Capitolo 3

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<<Brutta troia, adesso vedi cosa ti faccio...>>

Era sempre la stessa storia.

Tutte le notti.

Sempre lo stesso incubo.

Le sue mani su di me.

Il rumore del mio cuore che si spezzava.

Il suo peso sul mio corpo.

E la sua voce sporca che mi sussurrava le peggiori cose.

Perché era così difficile superarlo?

Volevo in tutti i modi mostrarmi forte, ma non ci riuscivo mai. Ero solo una debole.

Era da due interminabili ore che ero seduta con le ginocchia strette al petto nel letto a fissare un punto vuoto nella stanza.

Pensavo e ripensavo a tutto quello che era accaduto un anno e mezzo fa, la mia mente non riusciva a pensare ad altro.

Mi domandavo spesso perché questa cosa sia capitata proprio a me, perché io?

Era una bella domanda, ma tutt'ora non riuscivo a darmi una cavolo di risposta.

Mossi la testa verso sinistra e controllai l'ora.

Erano le 04:00.

Ogni notte facevo sempre lo stesso incubo e sempre allo stesso orario.

Avevo forse qualche problema?

Sbuffai sonoramente, mi tolsi con un dito una ciocca di capelli dal viso e mi alzai dal letto.

Cercai di non fare troppo rumore, non volevo svegliare papà. Era tornato da poco dal suo viaggio di lavoro, mi aveva portato anche una bellissima sciarpa di seta. Era il migliore.

Aprii lentamente la porta della mia stanza, guardai prima da un lato e poi dall'altro e uscii senza nemmeno chiudere la porta.

Percorsi il corridoio lungo, tolsi le ciabatte per non fare rumore e scesi le scale fino ad arrivare in cucina.

Avevo proprio bisogno di bere, così aprii il frigorifero e presi l'acqua. Mi riempii un bicchiere e ingurgitai vari sorsi d'acqua fino a rinfrescarmi la gola secca.

C'era un silenzio assordante, non si sentiva nulla ma allo stesso tempo si sentiva tanto.

Posai il bicchiere, mi girai e feci per andarmene ma una vibrazione mi fece sobbalzare all'istante. Mi dimenticai quasi di aver portato il cellulare con me, così lo presi e lo sbloccai.

C'era un messaggio.

SCONOSCIUTO:

"Sei così bella."

Sgranai gli occhi.

Chi diavolo era?

Ma poi, perché mandarmi un messaggio nel cuore della notte? Tremai all'istante, quelle parole mi scombussolarono letteralmente.

Digitai in fretta "Chi sei?"

Risponderà? Forse si o forse no. Sono solo una stupida.

Lasciai perdere, spensi la luce e tornai velocemente in camera mia. Dopo questo messaggio avevo seriamente paura che qualcuno mi spiasse ed entrasse in casa forzando la porta.

Chiusi la porta della mia stanza a chiave, corsi verso il letto e mi portai le lenzuola fin sopra il naso.

Come se delle stupide coperte potessero proteggermi. Ovvio no?

La mia salvezza sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora