. Ci hanno accolto a braccia aperte , nonostante svolgano una vita senza dubbio sbagliata ho compreso che si può odiare l'azione di una persona ma non la persona stessa. Un sentimento simile , così contrastante lo provavo anche per Alek. Potevo odiare i suoi atti , il suo comportamento , ma non riuscivo a estraniarmi da quel sentimento profondo che mi legava a lui.

Durante questi diciotto mesi mi convinsi che la scelta compiuta allontanandomi da Alek era l'unica che potessi fare per garantire un futuro privo di pericoli a mio figlio. Un giorno non molto lontano avrei dovuto allontanarmi anche dai Rivera , loro sapevano , comprendevano che per me non era pensabile crescere un bambino in mezzo a tutti quegli spargimenti di sangue e i pericoli continui. Fino a che
la nostra sicurezza fosse stata incerta saremmo rimasti lì.

"Eliana?"

"Gerardo sono in camera con Federico. Corri a vedere , si regge in piedi da solo." Arrivò.

"Bien niño! Cresce di giorno in giorno."

"E non è tutto , guarda." Presi le manine di Federico incitandolo ai primi passi , strinse le mie mani saldamente nei suoi pugnetti facendo un passo avanti.

"Sta camminando! Quando ha imparato?" Tra due mesi avrebbe compiuto il suo primo anno di vita.

"Oggi , è tutto il pomeriggio che proviamo." Lo presi tra le braccia facendo un piccolo giro su me stessa.

"Il mio principino ha smosso i primi passi! La mamma è orgogliosa di te." Lo riempii di baci mentre con la sua dolce vocina mi chiamava mamma.

"Aspetta che lo veda mio padre , ne sarà compiaciuto."

"Dov'è adesso? Non si vede da diversi giorni."

"Si sta occupando di affari ma sarà qui prima del ricevimento."

"Capisco."

"Devo chiederti un favore."

"Gerardo Rivera chiede un favore a me? Sono lusingata , cosa posso fare per te?" Risi.

"Si tratta di Julian , è da un po' che frequenta un certo giro di corse clandestine , non avevo nulla in contrario finché celava la sua identità ma le voci girano e se giungessero all'orecchio di mio padre , bè sarebbe un problema."

"E io come posso aiutarti?"

"Questa sera si terrà una gara a cui parteciperà , a me non vuole dare ascolto ma sono sicuro che tu ti farai ascoltare. Vieni con me?"

"Non porterò mio figlio ad una corsa clandestina."

"Ovvio che no. Il piccolo resta a casa con Edwin e Valeria." Si riferì alla tata di Edwin.

"Non so se sia il caso , Federico è un bimbo piccolo e poi non l'ho mai lasciato prima d'ora."

"Valeria ha cresciuto Edwin praticamente da quando è nato non devi preoccuparti e poi hai bisogno di svagarti , come hai detto non lo hai mai lasciato un attimo , sei stata in questa casa per oltre un anno uscendo solo se strettamente necessario. Devi riprendere in mano la tua vita."

"No , dal momento in cui ho scoperto di aspettare un figlio ho deciso che la mia vita l'avrei vissuta per lui solamente senza mai lasciarlo e fino ad oggi è andato tutto bene."

"Aiutami a convincere Julian , non farti pregare."

"Sei sicuro che Valeria abbia le competenze per badare a mio figlio?"

"Valeria è con noi da anni lo sai , ha iniziato a lavorare nella nostra famiglia quando avevo dodici anni occupandosi di me , Julian e in fine Edwin. Non potresti lasciare Federico in mani migliori."

"Sì lo so , hai ragione ma sono paranoica non voglio dividermi da lui." Lo lasciai gattonare sul tappeto.

"Staremo via un paio d'ore al massimo. Non vuoi diventare il tipo di madre che assilla e soffoca il proprio figlio vero?"

"Certo che no."

"Sei a un passo dall'esserlo."

"Forse hai ragione , andiamo a parlare con Valeria." Decisi lasciandomi convincere.

"Andiamo." Presi Federico tra le braccia seguendo Gerardo.

ALEKSANDR

Per mesi la cercai in tutta la Russia e l'Italia , di lei nessuna traccia , sembrava che la terra l'avesse risucchiata. Andai avanti con la mia vita concentrandomi sul lavoro in azienda e i doveri in quanto membro più potente della bratva. Trovai la sua lettere dopo poche settimane , la lasciò dentro il Fabergé.

"Affogo in un mare di ricordi mentre scrivo questa lettera. Aleksandr tu sei stato il mio primo amore , allora come adesso. Ho imparato a conoscere la persona che sei diventato innamorandomi nuovamente di te , ma nulla ha potuto contro le ombre del tuo passato , contro la vita che ti sei imposto. Non so quando ho iniziato a capire la nostra smisurata diversità , mi ero illusa di poterti raggiungere ma non è così , non potrò mai raggiungerti. La morte di Nadja mi ha aperto gli occhi le persone che ti stanno accanto sono destinate a cadere una dopo l'altra , perché morte chiama morte e tu Aleksandr hai stroncato troppe vite. Avrei voluto calmare il dolore della tua anima credevo che ci sarei riuscita , solo tu puoi fare chiarezza col tuo passato calmandone il boato. I sentimenti che provo non porteranno da nessuna parte come anche i tuoi , l'unica via è la rassegnazione. Dimenticami e con me tutti i nostri ricordi."

Sapevo di non essere un brav'uomo ma leggerlo nelle sue ultime parole dedicate a me fu rammaricante. Avrebbe pagato il suo tradimento , non avrei avuto pace sarebbe stato il mio unico proposito. Il ricordo della sua presenza parve volermi perseguitare giorno dopo giorno , nessun diversivo servì a depennare la sua immagine dalla mia mente. Adunai le mie emozioni focalizzandole sull'unica cosa che riusciva a mantenermi lucido , la vendetta. Mi concentrai su ciò che era in mio potere , mutilando e massacrando chiunque non rispettasse i termini delle mie regole , assoldai nuovi soldati ingrandendo l'impero che avevo costruito disseminando terrore al suono del mio nome. Nulla poteva più fermarmi , non avevo più nulla da perdere.

Non riuscii mai a stanare la persona che aveva agevolato la sua fuga dalla mia villa , non poteva esserci riuscita da sola , le telecamere esterne erano state manomesse dubitai di chiunque. L'unico di cui potessi fidarmi era mio fratello Rafail , lui non mi avrebbe mai tradito. Mandai un paio dei miei soldati a sorvegliare i parenti di Eliana a Roma nel caso avesse fatto ritorno , non accadde.

Mi arrivò voce che i colombiani avrebbero tenuto un ricevimento alquanto importante il motivo era ancora un mistero , Reynaldo dopo il rapimento del figlio decise di non agire più in prima persona mandando dei tramiti a interagire nei nostri affari , comprese le riunioni. Che volesse tirarsi indietro e annullare l'alleanza? Non lo avrei permesso , io stesso sarei andato in Colombia per verificare i miei sospetti indagando personalmente.

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