5-daddy issues

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19 marzo 2005

TOM'S P.O.V:

«Ragazzi oggi è la festa del papà, avevate un tema su vostro padre»sentii il mio mondo crollare a quelle parole, mentre sentivo i racconti dei miei compagni di classe guardavo Bill, a disagio proprio come me. I testi parlavano di papà presenti, amorevoli e dolci. La mia era un'altra realtà.

«Kaulitz, i vostri temi?»
sapevo bene che la professoressa avrebbe fatto storie e si sarebbe arrabbiata nel sapere che non abbiamo fatto nessun tema, potevamo spiegarle quello che succedeva a casa, io sarei stato più che pronto a farlo, ma mia madre ci ha pregato ripetutamente di stare zitti, era per il nostro bene, ma il suo di bene? Mi importava più di ogni altra cosa. Poi, anche se spiegassi tutto ai prof, non se ne importerebbero più di tanto, ci hanno presi di mira, soprattutto a mio fratello, tutto questo mi sta facendo uscire di testa.

«Professoressa, non abbiamo fatto il tema.»dissi freddo, l'insegnate iniziò a sgridarci e deriderci davanti a tutti e infine ci mandò fuori dalla classe. Bill iniziò a piangere, era così fragile al tempo, lo abbracciai consolandolo, se avessi potuto prendermi tutto il suo dolore assieme a quello di mia madre l'avrei fatto senza pensarci due volte.

«Torniamo a casa.»fu l'unica cosa che dissi a Bill per poi incamminarci via verso casa.

Avevo paura di arrivare a  casa, vedere mia madre così incapace di reagire,  sentire quel mostro lamentarsi per ogni cosa e rimanere chiuso in camera per evitarlo.

Appena arrivammo a casa corsi da mia madre in giardino per salutarla, sembrava tranquilla..

Mi chiusi in camera con Bill, senza degnare nemmeno uno sguardo a mio padre, senza fargli gli auguri, si merita solo il peggio. Appena mi buttai sul letto sentii mia madre e mio padre litigare, come al solito, io e Bill uscimmo dalla camera per vedere il litigio, urlava contro mia madre mentre lei cercava solo di evitarlo rimanendo col tono di voce basso.

«Abbassa la voce ci sono i ragazzi!»urlò mia madre

«Non mi interessa di quelle due disgrazie!»disse tirandole uno schiaffo e spingendola, non potevo crederci, lo stava facendo di nuovo! Pesi Bill dal polso, stava piangendo perché vedere la propria madre venire picchiata fa solo infuriare.

«Rimani qui»dissi uscendo dalla stanza, presi la mazza della scopa e la buttai addosso a mio padre

«Staccati da lei mostro!»urlai cercando di non piangere, lui indietreggiò e mi guardò con uno sguardo omicida, proprio mio padre, sangue del mio sangue, mi avrebbe potuto uccidere senza pensarci due volte.

«Lurido stronzo!»disse mettendomi le mani alla gola, intento a strozzarmi, riuscivo a mala pena a respirare ma ciò non importava, l'importante era mia madre.

«Sei solo un mostro ecco cosa sei!»dissi senza fiato

«Lascialo» urlò mia madre colpendo mio padre, che mollò la presa appena sentii le sirene della polizia, ero confuso, la polizia era qui? Abbracciai mia madre consolandola, Bill uscì dalla stanza, aveva chiamato lui la polizia, quel mostro venne arrestato, ma tutt'ora ci tormenta.

Da quando ho iniziato questa vita, la crudeltà che è nata in me mi ricorda quella di mio padre

You can't go back-Tom KaulitzWhere stories live. Discover now