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per poco non persi il treno di ritorno per Empoli, ma ormai ero abituata a fare le corse.
quel giorno finii le lezioni alle 14 e dovetti letteralmente correre per riuscire a prendere il treno delle 14:10, non potevo permettermi di perdere più treni perché quel giorno avrei cominciato a lavorare prima, e avrei dovuto gestire il negozio di strumenti da sola, cosa che mi stressava da un lato perché ero appunto da sola, senza il proprietario che di solito mi aiutava, ma dall'altro mi piaceva perché non avevo la paura di poter sbagliare qualcosa davanti al mio capo e quindi rischiare il licenziamento.
misi le cuffie e avvisai la mia coinquilina nonché migliore amica che dopo una ventina di minuti sarei stata a casa, lei mi rispose che mi avrebbe fatto trovare il pranzo pronto.
essermi trasferita con la mia migliore amica per studiare nella stessa città fu una delle scelte migliori della mia vita, ci gestivamo e ci eravamo trovate sin da subito benissimo, nonostante alle volte magari litigassimo per chi dovesse pulire i piatti.
non ci misi molto fortunatamente ad arrivare in stazione ad Empoli, anche se ammetto che viaggiare in treno con la musica mi piaceva davvero tanto, ma pensando alla giornata che mi aspettava non mi entusiasmava molto.
"amore sono a casa" avvisai la mia amica non appena aprii la porta d'ingresso
"pupa eccoti -venne ad abbracciarmi- ti ho preparato qualcosa così non avevi pure il pensiero a farti il pranzo"
ringraziai la mia amica con un bacio sulla guancia, poi mi sedetti a tavola e lei fece lo stesso
"dopo mi vieni a trovare?" le chiesi con aria di aiuto quasi
"non posso oggi amo, devo andare in uni, magari un'altra volta" mi disse dispiaciuta mettendomi una mano sul braccio come per consolarmi
"non sai quanto vorrei non andarci, è stata una giornata pesantissima, e di certo affrontare degli pseudo cantanti indie emergenti su soundcloud che strimpellano una chitarra non mi alleggerirà" mi misi una mano sulla fronte e quasi quasi mi sentii pure calda
"tu e i cantanti non andate molto d'accordo" disse ridendo
"ti correggo, io e gli pseudo cantanti" dissi facendola ridere
"prima di andare riesci a mangiartelo un po' di gelato con me?" mi chiese mentre io mi tolsi il piatto e lo misi nel lavandino
"il negozio è qua ad Empoli, quindi non penso ci siano problemi" le dissi sorridendo
la ragazza ricambiò il sorriso e prese una vaschetta di gelato dal freezer, una delle tante.
il gelato era come il nostro simbolo, lo usavamo per mangiare, quando dovevamo parlare di un gossip, quando dovevamo fare confessionale, insomma, il gelato era sempre presente.
guardai poi l'orario e constatai che dovessi andare, e pure la mia amica doveva fare lo stesso.
"io vado in macchina, ti accompagno in stazione veloce veloce" le dissi prendendo le chiavi.
lei annuii e scendemmo di casa.

"buone lezioni" le urlai non appena scese dall'auto
"buona fortuna con gli pseudo cantanti" disse facendo una risata accompagnata da un saluto con la mano
scossi la testa divertita e mi diressi verso il negozio di strumenti.
"Serena sei in anticipo" mi accolse con un sorriso Roberto, il proprietario del negozio.
"mi tocca, oggi sono io la responsabile"
"allora io ti lascio -mi porse le chiavi del negozio che io prontamente presi- se hai bisogno di qualcosa fai uno squillo, anche se credo che non ne avrai bisogno" continuò a sorridere e si dileguò poco dopo.
entrai nel negozio già aperto ma con le luci spente, quindi mi affrettai ad accenderle.
era un venerdì, ero consapevole che quel giorno probabilmente sarebbero venute più persone, perciò presi un respiro e mi misi dietro al bancone. approfittai dell'assenza del mio capo per poter mettere la mia playlist, non a volume altissimo ma anche solo per avere un sottofondo.
mi passarono davanti tante facce quella giornata, e stranamente pochi cantanti, cosa che mi sollevava molto.
non stavano più venendo persone quindi mi accomodai tranquillamente sulla sedia del bancone e scrissi ad Aurora della mia piccola giornata, poi sentì il campanello della porta suonare e alzai lo sguardo.
entrò un ragazzo poco più alto di me, aveva una bandana in testa che copriva dei ricciolini rossi tinti, e poi mi accorsi del verde dei suoi occhi.
"ciao come posso aiutarti?" chiesi sorridendo mettendo via il telefono
"ciao, avrei bisogno di una chitarra acustica" mi spiegò guardandosi attorno
"hai qualche preferenza?" gli chiesi alzandomi dalla sedia, il ragazzo scosse la testa.
mi avviai verso la zona dov'erano esposte tutte le chitarre e gliene presi una, che secondo me lo rispecchiava.
"ti consiglio questa Vermont, è adatta a tutte le esigenze, quindi puoi farci sia flatpicker che fingerstyle, ha una voce acustica abbastanza forte da gestire entrambe le intensità con un equilibrio mostruoso" presi poi la chitarra in mano e gli feci sentire entrambi i metodi per fargli capire quanto quella chitarra fosse potente, era la prima chitarra acustica che ebbi mai avuto, la consigliavo un po' a tutti per un valore affettivo.
"che ne pensi? per il prezzo è molto abbordabile, poi se prendi altro ovviamente ti tolgo qualcosa" gli dissi sorridendo
"ha proprio il suono che cercavo" ricambiò il sorriso
"tieni, provala" gliela porsi e lo sentii suonare, si vedeva fosse un professionista, lo sentii pure intonare qualcosa ma non ci feci molto caso, ma devo ammettere avesse una voce più che melodiosa.
"ti prendo la custodia, hai bisogno di altro?" gli chiesi
"no grazie, ho già capotasto, cassa e cavo per attacccarla" mi spiegò
annuii e cercai nel retro la custodia della chitarra, gliela presi e mi spostai di nuovo alla zona principale.
"eccoti qua" dissi porgendo la custodia sul bancone, il ragazzo poi mise la chitarra dentro
"prendi un plettro, te lo regalo io" dissi indicandogli l'utensile nominato prima, il ragazzo dopo una scelta meticolosa scelse un plettro blu indaco, uno dei miei preferiti se non il mio preferito.
lasciai pagare il ragazzo e lo salutai, mi aveva lasciato qualcosa dentro, non saprei spiegare bene cosa, ma quel ragazzo mi incuriosiva, e avevo come l'impressione che quella non sarebbe stata l'unica volta in cui l'avrei visto.

chiusi il negozio dopo poche decine di minuti da quell'incontro, e tornai a casa esausta, dove trovai già la mia amica, anche lei però tornata da poco.
"me lo potevi dire finissi a quest'ora, ti sarei venuta a prendere!" quasi la rimproverai
"stai tranquilla, ho fatto strada con un ragazzo dell'uni, Diego" mi spiegò apparecchiando la tavola
"ah si quello che ci prova con te" ridetti
"non è brutto! solo che non mi piace il fatto che ci provi con tutte -mi spiegò buttandosi a peso morto sul divano- com'è andata con gli pseudo cantanti? non mi hai più risposto ad un certo punto"
"si scusami, era entrato un ragazzo per una chitarra" le spiegai
"cantante?" chiese ridendo
"non lo so, ma comunque fosse era veramente bravo, quasi parlava quella chitarra"
"dai magari è un cantante vero!" disse più entusiasta di una bambina
"boh chissà, a tavola bambina" le dissi ridendo mettendo a tavola la nostra cena
la ragazza si alzò e si accomodò a tavola, quella giornata aveva un'aria diversa, come di cambiamento, non so bene perché, probabilmente dato l'arrivo imminente della primavera, ma decisi di non farmi troppe domande, e di godermi quella serata in tranquillità con la mia migliore amica, senza l'ansia del lavoro e dell'università.

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nuova storia su pippi!

non sono molto brava a fare gli inizi, ma vi prometto che più avanti sarà più bella.

un ringraziamento a rora che non mi ha assolutamente costretto a scrivere un'altra storia (ti amo)

vvb fatemi sapere che ne pensate
sere

nero mascara - piccoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora