Il mio mondo stava crollando pezzo per pezzo.
Credevo di aver superato quella brutta parte della mia vita, ma la verità era che io soffrivo già fin da bambina.
Ho avuto un'infanzia felice, ero una bambina molto allegra e vivace, mi piaceva molto giocare con gli altri bambini e raccogliere fiori nel grande giardino di casa mia.
Non sapevo cosa volesse dire soffrire, non sapevo cosa volesse dire piangere per sofferenza, non sapevo ancora quello che mi sarebbe accaduto.
Avevo solo cinque anni quando mia madre si ammalò di cancro, ero molto piccola e non sapevo cosa le stesse accadendo realmente.
Però vedevo la stanchezza sul suo viso, vedevo le occhiaie profonde che le contornavano gli occhi, vedevo le sue forze diminuire giorno dopo giorno, vedevo che passava giorni interi a dormire e vedevo anche la sua testa fasciata dai suoi amati foulard colorati.
Era la mamma migliore del mondo, mi coccolava sempre, mi abbracciava quando prendevo un brutto voto a scuola, mi aiutava quando avevo più bisogno e soprattutto mi curava quando stavo male.
Io invece non sono riuscita in questo, non sono riuscita a curarla quando stava male. Avevo solo cinque anni.
Cosa poteva fare una bambina così piccola?
Non sapevo ancora cosa volesse dire la parola malattia, ero troppo piccola per sapere realmente la grandezza di questa brutta parola.
Ognuno di noi combatteva una battaglia, ognuno di noi cercava disperatamente che tutto il casino smettesse di fare rumore. Preferivo il silenzio, volevo che tutto smettesse di funzionare. Ma si sa, anche il silenzio può fare rumore a volte.
Odiavo il fatto di dover fingere costantemente. Il dover mettere un sorriso finto ogni volta davanti a tutti.
Il dolore era la cosa più vera che avessi mai provato. Ti entrava fin dentro le ossa, ti apriva una voragine nel petto, lasciando un vuoto incolmabile al suo interno.
Volevo essere felice, non forte. La mia vita, era in bilico da sempre. Avevo molti sogni da bambina, ma ad oggi quei sogni sono diventati solo polvere.
Dei miei sogni non era rimasto niente, l'unico posto sicuro in cui potevo rifugiarmi erano i libri.
Amavo leggere, amavo immergermi nelle storie altrui e viverle come se fossero mie.
Avevo il dono di viaggiare con la mente. Sin da quando ero bambina. Amavo creare scenari immaginari. E più lo facevo, più stavo bene. Volevo vivere quelle vite, ma purtroppo stavo vivendo la mia.
Viaggiare con la mente mi permetteva di vivere quello che avevo sempre sognato. E mi impediva di pensare al dolore che mi premeva sul petto.
Mi alzai controvoglia dal letto caldo, non avevo molta voglia di fare nulla in realtà, però non potevo nemmeno stare chiusa in casa per così tanto tempo.
Avevo passato tutta la settimana chiusa in casa, uscivo solo la mattina per andare a scuola, ma poi mi rintanavo tra le mura della mia stanza.
Non amavo molto uscire, preferivo stare per conto mio nella mia camera. Era forse sbagliato?
Andai dritta in bagno per una doccia veloce, mi vestii il più in fretta possibile e uscii dalla mia stanza senza fare troppo rumore.
Il mio outfit era composto da una maglia azzurra a maniche lunghe, una gonna nera non troppo lunga, e delle semplici scarpe da ginnastica.
Uscii di casa senza dire nulla a nessuno, fuori faceva abbastanza freschetto però per fortuna si stava bene.
Camminai per almeno una buona mezz'ora, fin quando non arrivai alla mia destinazione.
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La mia salvezza sei tu
ChickLitNon puoi giocare una battaglia già persa in partenza. Daphne Sanchez questo lo sapeva fin troppo bene. Perché provare a vincere se sai già che è una causa persa? La vita è piena di ostacoli e le cose non vanno mai come previsto, però perché perché...