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Half love
Half regret.
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Quando Anakin e Obi-Wan tornarono, avevano in mente un obiettivo preciso: scoprire l'identità del cacciatore di taglie che aveva cercato di uccidere Padmé, e soprattutto chi lo avesse assunto. Si erano ormai trasformati in veri e propri detective, una missione che nessuno di loro avrebbe mai previsto. Obi-Wan, in particolare, aveva cercato di evitare proprio questa situazione, ma una volta entrato nel gioco, non poteva più tirarsi indietro. Le parole iniziali che aveva detto riguardo l'importanza di mantenere un basso profilo sembravano ormai lontane, e lui si rendeva conto di quanto si fosse trovato invischiato in un complicato gioco di intrighi e pericoli.Quella mattina, però, i tre si ritrovavano a colazione in una stanza appartata, lontani dagli altri. Padmé, infatti, era impegnata in una riunione con i principali esponenti della sua società, lasciando a Obi-Wan e ai suoi allievi il tempo di discutere senza il rischio di essere ascoltati da terzi. Il palazzo era tranquillo, e l’atmosfera apparentemente serena mascherava le tensioni che tutti sentivano.
Obi-Wan, che aveva passato la notte a riflettere su tutto ciò che avevano scoperto, stava esponendo il piano di azione. "La situazione è grave," disse, con una calma che solo un Jedi esperto come lui riusciva a mantenere. "Dobbiamo scoprire chi c'è dietro il cacciatore di taglie, perché questo è solo un pezzo di qualcosa di molto più grande."
Ma nonostante la serietà delle sue parole, Obi-Wan notò subito che nessuno dei suoi due allievi sembrava ascoltarlo davvero. Anakin fissava nel vuoto, evidentemente perso nei suoi pensieri, mentre Cassiopeia si mordeva il labbro inferiore, preoccupata per la sicurezza del fratello e della missione. Dopo aver parlato per qualche minuto, Obi-Wan si fermò e, senza neanche cercare di nascondere la sua irritazione, scrutò i due ragazzi.
"Voi due, che cosa stavo dicendo?" La sua voce, gelida e carica di autorità, fece scattare un'attenzione immediata nei due. Sentivano il suo sguardo penetrante, e sapevano che non stava scherzando.
"Beh, tu..." cominciò Anakin, senza molta convinzione.
"Lo sai, lo sai benissimo," continuò Cassiopeia con tono quasi di sfida, incrociando le braccia.
Obi-Wan non aveva bisogno di risposte più elaborate. "Bene. Non possiamo continuare così. Mi sembra che ogni volta che parlo, voi vi fate distrarre. O mi ascoltate, o vi escludo dalla missione. Capito?"
La minaccia era chiara e diretta, e i due ragazzi non si mossero, consapevoli che non era il momento di fare altro che prestare attenzione. Obi-Wan sospirò, sentendo il peso della responsabilità che gravava su di lui. "Io partirò per cercare il cacciatore di taglie. Sarà una missione lunga e difficile, e non posso permettermi di portarvi con me. Non siete pronti."
Cassiopeia si sporse in avanti, la fronte aggrottata, le mani che stringevano il bordo del tavolo. "Non ti lascerò andare da solo," disse con fermezza, la voce che tradiva una preoccupazione che non riusciva a nascondere. "Non voglio che rischi la tua vita senza di noi. Non lo permetto."
Anakin, anch'egli deciso a non separarsi dal suo maestro, si unì al coro. "Abbiamo bisogno di te, Obi-Wan. Se ci porti con te, la missione sarà più facile. Possiamo finirla prima, ed essere tutti più al sicuro."
Obi-Wan scosse la testa, il viso impassibile ma lo sguardo determinato. "No, vi tengo lontani. Non voglio mettervi in pericolo, né compromettere il vostro futuro. Questa missione è troppo rischiosa."
Cassiopeia si alzò dalla sedia con un movimento brusco, battendo una mano sul tavolo. "Non è giusto! Non ti lascio andare da solo!" La sua voce tremava, ma non per la paura: era rabbia. Non voleva perdere il fratello, non voleva vederlo affrontare tutto da solo.
Obi-Wan, pur comprendendo la sua paura, non sembrò cedere. "Non discutiamo. Non vi porterò con me."
Con un gesto quasi violento, Cassiopeia si voltò e uscì dalla stanza, sbattendo la porta dietro di sé. Anakin e Obi-Wan si scambiarono uno sguardo, entrambi consapevoli che il discorso non era finito. Ma sapevano anche che nessuno di loro avrebbe cambiato idea così facilmente.
Dopo un attimo di silenzio, Anakin parlò, il tono più grave del solito. "Non puoi trattarla così. Lei ha paura di perderti, lo vedi? È la sua famiglia, Obi-Wan. La sua unica famiglia."
Le parole del giovane Jedi colpirono Obi-Wan più di quanto avrebbe voluto ammettere. Sapeva di comportarsi da idiota, di farle del male, ma voleva solo proteggerla. Non riusciva a fare diversamente. "Lo so, Anakin. Ma non posso portarla in una missione così pericolosa."
Anakin, frustrato, si alzò e uscì dalla stanza senza dire una parola. Il silenzio che seguì pesava su Obi-Wan come un macigno. Nonostante il suo impegno a proteggerla, sentiva che ogni passo che faceva allontanandola da sé fosse un passo che li separava sempre di più.
Cassiopeia, intanto, si rifugiò nel giardino del palazzo, un angolo tranquillo e colorato, il suo luogo preferito per pensare. Camminava tra i fiori, lasciando che il profumo e i colori la calmasse un po’. Sentiva il cuore pesante, ma non riusciva a ignorare il fatto che, per quanto volesse stare vicina al fratello, non poteva costringerlo a fare qualcosa che non voleva.
Anakin la raggiunse poco dopo, avvicinandosi in silenzio e sedendosi accanto a lei. La sua mano si posò delicatamente sulle spalle di Cassiopeia. "Ho cercato di convincerlo, ma è troppo testardo."
"Lo so," rispose Cassiopeia, senza alzare lo sguardo. "E tu non capisci quanto mi faccia male vederlo così. Non voglio perderlo, Anakin. Non so come farò se succede qualcosa."
"Lo capisce, ma non sa come fare per non ferirti. Ha bisogno di sentirsi il nostro protettore. È così da sempre," spiegò Anakin, guardando il cielo sopra di loro.
Il giorno della partenza arrivò presto. Obi-Wan, con un tono che non ammetteva obiezioni, salutò i suoi allievi e si preparò per partire. "Siate prudenti," disse, con un ultimo sguardo preoccupato per i suoi ragazzi. "Ma proteggete Padmé. È il nostro compito ora."
Anakin e Cassiopeia salutarono a malincuore il loro maestro, salendo sulla navicella insieme a Padmé. Nonostante la separazione forzata, non c'era altro da fare se non completare la missione.
"Non era necessario tutto questo," mormorò Padmé, lamentandosi tra sé e sé mentre si sistemava nel sedile dietro di loro. "Perché pensano sempre che io non sia capace di proteggermi?"
Il viaggio verso Naboo fu tranquillo, almeno all’inizio. La principessa continuava a esprimere il suo malcontento per la situazione, ma alla fine, senza altri incidenti, atterrarono in un parco magnifico, poco lontano dal palazzo. La bellezza del paesaggio faceva sentire tutti un po’ più sollevati, ma Cassiopeia non poteva fare a meno di pensare al fratello e alla missione che avrebbe dovuto affrontare.
Prima di scendere dalla navicella, Cassiopeia si fermò un attimo per inviare un messaggio a Obi-Wan. Accese il trasmettitore, e l’ologramma di lei apparve davanti a sé, mentre parlava con una voce calma, ma carica di preoccupazione.
"Fratellone, siamo arrivati sani e salvi su Naboo. Adesso ci sistemeremo. E tu? Come va la tua missione? Hai scoperto qualcosa di nuovo? Rispondici presto."
Quando la comunicazione fu chiusa, sollevò il bagaglio e si unì agli altri, seguendo Padmé verso il palazzo. Non sapeva cosa li aspettava, ma sapeva che la missione sarebbe stata più difficile di quanto avessero mai immaginato.
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Enemies in the Starry Night/ Anakin Skywalker
FanficCassiopeia e Anakin sono sempre stati nemici, sin da quando erano piccoli, si divertivano a litigare tra di loro e a competere. Ma cosa succederà quando i Sith rapiranno Cassiopeia e si accorgeranno della sua incredibile forza? Come reagirà Anakin? ...