17. Pelle, animali, umanità

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«Davvero pensate che senza fede, leggi divine e profeti a cui aggrapparsi, riusciranno a far funzionare le cose?» Il tono di Adam era calmo, ma gli alberi alle sue spalle furono mossi da un vento agitato.

«Stai forse cercando di imporre una tua religione sulle altre?»

«No, Dave, quello che sto cercando di dire è che gli umani, in ogni Sistema Solare, in ogni dimensione o realtà, tenderanno sempre a immaginare qualcosa o qualcuno di più grande per spiegarsi la loro esistenza, il senso della vita. È nella loro natura.»

Fu quindi Zarathustra a prendere la parola: «È vero, porsi le grandi domande sull'origine e il senso di tutte le cose è nella natura degli esseri umani; ma sono d'accordo, questa volta dovremmo lasciare un vuoto dove le altre volte è stato messo uno o più Divinità come risposta.»

«Si chiederanno comunque come superare il dolore dell'esistenza, come avere una vita felice, come contrastare il male e perseguire il bene...» obiettò con pacatezza Laozi Yuan, calmando il vento e riportando il sole sullo sfondo.

Siddhartha annuì, rendendo quegli alberi più rigogliosi e luminosi. «E come liberarsi dal Dolore. Chiunque, raggiungendo l'Illuminazione, potrebbe cogliere il collegamento di tutte le cose. La natura del Buddha potrebbe risvegliarsi anche nel Mondo Nuovo.»

«E se togliessimo questa opzione?» Alle spalle di Chris gli alberi lasciarono spazio a colline sabbiose, ridotte poi in piccole dune e infine spiaggia lambita da un mare calmo.

«Stai proponendo di togliere loro il libero arbitrio? Proprio tu?» obiettò Dave mentre piccole palme nascevano a ombreggiare la sabbia.

«In verità vi dico che se vogliamo evitare che si autodistruggano di nuovo dobbiamo cambiare qualcosa nel loro sistema di valori, renderli uniti e non disgregarli, dare loro qualcosa in cui credere che possano capire, toccare, questa volta.»

«Nessun miracolo, allora» scherzò Victor, con la testa china sui suoi appunti.

«Sì.» Trattenendo a stento un sorriso dietro la barba Chris continuò: «Propongo dunque di rinunciare agli atti di fede, di rinunciare a noi.»

Un leggero vociare riempì la stanza dalle pareti ora trasparenti e inconsistenti, del tutto neutre. Qualcuno parlava con il proprio vicino, altri si osservavano reciprocamente in silenzio, con curiosità e forse una punta di sospetto.

Dopo aver finito di trascrivere le considerazioni appena portate alla sua attenzione, Victor alzò la testa dal suo taccuino e sospirò. «Dovremmo capire come impostare una moralità senza lo spauracchio di un'Entità superiore che monitora il loro operato. Altrimenti questo nuovo mondo, seppure piccolo, fallirà.»

«Potremmo creare dei Governi di uomini per uomini.» propose Bab.

«E donne.» Miki corresse l'amico.

«Sì, scusa. Per uomini e donne, intendevo.»

«Ma deve essere per forza così? Uomini e donne e basta?» Ziggy sbuffò come un bambino a una lezione noiosa.

E come se parlasse a un bambino, Amaterasu gli rispose: «No, non deve essere così per forza. Ma l'attinenza e la somiglianza con il mondo principale aiuteranno a mantenere il legame con le anime. Lo stesso vale per l'aspetto fisico, il linguaggio, i paesaggi e tantissime altre cose. Altrimenti dovremmo tornare sull'idea di Reincarnazione, che però è stata scartata perché rischieremmo di perdere di vista l'equilibrio tra le energie.»

«Okay, Amat, mi fido.» Ziggy alzò gli occhi al soffitto inconsistente della stanza e buffò in modo teatrale, mettendo poi una specie di broncio; si rivolse quindi a Bab: «Scusa l'interruzione, continua pure.»

Fuga dal DopomondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora