come due scemi

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1.     *Più vicini che mai*
Alessandro quella sera andò a quel rave party. Sperava di ballare così tanto da essere così sfinito da dimenticarsi di tutto quello che gli stava capitando.*soffrire può sembrare un po' fake se curi le tue lacrime ad un rave*
Quella sera bevve, bevve molto e ovviamente non acqua. In effetti parlò con molte persone, ma nessuna di quelle persone riusciva a vedere la sua sofferenza.
Solo una, apparte sua madre, ci riusciva:*Marco* Marco quella sera era lì, ma era lontano da lui. Lo aveva visto quella sera, ma non volle avvicinarsi a lui: aveva paura.
Però tutta la sera pensò a lui, tutta la sera non riuscì a dimenticare nulla, anzi.
Alessandro non stava bene. Se ne accorse quando non riuscì neanche più a muoversi, quando si sentì solo in mezzo a tutta quella gente. Corse in bagno e si sedette sul coperchio del wc con la testa bassa. Cazzo, quel bagno faceva proprio schifo.
Alessandro non ce la faceva più. Le lacrime scendevano e percorrevano il suo viso. Singhiozzava. Allora decise di fare quello che non avrebbe mai pensato di fare: chiamò Marco.

Marco nel frattempo era a parlare con degli amici, che ovviamente non erano Ale, non erano il suo Ale.
Ultimamente Marco rispondeva più spesso e più velocemente al telefono: sperava fosse una chiamata di Alessandro, anche se ormai ci aveva perso le speranze.
Quando il telefono nella sua tasca vibrava però quella speranza si riaccendeva, ma non era mai lui. Quella sera prese il suo telefono e vide la chiamata di Alessandro. Sembrava come se tutto il mondo si fosse fermato in quel momento
"Ragazzi devo rispondere ad una c-chiamata" Disse ai suoi amici e poi si allontanò. Rispose con il cuore in gola.
"Pronto?"
"Marco?"
"Ale"
"Vieni in bagno"
"Sto arrivando"
Qualcosa non andava, e a marco era bastato un attimo per capirlo.
Corse verso il bagno, facendosi strada fra la gente. Aprì la porta e vide Alessandro sulla tazza del wc con il capo chino.
Si fermò a guardarlo.
"Ci-ciao marco"
"Ale..." Disse con tono triste, vederlo così gli spezzava il cuore.
Ale cercò di nascondere il tutto con un tono isterico
"E nulla, eccoci qui haha"*ma più rido più mi si fredda il cuore*
"Ale non stai bene vero?"
"Sto di merda"
Marco rimase lì a guardarlo, in piedi davanti a lui.
"Che c'è?" Disse Alessandro alzando il capo
"No è che sei..." non sapeva se dirlo oppure no "...sei così... sei bellissimo." Aveva un nodo in gola a vedere Alessandro così.
"dai... siediti" Disse indicando un mobile bianco davanti al wc. Marco si sedette e rimase in silenzio mentre ale tratteneva il pianto.
"Hai bevuto?"
"Da schifo"
"Siamo due ubriachi"
"Hahaha"
"Ale..."
"Si?"
"Cosa succede?"
Quelle parole smossero lo stomaco di ale.
"Sono venuto qui per svagare ma sto peggio di prima. È tutto un casino. Lo sai che non piango mai, se piango sto uno schifo."
"Anche per me in questo periodo è un po' tutto grigio... c'è qualcosa che mi manca"
"Cosa?"
"Tu Alessandro. Tu."
Alessandro era a un passo dall urlargli addosso quanto lo amasse.
"Non penso che davvero possa mancarti qualcosa di me."
"A me manca tutto di te. Mi manca il tuo disordine, il tuo sorriso appena sveglio, la tua fame perenne, i tuoi occhi, i tuoi abbracci, lo stare a letto giorni interi insieme, le tue scarpe sparse per casa, parlarti. I tuoi abbracci nella notte, il tuo bollitore sul comodino perché ti si secca la gola, l'affetto che non sai di dimostrarmi, tua mamma, aspettare a mezzanotte l'uscita delle tue canzoni anche se quello lo faccio lo stesso..."
"Aspetti mezzanotte per l'uscita delle mie canzoni?"
"Sempre"
"E ti manca mia madre?"
"Come fa a non mancarmi quella donna?"
Alessandro sorrise, aveva gli occhi languidi.
Ci fu un altro silenzio lungo. Nessuno dei due però ce la faceva a stare più così distanti. Marco disse con tono calmo
"Ti va di sederti qui... affianco a me?"
Alessandro si alzò e andò vicino a marco, ma non si sedette affianco a lui: si sedette sulle sue gambe, avvolgendo le sue alla sua vita. Lo guardò sorridendo, e Marco rimase fermo, immobile per l'inaspettatezza del suo gesto.
"Che c'è, non ti piace?"
"Io ti voglio vicino sempre,lo sai." Sorrise a sua volta. Alessandro prese le braccia di Marco e se le mise attorno, per poi abbracciarlo a sua volta.*...senza dormire, abbracciami per favore*
"Ale... amore"
"Ti piace così?"
"Ti avrei abbracciato subito. Possiamo restare così tutto il tempo che vuoi"
Ale appoggiò la sua testa sulla spalla di marco, mentre lui lo stringeva a se.
"Sono qui ale"
Rimasero stretti per molto tempo, in silenzio, forse sussurrando, mentre fuori la musica era altissima.
"Siamo due coglioni"
"Esatto"
"Tutti ballano e noi invece siamo chiusi in un cesso abbracciati"
"Tu cosa preferisci tra le due cose?"
"La seconda sempre"
Dopo quasi un'ora, Alessandro si addormentò sulla spalla di Marco, ma si svegliò poco dopo.
Marco lo guardò, gli sorrise e sussurrò
"Ti porto a casa?"
"Tua o mia?"
"Mia"
Ale annuì. I due si alzarono e provarono a farsi strada tra la gente
"Aspetta voglio sentire la canzone"
"È una mia canzone"
"La so. È quella con madame"
"La sai?"
"*Mi fidederò ma non sarò senza riserve, temere di amare o amare senza temere niente*"
I due uscirono e appena fuori, appena trovarono un muro, Marco ci sbattè Ale
"Allora le ascolti ancora le mie canzoni"
Alessandro gli mise le braccia attorno al collo
"Le ascolto sempre,bello!"
Marco avrebbe voluto farne marmellata, ma non osò, non voleva sbagliare di nuovo.
Si fermò e poi lo guardò negli occhi sorridendo.
"Dai andiamo"
Andarono nella macchina di marco e iniziarono a parlare un po' di tante cose.
Arrivati a casa di Marco, lui prese Ale in braccio, salirono a casa e Marco lo portò fino al letto. Ale si tolse la maglietta rimanendo in canottiera e boxer, e così anche marco. Si misero l'uno sul petto dell altro.
"Ora stai meglio ale?"
"Sisì. Comunque non dovevi stare male per me, e soprattutto dovevi dirmelo. Anche a me mancavi."
"E se non ti fossi mancato?"
"Adesso siamo vicini però,giusto?"
"Sei tutto per me Alessandro."
Ale lo baciò lentamente e i due si addormentarono più innamorati che mai.

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