Parte 4 - Un pericolo scampato

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Arrivati sul posto, io e Wendy iniziammo a fissare il menù appeso davanti al bancone degli ordini. Io non avevo la minima idea di che cosa prendere, a differenza della golosona, che guardava un hamburger a tre strati con la bava che colava a cascate dalla sua bocca. 

Io rimasi sul semplice, un cheeseburger, patatine medium e una Fanta senza zuccheri, lo so che è solo acqua frizzante, non giudicatemi. 
D'altro canto, c'era Wendy con l'hamburger a tre strati con insalata, ketchup (che non ho la minima idea del perché le piaccia), patatine extra large, alette di pollo piccanti e come ultima ma non meno calorica, una ciambella che poteva definirsi un salvagente.

Freya: << Sei alle porte di un digiuno bimensile per caso? >>
Wendy: << Ehm... no... Sai com'è, ho un pò di fame... >>
Freya: << Alla faccia del "ho un pò di fame", fra poco finivi tutte le scorte del fast-food! >> dissi, mentre indicavo il vassoio di Wendy che traboccava di cibo. << Sarà meglio per te che finisci ogni singolo boccone! >> 
Wendy: << Non ti preoccupare, sono munita di uno stomaco bello grande... eh eh! >> esclamò mettendosi in posizione da lottatore di sumo per poi iniziare a massaggiarsi la pancia.
Freya: << E va bene... forza, andiamo a sederci ad un tavolo, meglio uno da quattro che almeno ci stiamo pure noi oltre al tuo pranzo di Natale anticipato. 

Tra solletico, pizzicotti e battute mischiate ad insulti; non ci accorgemmo che il tempo passava molto in fretta, e dalle tre del pomeriggio che eravamo entrate, ora sono le sette di sera, le strade quasi vuote e dovuto al fatto che stava piovendo a dirotto, non si vedeva una mazza ad un palmo di distanza. Niente di meglio per due ragazzine sfinite dalla quantità di cibo (Perché sì, alla fine dovetti aiutarla a finire il resto), senza ombrello e nel buio più totale. 

Iniziammo ad incamminarci a passo svelto, cercando di non scivolare, con l'unico riparo che avevamo per entrambe: una cartelletta di arte di quelle fatte in plastica, poco durature ma che in quella situazione ci salvò, per così dire, dalla pioggia. << Per fortuna che misi tutte le tavole in un sacchettino di plastica, sarei spacciata sennò >> pensai. 

Un quarto d'ora dopo...

Freya: << Senti Wendy, sei sicura che la via di casa tua era per di qui? Stiamo camminando da un quarto d'ora invece dei soliti cinque minuti. >>
Wendy: << Ne sono certissima... Non ti preoccupare, eh eh? >> aveva un tono di una che non sapeva minimamente cosa stava dicendo o facendo. Non mi tranquillizzò affatto. 
Freya: << Non mi dire che ci siamo perse... >>
Wendy: << Potresti avere ragione, solo un poco però >>, << Ma ce la possiamo fare! Niente è perduto, apparte noi... >>

Dopo che Wendy fermò la sua parlantina, iniziammo a sentire dei passi davanti a noi...

Wendy: << Hey! C'è qualcuno? Abbiamo bisogno di aiuto! Ci siamo perse e sta pioggia di certo non ci aiuta! >> 
???: << Ma certo, perché non dovrei aiutare una signorina indifesa... ha-ha-ha-ha >> Vedemmo una sagoma grossa avvicinarsi, parlava con una voce molto bassa e un tono poco rassicurante, quasi inquietante. 

Dovevamo andarcene di qui.

Freya: << Wendy. Andiamo via. Ora. >>
Wendy: << Ma perché? Magari ci può aiutare. >>
Freya: << Le domande a dopo. Ora. Corri. >> ero molto seria, troppo seria, usavo il tono di qualcuno che non voleva perdere altro tempo in parole inutili. 
Wendy: << E va bene, peccato... >>

Iniziai a tirarla per il colletto del suo dolcevita di un rosa troppo sgargiante per i miei gusti. Dovevamo nasconderci, o almeno, far perdere le nostre tracce. Sentivo che qualcosa non andava con quell'uomo. 

Freya: << Lo abbiamo seminato?! >> dissi, guardandomi in giro cercando di riprendere il fiato. 
Wendy: << Chi seminato? L'uomo di prima? Come mai dovevamo seminarlo? >>
Freya: << Troppe... *respira affannosamente* Domande... Dobbiamo correre... Subito.,. >>

???: << Dove andate belle signorine?! Vi ho fatto paura per caso? >> Ridacchiò con una voce che ci fece intuire che non era un niente di buono, << non vi dovete preoccupare... Vi aiuto io... >>

Si stava avvicinando... cinque metri... tre metri... due metri... un metro... << Era la fine per noi >> borbottai...

??? 2: << Hey caro, che ne dici di tornare a casa... sta piovendo, non hai neanche l'ombrello ed è buio... Va bene, vero? Non vogliamo casino a quest'ora della sera. >> Una voce famigliare veniva da quella sagoma, accanto all'uomo che poco prima ci guardava, ora guarda lui per il fatto che poggiasse una mano sulla sua spalla. Aveva una voce calma, controllata, quasi arbitraria. Mi ero tranquillizzata, non sapevo perché... non sapevo neanche se quel ragazzo avesse le stesse intenzioni dell'uomo che ci continuava a perseguitare. Eppure lo ero.

???: << Non ti intromettere! *Provò a tirare un gancio* >>
Lo schivò spostandosi poco più a destra, davanti a noi.

Iniziai a notare solo ora che la voce era la sua, era proprio lui...

James: << Non ci provare neanche bel bestione! Sei troppo lento. >> Quando finì quella frase, si mise in posizione di difesa, estese una gamba, quella più vicina all'uomo, e con un movimento fluido e controllato, spazzò via la sua gamba, facendolo cadere. Il tutto in pochi attimi.

L'uomo era caduto, un tonfo riempì il silenzio della notte.

???: << Come ti sei permesso!? *iniziò a tirare una raffica di pugni alternati a calci in modo molto goffo* >>

James: << Senti amico... Dovresti smetterl- *venne colpito da un pugno* >>

James indietreggiò per un attimo, si rimise in posizione e questa volta il calcio lo fece finire in testa all'avversario. 

L'uomo, per il colpo cadde a terra una seconda volta, questa volta il tonfo era il doppio più rumoroso; si rialzò a stento e quasi ricadendo, si rimise in piedi...

???: << Tu... bartardo... me ne vado... ma non finisce qui! >>

Iniziò ad andarsene, eravamo fuori pericolo ed era tutto grazie a James... Era fradicio e perdeva sangue per colpa del colpo ben assistito dell'uomo.

Freya: << S-stai bene?! Perdi sangue dalla faccia... >>
James: << Sì... tutto bene, è solo un graffietto, voi invece, state bene? Quel pezzo di merda non vi ha fatto nulla giusto? >>
Freya: << S-stiamo bene... ed è g-grazie a te... >>

Lo abbraciai, ero in lacrime, era spaventata non sapendo cosa ci avrebbe fatto quell'uomo se non fosse arrivato lui. Non volevo saperlo ora che ero tra le sue braccia. 

Lui mise le sue attorno al mio busto in segno di risposta, mi tranquillizai...

Wendy: << eh eh eh >> iniziò a sogghignare mentre mangiava dei popcorn, che non avevo idea di dove li avesse tirati fuori. Sempre lei: << Continuate, continuate... Io sto qui solo a guardare >>

Freya: << Wendy!!! Io ora ti ammazzo! >>, << ehm. Volevo dire, ti abbraccio così forte da spezzarti le ossa. >>

Wendy: << No, aspetta! Non siamo scappate da un pericolo per poi ammazzarci a vicenda! >> iniziammo a correre in tondo, io cercando di prendere Wendy, e lei cercando di non farsi prendere, neanche fosse un cartone animato per bambini.

James, nel mentre, ci guardava molto confuso, poi si mise a ridere - 

Freya: << Cos'hai da ridere pure t-u... *borbottai con molto imbarazzo* >> Ero di nuovo rossa porpora in viso.

James: << *si asciuga le lacrime scaturite dalle risate* Niente... niente... Non ti preoccupare... >>, << Che ne dite se vi accompagno a casa? Eviterei la stessa situazione di prima, con me, i pervertiti staranno lontano da voi, non lo permetterei. >>

Io e Wendy annuimmo e ripensando alla situazione di prima, iniziammo a ridere, finalmente liberi della tenzione.


NOTA DELL'AUTORE:

Eccovi la quarta parte della storia su Freya, secondo voi come se la sarebbero cavata lei e Wendy se non fosse stato per James? Commentate e fatemi sapere la vostra opinione.
Ci vediamo nella prossima parte! :3

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