Extra Weston

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Di ciò che posso essere io
per me, non solo non
potete saper nulla voi, ma
nulla neppure io stesso.
Pirandello

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Dodici anni prima
Baghdad, Iraq

Weston

Lealtà. Dovere. Rispetto. Servizio altruistico. Onore. Integrità. Coraggio personale.

Quelli erano chiamati "i sette valori fondamentali dell'esercito" ed erano stati argomento della prima lezione durante l'addestramento.

Dovevamo essere leali alla costituzione degli Stati Uniti d'America, all'US Army, alla propria unità e ai propri commilitoni.

Ognuno doveva svolgere il proprio dovere.

Dovevamo trattare gli altri come avrebbero dovuto essere trattati, quindi con rispetto.

Dovevamo mettere il bene della nazione, dell'Army e dei subordinati prima di qualsiasi altra cosa, persino prima di noi stessi.

Dovevamo vivere secondo i valori dell'esercito.

Dovevamo fare ciò che era giusto, sia moralmente che legalmente.

Infine, dovevamo affrontare la paura, il pericolo o le avversità, sia moralmente che fisicamente.

E mentre faticavo a tenere gli occhi aperti, mentre i suoni dei fucili erano diventati ovattati seppur fossero vicini a me, mentre Jacob cercava di motivarmi a rimanere sveglio e a non perdere i sensi mentre cercava di bloccare la fuoriuscita di sangue, quei sette valori fondamentali continuavano a vorticarmi dentro la testa.

Se solo avessi avuto le forze necessarie, molto probabilmente avrei sorriso amaramente.

Bastardi.
Erano stati dei bastardi bugiardi.

Rumori di esplosivi mi stavano facendo sanguinare le orecchie e a ogni sparo tremavo leggermente.

Se solo avessi avuto le forze necessarie, mi sarei alzato e me ne sarei andato.

Invece, ero costretto a stare a terra in mezzo alla polvere e alle erbacce mentre percepivo quel dannato proiettile farsi sempre più spazio dentro di me.

Ero stato colpito.

Ero stato colpito al cuore e, molto probabilmente, sarei morto.

Grazie.
Avrei voluto ringraziare mio padre per avermi mandato a morire.

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Sei giorni dopo
Berlino, Germania

L'odore di disinfettante mi fece svegliare e, con tutte le forze che avevo in corpo, cercai di aprire gli occhi per poi, come premio, ricevere l'immagine di un soffitto bianco.

«Weston! Weston! Chiama un dottore! Weston si è svegliato!»

Quelle urla mi fecero stringere le palpebre e portare una mano alla testa dolorante.

Silenzio.
Bramavo solamente silenzio.

Un'immagine, però, mi costrinse a riaprire subito gli occhi: un fucile. Un fucile che stava puntando contro di me e che, senza bisogno di continuare a guardarlo, sapevo che di lì a poco avrebbe sparato un colpo.

Quell'immagine compariva ogni qualvolta chiudevo gli occhi e, quando li riaprivo, la dura realtà mi colpiva in pieno volto.

«Weston, stai bene?» domandò Jacob accanto a me mentre con sguardo allarmato attendeva impaziente l'arrivo del dottore.

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