Poison

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Michael odia stare in compagnia di molte persone. Tollera a malapena Calum a volte. Per questo motivo passa il tempo chiuso in camera a studiare, suonare la chitarra e ad ascoltare la musica. Ecco perché si definisce asociale da solo. Ma non gli interessa, fa solo ciò che lo tiene in vita. Nulla di più. Non gli importa che cosa pensa la gente guardandolo. É ormai da un mese che le sue giornate vanno avanti così, la maschera che indossa sembra essere diventata permanente. E non se ne preoccupa. Anzi, é quasi contento di come sia semplice mantenersi lontano da tutti. Calum cerca spesso di farlo uscire,ma fallisce sempre miseramente. Mike spera spesso che il Kiwi si arrenda con lui, ma d'altronde sa che egli non lo farà mai. E questo lo rincuora, perché sa di contare qualcosa, almeno per lui. Il ricordo dell'ultimo incontro ravvicinato con Ash, continua a perseguitarlo. Non tanto per gli insulti, perché quelli non erano neanche più un peso, ma i suoi occhi. I suoi stupendi occhi sempre così sfuggenti e vacui. Solo lui aveva avuto la fortuna di vederli luccicare di qualche emozione, un'emozione che a Michael era parsa amore, in un passato lontano. Era questo che rendeva il rosso debole, i loro ricordi, il loro passato insieme,  la parte di Ashton che non si mostrava mai, quella parte del ragazzo dai sussurri notturni. Infatti molto spesso, Michael, passava le notti ad ascoltare Ashton sussurrare cose dolci su di lui, anche se il riccio era convinto che il piccolo ragazzino dormisse. Michael si stringeva maggiormente contro il petto del maggiore e lo ascoltava, con gli occhi chiusi,  il respiro leggero,e col cuore aperto. Ashton alzava spesso lo sguardo, come se si sentisse a rischio nello svelare i propri pensieri e i propri sentimenti. Così Mikey approfittava della distrazione del maggiore per osservarlo,  in quei frangenti di tempo che gli parevano eterni, riusciva a vedere quel sentimento negli occhi verdi di Ashton. E quello era stato il suo veleno. Michael aveva scelto di essere intossicato da Ashton, e sapeva benissimo che ne sarebbe sempre stato avvelenato. Si sentiva come un pazzo, tutto quello che Ashton gli aveva provocato, il dolore, le lacrime, le sofferenze, veniva dimenticato. Come spazzato via. Perché Michael era sempre stato come creta fra le mani di Ash. E lo sarebbe sempre stato.
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Ashton cercava di parlare nuovamente con Michael dal loro incontro, ma il ragazzo dai capelli tinti sembrava sempre volatilizzarsi e per il questo il riccio non sapeva più che fare. Non riusciva più a capire dove dover sbattere la testa, così dopo due settimane di tentativi, si era rivolto alla persona più improbabile. Calum Hood.  Il loro "colloquio" era stato tutt'altro che piacevole, ma dopo un po' di pressing, il moro si era deciso a parlare. Ed adesso, Ashton si trovava davanti alla camera che Calum condivide con Michael. Il cuore cominciò a palpitare ad una frequenza stressante, così come il bussare della sua mano su quella dannata porta da cui non si udivano risposte.
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Michael stufo del continuo bussare aprì la porta con aria scocciata ed occhi lucidi.
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Lo sguardo di Ashton si posò negli occhi lucidi di lacrime di Michael. E si sentì morire.
Nota autrice: SALVEH BELLA GENTE, CI HO MESSO UNA VITA A SCRIVERE QUESTO CAPITOLO, SPERO VI PIACCIA. COMMENTATE PER FAVORE, MI PIACEREBBE SAPERE COSA NE PENSATE. VE SE AMA ♥♡♥

Daddy {Mashton}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora