Capitolo 3

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                     Pov Arthur
Mancano esattamente due ore e tre minuti al gala di beneficenza e siamo messi peggio di quanto potessi immaginare: le decorazioni sono incomplete, i fiori non sono ancora stati sistemati ai lati della maestosa
scalinata in marmo, altre due cameriere sono coricate a letto con la febbre e con la nausea e nel salone dove si terrà l'evento sembra sia scoppiata una bomba, proprio come la mia stanza quando devo scegliere i vestiti da indossare.

Inoltre, la sarta non ha ancora consegnato ai principi gli abiti che le ho commissionato ieri nel tardo
pomeriggio e se non li recapita entro un'ora, il re mi chiamerà e mi licenzierà o peggio mi spedirà nella residenza a Wisle, dove gli unici esseri viventi presenti a meno di 50 km sono Klaus, il gufo, e Hugo, il maggiordomo.

Per di più, sapere che il banchetto non è ancora stato organizzato perfettamente è peggio di una lancia conficcata nel petto e questo mi sta provocando una crisi isterica, ma sto cercando di guardare anche il lato positivo.

I tavoli sono già stati apparecchiati, nonostante manchino i centritavola, tutta l'argenteria è stata controllata
con la massima cura affinché non fosse danneggiata e ieri sera i nobili hanno ricevuto l'invito e la maggior parte di essi ha accettato con piacere di partecipare al gala di beneficenza, con l'intenzione di sfoggiare la propria ricchezza e di mostrare la loro magnanimità alla famiglia più potente del regno, sperando di poter far colpo su uno dei cinque giovani e di poter combinare il matrimonio del decennio.

Ogni tanto, succede che durante le feste o i gala si creino degli scandali o dei litigi improvvisi che animano la serata, ma si spera sempre che tutto vada per il verso giusto e che non avvengano risse tra i principi e gli altri nobili, perché se esso succede, il giorno seguente tutti i giornali parlerebbero della vicenda unendo la realtà alla pura e semplice fantasia e alla voglia di lucrarci sopra.

<<Arthur, gli abiti che i principi sfoggeranno stasera sono stati consegnati a Sophie, che prontamente li ha lasciati nelle loro camere>>, ditemi che non sto sognando, almeno questo pensiero posso depennarlo dalla
mia lista mentale.

<<Ottimo Eleonore, speriamo di finire in tempo, ormai non manca poi così tanto all'inizio della serata>>.

<<Di certo termineremo in tempo i preparativi, non dubitarne, ma c'è un minuscolo problema>>, ecco, me lo sentivo, figurati se ho una gioia.

<<Dimmi, cos'è accaduto?>>, guarda potrei svenire tra dieci secondi se qualcuno non mi dice quello che è successo.

<<Ciao, fratellone, te lo dico io. Il principe Thomas non vuole aprire la porta della sua stanza, ho tentato di persuaderlo in ogni modo, anche con la scusa di dargli il completo, ma non ne vuole sapere nulla, allora ho chiesto aiuto a James, ma la situazione invece di migliorare è precipitata e ha smesso anche di risponderci>>, Arthur mantieni la calma, respira ed espira, respira ed espira, proprio così, bravo.

<<Perché si è rinchiuso dentro la sua tana?>>, andrà tutto bene.

<<Non lo so, gliel'ho domandato sovente, ma la sua risposta ogni singola volta sono stati solo dei respiri alquanto rumorosi e scocciati>>, ottima motivazione, me la devo segnare.

<<Allora, agiamo con calma e pazienza, ora lasciamolo un attimo tranquillo e non pressiamolo, così magari
esce di sua spontanea volontà, ma se tra mezz'ora non si vede in giro o ci vado a parlare io o chiedo aiuto alle principesse, tutto chiaro?>>, mi stupisco pure io delle parole appena pronunciate con una serenità che non mi appartiene in queste situazioni, figuriamoci Eleonore o Koala.

<<Sì, ma se il re chiedesse di vedere i suoi figli?>>, Sophie non lo so, vuoi la verità? Spero che il re venga inghiottito fino a quando il suo pupillo non esce da quella camera con un sorriso smagliante.

Changes to the palaceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora