4. L'intruso

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La riconosce proprio grazie al cappello bianco da cui sfuggono ciocche di capelli castani. Greta è seduta dietro uno dei tavolini del bar che si affacciano sulla strada, protetta da una cortina di piante e ombrelloni. È sola e non sembra temere le frizzanti temperature autunnali, nonostante gli abiti leggeri. Il viso è nascosto da un foulard a fiori e da un paio di vistosi occhiali da sole.

Luca si getta un'ultima occhiata intorno, quasi nel timore di ritrovarsi vittima di un agguato; poi si siede davanti a lei.

«Ciao.»

«Ciao.»

Greta è imbarazzatissima, lo si capisce dalla postura.

«Che sta succedendo? Voglio dire... sei sparita così di colpo, io credevo...»

«Non so nemmeno da dove cominciare, è una situazione davvero imbarazzante per me.»

Greta si china sulla borsa ai suoi piedi ed estrae l'albo da disegno. Lo spinge verso Luca. Il giovane avverte il cuore accelerare i battiti. Tra i fogli chiazzati di inchiostro e matita trova la risposta ai suoi peggiori timori. Sono le vignette originali di Hugo delle meraviglie, quello autentico. La storia è la stessa che Greta gli aveva raccontato alle origini, i disegni hanno mantenuto il loro vecchio stile a metà strada tra il cartoonesco e il visionario. Hugo è di nuovo se stesso, un sognatore coraggioso dalle mille imperfezioni.

«Ti hanno rubato l'opera? O qualcuno ti sta minacciando?» Luca indica il volto coperto e gli occhiali da sole.

La ragazza si limita a scrollare le spalle. «Vorrei che fosse così semplice, ma la verità è che non so nemmeno io che cosa è successo di preciso. Spero solo che, oltre ai commenti offensivi su Instagram, quella cosa non ti abbia fatto del male.»

«Sto bene, tranquilla. Anzi, ora che me l'hai detto, mi sento sollevato dal sapere che non eri tu a gestire il profilo. Mi è dispiaciuto molto non sentirci più di punto in bianco, a un certo punto ho temuto addirittura che ce l'avessi con me per qualche motivo.»

«Avercela con te? Ma scherzi?» Greta sembra rilassarsi sullo schienale. «Mi dispiace di essere sparita così, ma... quell'essere si è portato via tutto. La mia vita, i miei amici, persino il ragazzo che mi piaceva... e sì, anche Hugo.»

«Ma chi farebbe una cosa del genere? Voglio dire, avrai pure tentato di denunciare questa persona.»

«Lo avrei voluto tanto, ma non posso. Non so come, ma lei ora è me.»

«In che senso?»

Greta si sfiora la tesa del cappello e se lo toglie con delicatezza. «Credimi, non vorrei farlo. Ma forse è il caso che tu mi veda per come sono adesso, altrimenti non mi crederesti. Ti prego solo di non gridare o fuggire via, lo spettacolo è parecchio disturbante.»

Luca trattiene il fiato, un brivido di paura che gli si inerpica lungo la schiena. «Ti ha fatto del male?»

«Mentirei se ti dicessi di no. Non c'è niente di splatter, tranquillo. Dimmi solo se te la senti.»

«Ma certo.»

Greta si toglie gli occhiali e abbassa il foulard quel poco che basta a scoprirle il volto. Luca impiega diversi secondi prima di rendersi conto di che cosa sta accadendo. La pallida luce dei lampioni lo aiuta a mitigare lo shock un po' alla volta, man mano che mette a fuoco l'immagine alienante che si dipana davanti ai suoi occhi allucinati.

Il volto di Greta non c'è più. La pelle rosea è liscia e priva di qualunque connotato proprio come il guscio di un uovo, o la testa di un manichino.

La razionalità gli impone di cercare una spiegazione logica, prima di arrendersi all'evidenza che la creatura che ha di fronte potrebbe essere definita un mostro.

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