8. Dietro la maschera

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La navata gotica della chiesa è pervasa da un brusio sommesso, sovrastato appena dal fragore del diluvio che incalza all'esterno. Greta solleva lo sguardo per osservare la platea disposta davanti a lei. Tra gli sguardi smarriti del pubblico accorso in cerca di un riparo e i cosplayers disorientati dal temporale improvviso, riconosce i volti di coloro che tengono uniti i frammenti della sua nuova identità. Espressioni sorridenti, cariche di attesa quanto di impazienza.

Greta sa che a loro dei suoi fumetti non interessa pressoché nulla, sono solo venuti per dare sostegno e niente più. Dopotutto è questo ciò che fanno gli esseri umani. Seguono il branco, comunque e dovunque.

Arriccia appena le labbra in quello che dovrebbe essere un moto di pietà, mascherandolo da sorriso. Non ha senso lamentarsi, è proprio grazie a quei coaguli di carne se lei riesce a sopravvivere. Continuerà a infestarli ancora e ancora, fintanto che l'abisso di vuoto che le si spalanca dentro non sarà del tutto riempito.

Alle sue spalle scorrono le immagini che ritraggono le nuove tavole di Hugo. Fiabe trasformate in incubi, sogni distorti dalla follia della realtà. È andato tutto bene, nonostante il messaggio ricevuto qualche giorno prima l'abbia profondamente turbata. Chiunque le abbia scritto non si è più fatto vivo. Poco male, sarà stato il solito hater invidioso; nulla che possa danneggiarla sul serio.

In ogni caso, non può essere lei. L'ha distrutta come tutti quelli che l'hanno preceduta e forse anche peggio. Deve solo stringere i denti e arrivare fino alla fine di quella presentazione interminabile e vuota. Sarà iniziata da neanche cinque minuti e non ne può già più.

Non è come se l'era immaginata. Il vuoto non si colma, le parole cariche di elogi del celebre scrittore che la sta presentando al pubblico rimbombano atone all'interno della navata, accozzaglie di sillabe che non interessano a nessuno.

Fuori la pioggia sembra aumentare di intensità, è come se volesse sfondare il tetto e penetrare all'interno della chiesa con i suoi pugni gelati.

Greta serra le dita e si morde la lingua. Vorrebbe gridare, ma non può che sorridere. Dietro di lei, Hugo ammicca con il suo sorriso sghembo. Greta vorrebbe dargli fuoco, annientarlo fino a ridurre l'intera pila di volumi accatastati accanto a lei in un cumulo di ceneri accartocciate.

L'immagine dei libri in fiamme sembra per un attimo placare la sua furia cieca. La distruzione la fa sentire viva, è il motivo per cui appesta questo mondo senza trovare mai pace.

«Ora, se non ci sono domande, lascerei la parola all'autrice.»

Finalmente quel vecchio si decide a lasciarle il palco che le spetta. Ma non è il silenzio che precede la ribalta ad accoglierla.

Un rumore di sedie spostate in fondo alla navata, poi un'esile figura avvolta in un impermeabile bianco si alza con decisione e la fronteggia senza mostrare un solo briciolo di paura, nonostante il volto sia nascosto da un foulard e da un paio di occhiali scuri.

L'intruso sbianca nella pelle che non gli appartiene, inciampa nelle sue stesse menzogne.

Non è possibile!

La vera Greta fa un passo in avanti. Stringe al petto un albo da disegno. Non è difficile immaginare che cosa contenga.

No!

Altre tre persone si alzano dal fondo della navata. Un giovane con gli occhiali, una ragazza dai tratti orientali e un vecchio prete ossuto. La fissano con sguardi ostili, del tutto privi di sorpresa. Loro la vedono, loro sanno.

L'intruso incespica, si aggrappa al tavolo dietro il quale vorrebbe solo sparire. Tutti gli sguardi ora sono puntati su di lui simili a canne di fucile.

L'intrusoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora