Capitolo 12

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Alexandra prende un paio di cose e le appoggia tutte sul mobiletto al lato della stanza. Ha preso un sacco di sex toys, qualcuno più classico che conosco anche io, come un vibratore, un plug anale e delle pinze per i capezzoli (già tutto molto eccitante e preoccupante allo stesso tempo), e altri molto più strani e particolari, come delle palline... Un bastoncino...? Bho nel dubbio chiedo.
"Alexandra" lei si gira verso di me e con un ghigno mi risponde "Si baby girl?" Cercando di ignorare le farfalle al basso ventre che quel nomignolo mi provoca le rispondo "Quelli cosa sono?" Indico quegli oggetti, e lei con una risatina mi risponde, o per meglio dire mi prende per il culo. "Ma come? Una brava sottomessa come te che frequenta il BDSM da un paio di anni non ha mai usato nessuno di questi?" Rimango senza parole, pk veramente non so come può sapere quelle cose, e quando riacquisisco l'abilità di parlare ribatto difendendomi "Allora, primo, come fai a sapere tutte quelle cose su di me? Che sei una specie di stolker o cosa? E secondo, io ho usato solo le cose più normali, tipo vibratori e plug, non palline di ferro" lei si mette a ridere ma poi mi risponde mentre prende quelle strane palline e si avvicina a me "Se vuoi saperlo si, ti ho stolkerata, appena ti ho vista ho iniziato a cercarti ovunque, e appena ho capito che razza di troia sei ho capito che non potevo lasciarti andare. Per quanto riguarda questi piccoli giochetti che ne dici se te li faccio conoscere tutti, uno per uno?" Riesco chiaramente a sentire una scia di umori attraversare il sottile filo della brasiliana che indosso, finendo poi per colare leggermente a terra, vista la gonna che indosso. Ovviamente Alexandra lo nota, e come ovvia conseguenza divento rossa come un pomodoro. Dopo aver ridacchiato la professoressa sexy prende un paio di corde, e dopo avermi rassicurata sul fatto che non mi farà troppo male mi lega al letto. I polsi sono bloccati ai lati della ringhiera dietro di me, mentre le caviglie sono legate ai lati opposti della fine del letto, lasciandomi completamente esposta. "Sai baby, ho deciso di giocare con la tua figa oggi, mentre la prossima volta sarà il turno del culo" e mentre io continuo a versare i miei umori sul letto sempre più eccitata lei va verso i sex toys, prendendo due vibratori, uno normale e uno più piccolo. Dopo aver preso anche delle corde si avvicina a me, e dopo avermi alzato la gonna e strappato le mutandine inizia a smanettare un po' intorno alle cosce, riuscendo alla fine a legarmi il vibratore attaccato alla figa. "Non venire finché non sarò io a dirtelo", e detto questo l'accende. La velocità all'inizio è minima, tanto che quasi non riesco a sentirlo, ma dopo aver constatato che la posizione del vibratore era quella voluta Alexandra si riavvicina, aumentando progressivamente la velocità fino a renderla massima. Istantaneamente inizio a muovermi pervasa da molteplici brividi e spasmi, causando lo sfregamento dei polsi e delle caviglie con le corde. Il dolore mi costringe a fermarmi, per quanto possibile, ma Alexandra non sembra molto d'accordo con questa idea, infatti prende l'altro vibratore, quello più piccolo, e mettendo anch'esso al massimo inizia a passarlo sul mio clitoride. Inutile dire che stavo letteralmente impazzendo. Quasi immediatamente inizio a gemere, e la situazione peggiora quando inizia ad alternare il mini vibratore e le dita. Dopo pochissimo tempo, molto meno del previsto, l'organismo inizia a farsi sentire, perciò decido di comunicarglielo, seppur con non poche difficoltà. "M-master..." "Mistress tesoro, non mi sembra di essere un maschio" dopodiché mi fa l'occhiolino e ciò non aiuta la mia vagina che sta combattendo per non cedere al piacere. "M-mistress posso..." "No, non ancora" mi nega il piacere, e per torturarmi maggiormente pressa entrambi i vibratori sopra il mio clitoride. "Aaaah!" Un urlo mi esce spontaneo dalla bocca, e adesso sono sicura di non poter reggere ancora per molto, ma fortunatamente la mia bellissima mistress decide di darmi il permesso di venire, lasciandomi svuotare sopra il letto del locale. Ah già siamo in un locale... Aspetta... IL LAVORO! Immediatamente mi alzo in piedi, abbassandomi la gonna e avanzando traballante verso la porta per uscire e tornare al piano inferiore, ma ovviamente Alexandra è confusa, e vuole spiegazioni, perciò dopo avermelo fatto capire con un urlo incazzato decido di spiegare velocemente la situazione: "Io qui ci lavoro idiota, non posso abbandonare così il mio posto di lavoro... Oddio adesso mi licenziano... Se mi licenziano ti uccido! Te e le tue stupide idee..." "Scusami, ma da quello che ricordo la mia ultima stupida idea ti ha portata ad un organismo piuttosto potente" "Si, bhe grazie della scopata" e senza darle la possibilità di ribattere esco sbattendo la porta, correndo come una matta verso il piano inferiore.

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