Cesar Salad

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Cerco di non farmi prendere dalla voglia di tornare a casa. Sono completamente distrutta mentalmente; ci ho messo diverso tempo per imparare ad accettarmi, ed ora questa persona torna qui ripiombando nella mia vita come se niente fosse facendo crollare mura e castelli della mia fortezza. Adesso se pensa di potersi scusare e diventare amici non ha capito niente. Martha ha ragione. Lo devo far dannare e deve vedere di che pasta son fatta.

"Ciao" dice mentre apro lo sportello e salgo.

Se ne sta li che mi sorride, come se fosse un appuntamento galante. Come se non avessimo un passato. Devo ammettere che è bellissimo ha una camicia nera con le maniche arrotolate dove riesco a intravedere dei tatuaggi, ed un pantalone del medesimo colore; ha un profumo buonissimo, molto dolce, quasi da far girare la testa;

"Andiamo" non dico altro, deve capire che non sono qua per un appuntamento galante con lui

"Giornata tanto storta? O ti ha fatta arrabbiare il tuo ragazzo...quel meccanico... come si chiama... Jaden?"

"Jason, si chiama Jason e non è il mio ragazzo e no non son arrabbiata con lui ma con te. E poi oggi potevi evitare di dirgli che uscivamo insieme"

"Buono a sapersi" dice solo questo. Di tutto quello che gli ho detto risponde solo così

"Forse non mi hai ascoltata ho detto che sono arrabbiata con te e che non dovevi dire della nostra uscita"

"Oh no cara ti ho ascoltata, eccome se l'ho fatto; semplicemente non voglio rovinare la serata prima di iniziarla. Abbia tanto noi cui parlare" io decido di non ribattere, tanto non cambierà le carte in tavola; voglio solo arrivare al ristorante e tornarmene a casa, felice di aver ottenuto il suo silenzio, come da patto, sul nostro passato e basta.

"E comunque sei bellissima... lo sei sempre stata ma dopo diversi anni rivederti oggi mi ha tolto il fiato" non cederò al suo complimento, non mi farà alcun effetto. Sono qua per il suo silenzio non per altro

ME LO RIPETO IN LOOP

"Andiamo hai visto di meglio" cerco di cambiare argomento perché sono sicura che la mia faccia in questo momento sia come i miei capelli

"Lasciati contraddire" per un attimo distoglie lo sguardo dalla strada per guardarmi ma io tengo lo sguardo fermo sulla strada, cosa che dovrebbe fare anche lui, perché non lo reggerei ne sono sicura

"Guarda la strada idiota" dico fredda. Lo sento ridere ma non aggiunge altro. Rimaniamo in silenzio fino all'arrivo del ristorante.

Che mi venga un colpo mi ha portato in uno dei ristoranti più costosi di Seattle. Sembra accorgersene dalla mia faccia perciò mi rifila una battuta per smorzare;

"Pago io sta tranquilla" mi porge la mano per aiutarmi a scendere dall'auto che prontamente decido di non prendere ed entriamo

Ad accoglierci c'è una ragazza bionda platino con un vestito elegante corto e scollato ma comunque di classe; una bellissima ragazza, una di quelle che quando entra in una stanza ti fa puntare gli occhi solo su di lei senza staccarli mai

"Avevate prenotato?" chiede ma senza nemmeno guardarmi; sta guardando e parlando solo Lucas e la cosa mi urta ma non per lui figurati, odio proprio il genere di ragazza che fa l'oca come se ce l'avessero solo loro.

"Si. A nome Garcia" risponde Lucas senza darle troppa corda, anche lui probabilmente si è accorto che questa ragazza lo sta spogliando con gli occhi, ma rimane composto; non so se sia perché non vuole fare brutta figura con me o se perché questa ragazza non lo smuove

"Mi segua" continua a parlare con lui come se io non esistessi

"Ecco qua, se ha bisogno di qualsiasi cosa mi trova li in fondo, a completa disposizione" sottolineando bene l'ultima parola. Che squallore di donna; sembra accorgersi finalmente di me perché mi fa un mezzo sorriso prima di sparire in fondo alla sala per accogliere nuovi clienti.

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