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Riesce ad arrivare a casa anche con le vertigini, ma deve sedersi lungo la scala perché si sente mancare e sa di dover raccogliere le sue energie per i suoi amici. Entra nell'appartamento con un enorme sorriso sul viso ed esclama il suo 'ciao' con entusiasmo e allegria.
Trova Edoardo in cucina, intendo a girare del pollo dentro una padella, l'odore lo colpisce come un muro di mattoni.
Ha un profumo talmente buono e anche se il suo stomaco piange per averlo, la sua gola sta già prudendo, temendo il cibo. Non è sicuro di quando sia iniziato, ma non ha più bisogno di imporsi con tutte le forze di smettere di mangiare; ora deve costringere il cibo lungo la gola. Il suo corpo ha imparato che tornerà su più tardi e la sua mente ha imparato a sentirsi una merda per tutte le calorie e lui ne ha letteralmente paura.Si avvicina alle spalle di Edoardo e posa il mento sulla sua spalla sinistra.
Edoardo mugugna un 'ciao' e abbassa leggermente la sua testa per strofinarla contro quella di Simone, in una specie di coccola.
"Sembra buono, cos'è?"
"Pollo al curry e verdure"Simone ringrazia silenziosamente il cielo che non ci siano carboidrati.
Spera soltanto che nelle 'verdure' non siano comprese le patate, quelle fanno piuttosto fatica a risalire."A che ora torna Laura?"
"Dovrebbe essere qui a momenti, aveva un progetto da finire o una roba del genere" risponde Edoardo mentre abbassa il fuoco sotto la padella e si gira verso Simone appoggiato contro il mobile della cucina. "Ma poi quel ricciolino?"
"Cosa?" Sa già dove vuole arrivare e lui si sente lievemente in imbarazzo.
"Ci hai parlato o..?"
"Mi ha dato il suo numero e...mi ha invitato ad una festa questo fine settimana"
Le sopracciglia di Edo si sollevano appena. Simone si domanda quando abbia iniziato a notare quanto sia diventato antisociale, perché la sorpresa sul suo volto è dovuta al fatto che Simone non abbia mai mostrato altro se non indifferenza per chiunque da quando si conoscono (tranne che per lui e Laura, ovviamente). E' sicuro che voglia chiedere di più, ma la porta dell'appartamento si apre e Laura entra in casa.
"Ciao fessi" saluta con allegria la ragazza, lasciando la propria borsa insieme con le scarpe vicino la porta.
"Simone ha un appuntamento!" è la prima cosa che grida Edoardo con un sorriso in faccia, con gli occhi ancora su Simone.
"Come?? Con chi?" Laura n'è entusiasta perché pensa che uscire e divertirsi un po' possa fare solo del bene all'amico.
"Non è un appuntamento!" cerca di difendersi Simone. "Un ragazzo mi ha invitato ad una festa"
"Ed hai intenzione di andarci?""Non lo so ancora..."
"Lo ha conosciuto in biblioteca, sto tipo, dovevi vedere come fissava Simone" Edoardo parla direttamente a Laura che ormai è lì accanto a loro, rivolgendole un'occhiata significativa.
Quest'ultima si sforza di mantenere un'espressione neutra.
I due lo fanno spesso, quindi Simone è abituato. Parlano 'oltre la sua testa' attraverso occhiate ed espressioni come una coppia di genitori farebbe per il figlio. Ha tentato di protestare e ribattere, chiedendo loro di smettere con quelle conversazioni silenziose su di lui. Non gli piace quando lo fanno, perché gli sembra di essere tornato nella sua vecchia casa. Ma sa che lo fanno solo perché si preoccupano davvero tanto.
Immagina di essere un po' troppo da sopportare per loro presi singolarmente, quindi sentono il bisogno di etichettarsi come un team; sono sempre un 'noi'.
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FanficSimone è ossessionato con l'inseguire la perfezione, ma ancora non sa di aver bisogno di qualcuno che fermi la sua ricerca disperata.