"Simo dove stai andando? Ho preparato la colazione!" esclama Laura, sovrastando il ronzio fastidioso della friggitrice ad aria.Edoardo alza lo sguardo dal telefono e aggrotta le sopracciglia, mentre Simone indossa le scarpe. Sa che Laura si è occupata della colazione: ha percepito l'odore dei croissant al cioccolato fin nella propria stanza. E' stato doloroso sentire quanto il suo stomaco gridasse per averne un pezzo. Ha dovuto seppellire il naso contro il cuscino per mandare via il profumo e ha dovuto trangugiare il bicchiere d'acqua che aveva sul comodino per ingannare le sue interiora.
"Scusatemi, voglio passare in biblioteca prima che le lezioni inizino. Comprerò qualcosa al bar dell'università." mente Simone."Sarebbe meglio mettere una brandina nella biblioteca in questi giorni, non ti vediamo mai" sospira Edoardo tornando al suo telefono.
Simone sente una fitta colpevole. "Mi dispiace, è solo gli esami si stanno avvicinando e-"
"Lo sappiamo, va bene così. Solo, promettici che sarai a casa per cena, ordiniamo qualcosa, vediamo un film insieme dai" lo supplica Laura.
Simone adora Laura, sono amici da anni. Hanno scelto di vivere insieme, dopo il liceo, pur non frequentando la stessa facoltà perché non volevano separarsi. Laura gli è stata vicino in momenti davvero...difficili della sua vita e gli è grato per questo.Perciò si arrende nel forzare un sorriso e annuire guardando l'amica negli occhi. "D'accordo, te lo prometto"
Si accorge che anche Edoardo sta sorridendo nel sentire le sue parole quando rivolge loro un rapido saluto e lascia l'appartamento.
Il suo sorriso si spegne non appena si chiude la porta alle spalle.
Essere a casa per cena significa dover mangiare un pasto.
Quindi dovrà restringere l'apporto calorico del giorno perché, anche se poi vomiterà, deve tenere conto delle calorie che verranno assorbite prima che riesca casualmente a raggiungere il bagno dopo cena.Vorrebbe davvero che l'edificio in cui vive avesse un ascensore perché, nonostante stia semplicemente scendendo le scale, le sue ginocchia stanno già dolendo un po'. Qualche volta deve sedersi e prendere una pausa anche mentre le sta salendo.
Non ha davvero niente da fare in biblioteca, ma aveva bisogno di una scusa per non sedersi e fare colazione con loro.
Decide di ingannare il tempo prendendosi un tè dal distributore prima di entrare in sala studio.
Quell'azione lo porta inevitabilmente a pensare al ragazzo del giorno prima.
Non che abbia mai smesso di pensarci.
Lo ha pensato mentre andava a lezione, lo ha pensato mentre era seduto al banco, lo ha pensato mentre prendeva appunti.
A pensato a lui finché non è riuscito ad addormentarsi.Pensa al perché abbia fatto quel gesto, se avesse secondi fini.Pensa che probabilmente sia stato uno scherzo, una sfida fatta con l'amico che poco prima era con lui, solo per prenderlo in giro.
Che altro motivo ci sarebbe? I ragazzi carini non fanno quel tipo di gesti per nulla, soprattutto non a Simone.
Continua a pensarlo mentre si dirige verso la biblioteca e va addosso a qualcuno."Oh...scusami" dice abbassandosi velocemente per raccogliere tutto il materiale fuori uscito dalla sua borsa. Per fortuna stava tenendo il bicchiere di tè ben saldo
Il ragazzo contro cui si è scontrato fa lo stesso per aiutarlo.
"Ehi ma te sei il ragazzo der tè""Simone" mormora quest'ultimo dopo guardato di sfuggita l'altro ragazzo, per non incontrare i suoi occhi, mentre continua a raccogliere le sue cose.
Da quando tiene tutte quelle penne nella tracolla?!"Piacere, io sono Manuel" gli dice l'altro ragaz-Manuel porgendogli una penna verde con un sorriso stampato in volto.
"Grazie" Simone cerca di recuperare la penna che Manuel sembra intenzionato a non mollare.
"Co' questo siamo a du favori eh, dovrai sdebitarti prima o poi" abbozza una risata, sperando di contagiare anche l'altro.
Si tirano su quasi contemporaneamente, ma Simone è colpito da uno dei suoi capogiri e barcolla finendo per versare un po' di te sul pavimento.
"Oh attento" Manuel lo afferra prontamente dalle spalle tenendolo saldo "Tutto okay? Pari fatto de porcellana, non cascare"Simone non sa come rispondere a quello, soprattutto non sa se dovrebbe offendersi perciò si scansa dalla sua presa e si allontana velocemente andando verso la porta della biblioteca.
Manuel rimane interdetto per un secondo al massimo, pensando di aver detto la cosa sbagliata, ma non vuole lasciarsi scappare quel ragazzo che lo affascia tanto perciò "Simò, aspetta" lo raggiunge in poco tempo."Stai andando a studia?"
"Di solito si fa questo in una biblioteca" non vuole essere scortese, ma Manuel lo tiene da un braccio, non è una presa ferrea, non gli sta facendo male è che avere le mani di qualcuno addosso lo mette particolarmente a disagio. Non sa cosa l'altro possa sentire tenendolo, spera soltanto non tutto il suo grasso."Posso veni con te?"
"Non è una biblioteca privata"E a Manuel basta quella risposta per lasciare andare il suo braccio e seguirlo all'interno della grande sala con un sorrisetto furbo stampato in volto.

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FanfictionSimone è ossessionato con l'inseguire la perfezione, ma ancora non sa di aver bisogno di qualcuno che fermi la sua ricerca disperata.