cancellare gli sbagli

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Erano lì su quella panchina. Era Primavera inoltrata ma quella sera a Milano faceva freddo. I loro respiri erano candidi come neve.
Erano ancora lì. Alessandro si stringeva nella felpa grigia di Marco. L'ultima frase che Alessandro aveva sussurrato aveva lasciato a Marco come una sensazione di gola secca, o di amaro tra i denti; Alessandro lo aveva fatto sentire speciale. *mi hai scelto subito, senza troppe domande*. Alessandro gli aveva appena detto che si sentiva al sicuro con lui.
"*perdonami se non sono leopardi*"
Tuttavia, per quanto quella frase fosse poco poetica, suscitò a Marco una tempesta di emozioni e sensazioni inspiegabili.
Marco appoggiò la sua mano su una coscia di Ale.
"Per caso ti da fastidio?"
"Non mi darebbe mai fastidio una cosa fatta da te"
Marco era riuscito a sciogliere quella corazza di Ale.
La mano di Marco continuava a scivolare sul suo interno coscia. Le sue gambe erano già divaricate, ma al passaggio della mano di Marco si aprivano di più, lentamente, come per lasciarlo passare.
Si scioglieva sotto le sue mani, sotto il suo tocco delicato.
Se glielo lasciava fare voleva dire che si fidava veramente di lui.
"Siamo soli. Su una panchina."
"Come due scemi"
"Si ahah"
Si guardarono un'altra volta e Ale si mise a ridere imbarazzato
"Che c'è ahahah?"
"Niente, sei bello"
"Ma smettila, sei molto più bello di me"
"Cos'è questa dolcezza stasera?"
"Non lo so, un'*overdose* d'amore"
Rimasero lì ancora per poco.
"Andiamo allora?"
"Vabene,andiamo"
Si alzarono e, mano nella mano, andarono verso casa si Ale.
In verità Alessandro non voleva tornare a casa perchè Marco se ne sarebbe andato quella sera, sarebbe dovuto tornare a casa sua, anche se non erano molto distanti.
Arrivarono davanti alla porta di Ale.
"Ciao Ale, io vado"
"Vabene, stai attento e copriti,fa freddo"
"...e sta piovendo..."
Alessandro aspettava solo che gli dicesse di voler restare, Marco aspettava solo che gli dicesse di rimanere.
Però nessuno dei due faceva nulla di ciò.
Si salutarono con un abbraccio e Marco voltò le spalle. Alessandro chiuse la porta ma...dopo poco la riaprì.
"Marco"
Marco si voltò verso di lui
"Che?"
"*insegnami a cancellare gli sbagli*"
"Cosa?"
"Sono pronto."
Marco tornò dentro dal suo Alessandro,
chiudendo la porta alle loro spalle.
Lo baciò rapidamente mentre Ale gli toglieva il giubbino. Si dirigevano verso la camera. Marco lo strinse a se e si gettarono sul letto. Marco era sopra e gli toglieva i pantaloni, mentre Alessandro faceva lo stesso con lui. Si tolsero le felpe e le canottiere. A loro erano rimasti solamente i boxer. Si guardarono.
Erano entrambi seduti sul letto e aspettavano in un si. Marco stava forse sbagliando qualcosa? No. Neanche Alessandro. Dopo essersi rassicurati su questo si riavvicinarono e tra un bacio e un altro si tirarono la coperta addosso.
Alessandro era finito sopra Marco. Gli tolse i boxer lentamente, guardandolo negli occhi. Ora era il turno di Marco; accarezzò il volto di Alessandro e gli sfilò lentamente i boxer. Lo guardò negli occhi, però stavolta Alessandro li chiuse.
"Stai tranquillo, ci sono io"
Era rimasto completamente nudo.
"Apri gli occhi, è tutto apposto"
Aprì gli occhi. Marco era bellissimo.
"Vedi, siamo nudi entrambi. Vuoi stare sopra o sotto?"
"Sotto"
Marco si mise sopra di lui mentre Alessandro apriva e gambe. Le portò sopra le sue spalle, le loro mani si toccarono. Marco si sentiva come di avere un cristallo fra le mani, così fragile. Iniziò ad entrare dentro di lui piano.
"Mh..." gemeva piano Alessandro, mentre Marco ansimava leggermente.
"Se ti fa male la smetto"
"Nono tranquillo...mh...non smettere..."
Marco continuò, le mani appoggiate al letto. Finì e subito si assicurò che Ale stesse bene.
"Allora? Come è stato" Disse Marco eccitato
"Bellissimo hahahaha"
Marco si lasciò cadere sopra Alessandro che lo strinse tra le sue braccia.
Rotolò su di lui. Le sue mani scendevano lungo il suo corpo e così la sua testa si avvicinava al basso ventre di Marco.
"Ale..." Si accorse.
"Ehehe"
"Ah...continua...non ti fermare...stai..."
Appena Ale finì risalì leccandogli la pancia.
Si mise sul ventre di Marco.
Quella sera era riuscito a superare una paura che lentamente lo stava dilaniando.
Ora erano l'uno affianco all'altro e guardavano il soffitto. I loro battiti erano già piano piano più lenti.
"wow...siamo"
"Nudi?"
"Anche"
"Belli?"
"Quello solo tu"
"Ma daai, così mi fai arrossire mooddino"
"Hahaha...no é solo che..."
"Adesso qual'è il problema Ale? Non ti è piaciuto?"
Era stato un momento in cui forse Marco aveva raggiunto il picco di euforia, il "è solo che" di Ale rappresentava per lui una sorta di calo improvviso.
"Nono, solo che siamo nudi e stiamo guardando il soffitto da un'ora mentre parliamo senza nemmeno guardarci negli occhi"
"Forse ci guardiamo troppo durante il giorno."
"Noi siamo..."
"...come due scemi?"
"Si, e mi piace"
"A me piaci tu"
Marco non riusciva a tenere nascosto nulla, e questo a volte lo fotteva, ma con Alessandro era diverso, e lo sapeva.
Guardò il soffitto con aria sognante, quasi appena appena indifferente mentre pronunciava quelle parole.
"Questa scena mi ricorda una tua canzone"
"Quale?"
"Zero. Mi sembra si chiamasse così"

come due scemi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora