Enemies in the Starry Night/ Anakin Skywalker

Prefazione

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Who will dry your eyes when it falls apart?
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Sin da quando Anakin Skywalker era arrivato nella capitale, Cassiopeia
non aveva più avuto una vita facile.

Era un pomeriggio soleggiato,  c'era un vento leggero e tutto era perfetto.
I palazzi all'orizzonte erano l'unica cosa che rovinava il momento, tutte quelle strutture alte che coprivano, quasi interamente, il colore del cielo dalla sua vista.
Era tutto pacifico, fin quando non si sentì il rombo di un motore che si avvicinava a loro:
 era
l'astronave del Jedi Qui-Gon Jinn, che atterrò sul tetto del palazzo del consiglio, senza alcuna difficoltà.
 Ad aspettarli si trovava già Lord Palpatine che non vedeva l'ora di parlare con la regina, ad accompagnarlo c'erano le guardie ed una piccola bambina di a malapena 9 anni, nascosta dietro ad una delle altre navicelle parcheggiate.

Cassiopeia  osservò attentamente la navicella appena arrivata, era la nave spaziale più grande che lei avesse mai visto, non che ne avesse viste molte nella sua vita, ma questa era decisamente la più grande.
Aveva una forma triangolare, leggermente allungata, mentre il colore non attirava l'attenzione, infatti era di un grigio metallizzato, facile da mimetizzare.

Quando le porte si aprirono, rimase ancora più sorpresa dalle persone che ne uscirono,  la regina insieme alle sue ancelle, tutte truccate di bianco e vestite con abiti arancioni che le coprivano anche il capo, dietro di loro spuntarono i due Jedi insieme ad un mostro molto alto e dal muso allungato ed un bambino, anche lui con circa dieci anni di età,
Cassiopeia lo guardò incuriosita, non si aspettava persone nuove con il piccolo gruppo, soprattutto non una persona come lui.
Erano finalmente tornati da una missione speciale, salvare la sovrana di Naboo, una terra piccola e pacifica, ma che nell'ultimo periodo era stata attaccata dai Sith e minacciava la vita della regina.

I due Jedi, Obi-Wan Kenobi e Qui-Gon Jinn si fermarono subito a parlare con Palpatine e proprio in quel momento la bambina uscì dal suo nascondiglio e corse dal fratello, ansiosa e contenta di vederlo dopo una missione lunga e difficile. Come ogni volta la bambina aveva paura che Obi-Wan, potesse non farcela e l'abbandonasse, e ogni volta tutto ciò veniva smentito dalla realtà.
"Obi!"
Disse lei avvicinandosi al fratello e avvolgendo le sue braccia attorno alla sua vita, appoggiando il viso contro il suo petto.
"Cassy, cosa stai facendo? Cosa ci fai qua? Tu non dovresti essere qui"
Successivamente, senza aspettare una risposta, si girò verso Qui-Gon.
"Mi scusi maestro, sarò subito di ritorno"
Il Jedi lo congedò con un gesto della testa, tornando poi a parlare con Palpatine.

"Cassy cosa ci fai qua? No, parleremo dopo, ora vai con la Regina, Anakin e Jar Jar Binks"
Cassiopeia si voltò verso la donna vestita in abiti eleganti e con un acconciatura stravagante, sembrava proprio una regina, era bellissima, e a primo impatto sembrava anche molto seria.
Era accompagnata da tre ancelle vestite di arancione, e truccate anche loro di colori chiari, mentre i loro volti erano ricoperti di bianco.
"Va bene...Chi sarebbe Anakin? Io sono venuta solo per vedere se stav-"
"Basta" la interruppe lui. "Parleremo dopo" 
Lui le sorrise dolcemente, lasciandole una carezza sulla testa.
La bambina annuì e  si mosse a passo svelto verso la navicella, raggiungendoli, e sedendosi poi accanto al bambino, l'unico posto libero rimasto.
Intanto Obi-Wan Kenobi tornò a parlare con il senatore e il proprio maestro, discutevano del nuovo bambino, e della sua potenza, unica nel suo genere.

Cassiopeia poi si girò incuriosita verso il nuovo arrivato,  non era sicura di chi fosse e del perché fosse con loro, stava per parlare quando quest'ultimo la precedette.
"E tu chi saresti?"
Chiese lui incuriosito squadrandola da testa a piedi.
"Cassiopeia, la sorella di Obi, e tu? Come ti chiami?"
"Anakin Skywalker, e così sei la sorella di un Jedi?"
"Ehi! Ne diventerò uno anche io un giorno"
"Non è un lavoro da femmine"

Da quelle poche e semplici frasi i due capirono di non andare d'accordo, e tra i due si sviluppò una forte rivalità.

Una volta che furono arrivati nel palazzo successivo, dove si trovava la futura abitazione della sovrana, Anakin, Cassiopeia e Jar Jar,si sedettero su delle sedute  fuori dalla sala, dove il senatore parlava con la regina.
Gli era stato detto che non potevano entrare, infatti  avrebbero parlato di argomenti da adulti e anche molto privati, anche se neanche la regina sembrava tanto un adulta.
"E così tu sia sorella di una Jedi"
disse Jar Jar con la sua grammatica inesistente, cercando di rompere il ghiaccio.
La bambina annuì e disse emozionata.
"Si, ed ha anche promesso di allenarmi in futuro, e diventerò il Jedi più potente del mondo, non vedo l'ora!"
"Io non ho mai sentito parlare di Jedi femmine"
Mormorò Anakin.
"Allora io sarò la prima."
Rispose Cassiopeia, sicura di se.

La giornata passò velocemente, tra i consigli vari, gli altri Jedi stavano decidendo cosa fare di Anakin, infatti nei vari consigli che avevano tenuto quel giorno stavano determinando se permettere a quel bambino così strano di vivere con loro, non avevano mai visto una forza così potente in nessuno, tranne il maestro Yoda.
Si erano accorti anche della grande quantità di forza nella sorellina di Obi-Wan, ma non avrebbe mai raggiunto i livelli di Anakin.
Quin-Gon Jinn ricordò a tutti della profezia, secondo la quale, un ragazzo con una forza incredibile avrebbe distrutto i Sith, ma il consiglio era comunque insicuro.

I bambini quella notte vennero portati in due stanze separate, non sarebbero rimasti lì per molto, infatti la castana andò nella stessa stanza di suo fratello, mentre agli altri due venne affidata una stanza degli ospiti.

Il tempo passava e arrivò il momento in cui Qui-Gon morì, lasciando Obi-Wan da solo, con l'incarico di addestrare due Jedi.
Era la prima volta che accadeva una cosa del genere e lui era orgoglioso di ciò.
Sapeva di star portando un carico pesante sulle sue spalle, ma avrebbe fatto del suo meglio.

Il tempo intanto passava ed i due bambini venivano allenati insieme, crescevano di forza, ogni giorno un pò di più, e ogni giorno la loro rivalità continuava.

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