Capitolo 5

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Sto camminando per le classi cercando di ricordare qual'è la mia prossima lezione. Mi sembra biologia, ma sono indecisa tra matematica e italiano. Mentre ci penso vado a sbattere contro un ragazzo "Oh, scusami, ero immersa nei miei pensieri" lui mi squadra da testa a piedi, talmente attentamente che mi sono sentita a disagio per qualche secondo, ed ero tentata di andarmene se non mi avesse fermata "Sta tranquilla, anzi, sono io che mi devo scusare" lo dice con un sorriso sul volto, o meglio con un ghigno sul volto, che sicuramente avrebbe significato guai in futuro, ma visto che sto facendo tardi a lezione decido di ignorarlo e lasciare il problema alla me del futuro dirigendomi verso una delle tre classi a caso...

"Finalmente signorina Rossi ci degna della sua presenza" mi dice l'insegnate con il suo solito tono sarcastico. "Sa, neache a me fa piacere vedere la sua faccia da cazzo alle 7 di mattina sa?" Ok, forse, e dico forse, potrei aver esagerato, e credo lo pensi anche lei...
"Ma come si permette!? Siamo in una scuola e non al Mercato! Vada immediatamente dal preside!" Sbuffo, ma essendo obbligata mi incammino. Ok, non ridete, ma non ho la più pallida idea di dove sia l'ufficio del preside. Cammino a vuoto per circa un quarto d'ora prima di girare un'angolo e sbattere contro la più sexy delle professoresse. "Non dovresti essere in classe?" Perché deve avere degli occhi così belli? C'è veramente, non credo di aver mai visto degli occhi più belli dei suoi, per non parlare delle labbra quelle carnose e bellissime labb- "Ehi?! Ci sei!?" Il mio bellissimo ragionamento viene interrotto dalle sue dita che schioccano di fronte a me e dalla sua voce imponente che mi urla nelle orecchie. "Si, cazzo si! Ci sono porca troia, proprio nell'orecchio destro?!" Lei ridacchia e mi risponde "Preferivi forse che ti rompessi il timpano sinistro?" "Si! No cioè no! Sni?" Lei ride non so se per la mia faccia confusa o per il mio ragionamento privo di ogni significato logico e io mi lascio contagiare iniziando a ridere insieme a lei. "Comunque, io dovrei proprio andare in classe, e tu dovresti andare in presidenza no?" "Si... Ma tu come fai a saperlo?" Mi giro e lei è sparita... Cavolo se è strana.

Finalmente trovo l'ufficio del preside e con prudenza busso. Dall'interno sento un leggero 'avanti' pronunciato con voce roca, probabilmente causata dalla stanchezza o dalla vecchiaia. Applico un po' di forza alla porta ed essa si apre, rivelando un'omino sulla sessantina, talmente brutto che mi chiedo pk non sia ancora andato in pensione. "Salve signorina... -cerca il mio nome sull'elenco- Rossi, si Rossi. Mi potrebbe dire cosa ha combinato di così grave per essere stata mandata qua?" Io rifletto un attimo su cosa dire... Insomma, dire la verità o inventarmi qualcosa da zero? "Allora?" Tempo esaurito!! "La professoressa mi ha aggredito verbalmente e io ho risposto a tono, tutto qua" lui mi guarda storto e io allora emetto un sospiro rumoroso, rassegnata a dire la verità "Sono arrivata in ritardo, la prof me l'ha fatto notare e io le ho risposto male"
Lui fa un leggero sorriso e con voce calma aggiunge: "Va bene, credo tu abbia capito dove hai sbagliato, giusto?" "Si, si" mi affrettò a rispondere "Bene signorina. Per la punizione... Lei non va molto bene in storia giusto?" "No signore" "Benissimo, allora la sua punizione sarà prendere delle ripetizioni in storia! Inizieranno questo pomeriggio, ci vediamo dopo le lezioni nell'aula 001. Arrivederci." Lo saluto a mia volta e esco. Sinceramente non so se essere contenta o meno, in fin dei conti poteva andarmi molto peggio... Giusto?
Comunque adesso la mia domanda è un'altra... Chissà chi mi darà ripetizioni...

~~Spazio autrice~~
Scusate se la storia all'inizio è noiosa, ma serve come base per la "vera storia". Detto questo, buona lettura💞

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