SCELTA

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ELIANA

Mi strinsi al suo corpo nel tempo in cui la sua bocca divorava le mia labbra , il suo mesto profumo consumò il mio cuore facendo sì che battesse a un ritmo virulento, ne prese possesso contaminando la mia mente e per un solo istante tutto tacque apparendo ai miei occhi così equo, così giusto. Diventammo un tutt'uno, ma eravamo diversi, troppo diversi. Lo spinsi via reimpossessandomi del mio respiro.

"Devi andartene Alek."

"So che mi desideri almeno quanto io desidero te." Ammise determinato.

"Se non vuoi andartene tu me ne andrò io." Lo spinsi uscendo dal bagno senza voltarmi indietro sperando non mi seguisse. Mi sbagliai.

"Eliana fermati." Non ascoltai il suo avvertimento continuando a passo svelto.

"Ferma!" Tuonò con accento marcato, il mio corpo s'immobilizzò all'istante.

"Cosa succede qui?" Gerardo arrivò salvandomi da quella situazione.

"Non sono affari tuoi Rivera, stanne fuori!"

"Sei in casa mia, tutto ciò che accade tra queste mura mi riguarda. Ricorda dove sei, questo non è il tuo territorio qui non hai nessun potere Vozrozhdeniye. Ti avverto non infastidire Eliana, adesso fa parte della mia famiglia."

"Non osare! L'avete portata via dalla mia casa, con quale coraggio ti azzardi a parlare?!"

"Ho scelto io di andarmene!" Dissi.

"Aleksandr non dare spettacolo , bevi e mangia quanto vuoi e quando avrai finito vattene, non costringermi a mandarti via con la forza." Gerardo si impose. Fulmineo Alek ghermì il collo di Gerardo sbattendolo contro la parete del corridoio.

"Che cazzo fai?!" Gerardo si trovò in difficoltà. Alek lo colpì con una serie di pugni nello stomaco mentre con l'altra mano lo teneva fermo per la gola. Era una belva.

"Alek fermo , così lo ammazzi! Lascialo!"

Mi interposi tra loro cercando di fermarlo , il suo gomito colpì inavvertitamente il mio stomaco spingendomi via , caddi a terra mettendo pressione nel punto dolorante , un coniato di vomito risalì pericolosamente la mia gola facendo sì che i miei occhi si appannassero.

"Eliana!" Entrambi gridarono il mio nome.

"Прости меня, мой ангел." Perdonami angelo mio. L'espressione fortemente turbata sul suo volto , la colpevolezza e il pentimento sembrarono incise a fuoco sui suoi occhi. Osservò le sue mani e poi me con sguardo sconfitto , si voltò con espressione dura andando via. Gerardo si chinò sostenendomi e rialzandomi.

"Stai bene?"

"Sì , ho solo bisogno di stare da sola. Tu stai bene?"

"Nulla di rotto non preoccuparti. Ti accompagno in camera."

"No vado da sola , mi dispiace tanto Gerardo."

"Non è colpa tua."

Andai in camera sdraiandomi in posizione fetale sul letto , le sue azioni e le sue espressioni tutto era sbagliato persino le sue parole. Detestavo il modo in cui mi faceva sentire. Riusciva solo a farmi del male. Poco più di un'ora dopo bussò Julian entrando.

"Eliana , mi dispiace dovertelo dire ma devi scendere a salutare gli ospiti , mio padre ha qualcosa da dirti."

"Va bene scendo subito , dammi un momento." Richiuse la porta. Accumulai le forze preparandomi a scendere nuovamente in sala , sperai che Alek fosse andato via , Julian mi attendeva dietro la porta.

 PASSIONE ASSOLUTA. Mafia Russa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora