R - Madri

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XI

16/04/2024

« Le femmine fanno la doccia la mattina, i maschi il pomeriggio. Le uniche camere in comune sono quelle dei pulcini, ma le culle delle femminucce sono a un lato della stanza e quelle dei maschietti dall'altra parte. I mezzi chiamano i neonati pulcini perché pigolano quando hanno fame. E i neonati hanno sempre fame o sete. »

« I pulcini sono accuditi dalle tre suore, ma ogni suora predilige una fascia d'età diversa. Dagli 0 ai 2 anni se ne occupa Carmelita, dai 3 ai 4 Mary Jane e per i più grandi, Yuma e Mei, Maddalena. Loro tre fanno di guardia giorno e notte al perimetro del convento. E giorno e notte si tengono impegnate. »

« Le suore hanno sempre qualcosa da fare: il bucato la mattina, impastano il pane la sera e lo lasciano lievitare per tutta la notte per sfornarlo al mattino. Rammendano i vestiti e ne cuciono di nuovi. Consolano gli incubi dei mezzi e sedano i loro spasmi affettivi e i pianti ininterrotti dei neonati. »

« Quindi, ci sono tre suore e quanti bambini? » domandò mia madre incuriosita dai miei primi giorni a Leechtown.

« Dieci cuccioli. Due adolescenti, quattro bambini e quattro neonati. » e uno mezzo morto - aggiunsi mentalmente.

« Sarà divertente averli attorno. »

« Non ci so fare con i bambini. Avresti dovuto vedere Leonard. Lui... lui sì che ci sa fare. E i mezzi parlano di lui come se fosse un supereroe. Poi c'è Abbey... Abbey è innamorata di Leonard. »

« Abbey? »

« Ha due anni e mezzo. E... hai presente John Smith, mamma? »

« È un nome familiare. Mi ricorda qualcosa. »

« Ricordi Pocahontas? Bene. Abbey ha visto così tanti film Disney da essere convinta che Leonard è in realtà il capitano John Smith. » e sorrisi anch'io.

« Forse perché sono sbruffoni entrambi. » emise un risolino timido e a questo seguì la sua domanda, la mia più grande preoccupazione, « Lui come sta? »

« In letargo. » mi lamentai, « Suor Carmelita dice che è in letargo. E non posso darle torto finché il suo cuore riprende a battere. »

« Tu come stai, amore mio? »

« Non lo so, mamma. Aspetto che muoia, così posso piangerlo e non assistere alla sua morte ogni tre fottutissime ore. »

« Non dire così. »

« Non ha speranze. »

E io non ho speranze senza di lui.

« Cosa ti ha detto Carlisle? »

La conversazione che avevo avuto con il nonno era stata inconcludente. Avevo iniziato da ciò che era certo, « Per la scienza, un paziente è in coma se giace ad occhi chiusi, non è risvegliabile e non risponde agli stimoli. Per la medicina, se smetti di mangiare potresti anche dimenticare come si fa a deglutire. Se non usi i muscoli per troppo tempo, questi potrebbero indebolirsi, assottigliarsi... se resta in quella posizione un trombo potrebbe bloccargli una vena, fargli perdere una gamba e... »

« Renesmee! » mi aveva richiamato all'attenzione, aveva alzato il tono di voce e concluso,

« Dopo averti dato alla luce, tua madre ha dormito per tre giorni. Sembrava ibernata... » si era interrotto per cercare le parole più adatte per non ferirmi « ... non sapevamo cosa stessimo aspettando, se il suo funerale o la sua rinascita. Ma il veleno non può essere spiegato. Il veleno rigenera, ricuce, guarisce. »

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