Kayn x Reader // League of Legends (LEMON)

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Alcune grosse gocce di sangue scorrevano lente dal mio braccio andando a macchiare la tunica sporca e logora che portavo addosso, e mi chinai stringendo i denti per il dolore.

Rialzai lo sguardo giusto in tempo per scoprire Kayn saltare nella mia direzione per tentare di colpirmi con un fendente dall'alto con la piccola spada che stringeva tra le mani. Schivai il colpo scattando di lato ma, non appenà lo vidi atterrare, sfruttò l'appoggio su quello spiazzo impolverato per lanciarsi nella mia direzione. Parai il colpo, ma con un abile movimento di lama il bambino fece ruotare la sua spada facendo cadere a terra la mia. Mi ritrovai la punta della sua lama a pochi millimetri dalla gola e mi bloccai: avevo perso, di nuovo.

"Basta così." parlò l'istruttore battendo le mani per annunciare la fine dell'incontro. "Ottimo lavoro, Kayn. Mentre per quanto riguarda te, T/N... Sai cosa fare. Imparerai a dare il meglio di te, prima o poi. Ora sù, datti una mossa."

"Sì, signore." dissi abbassando il capo in segno di rispetto.

Rialzai lo sguardo e notai che gli occhi di Kayn erano puntati su di me. Non riuscii ad interpretare la sua espressione, sembrava un misto di fastidio e dolore, ma dopo pochi istanti di contemplazione mi diede le spalle e scese dall'arena dirigendosi verso le panchine sparse lungo il perimetro dell'area dove sedevano gli altri bambini.

Un brivido mi percorse la schiena e mossi il primo passo verso la mia prossima destinazione sotto gli occhi attenti dell'istruttore.

Ero nata a Noxus, ma non mi ero mai sentita a casa, nemmeno per un istante. In un luogo dove solo i più forti sopravvivono come può esserci anche solo un angolo in cui riposare senza essere messi costantemente alla prova? Mia madre sapeva molto bene quale fosse la risposta ma era stata costretta a cedermi all'esercito prima che potesse mostrarmela.

La guerra contro le isole di Ionia era ormai iniziata e Noxus aveva deciso di arruolare anche bambini di dieci anni come me e Kayn per sfruttare la pietà degli ioniani, o almeno era quello che avevo sentito dai pettegolezzi di alcuni soldati. Dopo mesi di addestramento non eravamo altro che un esercito di ragazzini obbligati a crescere troppo in fretta.

Conoscevo Shieda Kayn fin da quando avevo memoria. Eravamo cresciuti insieme ma l'avevo sempre trovato un bambino difficile da comprendere; perso in se stesso, ma fin troppo sicuro di sé e delle sue capacità. Nonostante ciò mi ero sempre sentita particolarmente legata a lui e percepivo il nostro tipo di rapporto come qualcosa di ben oltre ad un'amicizia maturata nell'infanzia; eravamo legati fin nel profondo da qualcosa di molto più forte di noi.

Percorsi a passo svelto il lungo corridoio dalle pareti grigie e dall'architettura austera fino a discendere le scale che portavano alle celle. Muri di pietra grezza illuminata da poche torce lungo il perimetro ed un paio di soldati mi accolsero, i quali, non appena mi videro, si alzarono dai loro sgabelli.

"Di nuovo tu?" rise uno dei due. "Non sei stanca di farti punire?"

"Sì." dissi seria con un sospiro.

Il forte istinto di correre via, il più lontano possibile, prese possesso del mio corpo, ma mi trattenni pensando a quello che sarebbe potuto succedere se ci avessi anche solo provato. I figli di Noxus dovevano essere forti e pronti al dolore fisico e mentale per la loro patria, questo era quello che ci veniva ripetuto dal mattino alla sera dagli istruttori, ma a me importava poco. L'unica cosa che volevo era rimanere in vita.

Venni incatenata e la mia schiena esposta venne martoriata da una decina di frustate ben assestate. Non riuscii a fermare le lacrime di un pianto disperato, curandomi di non mostrarle alle guardie o sarebbero addirittura aumentate. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 07 ⏰

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