Quando ero piccola, mia mamma aveva l'abitudine di raccontarmi una storia.
Ogni sera, dopo che mi mettevo a letto sotto le coperte al caldo lei, si sedeva accanto a me e mi raccontava la storia della principessa fatata.Raccontava di come questa ragazza era sola al mondo, non aveva nessuno su cui contare, non aveva nessuno con cui stare.
Io non potevo farne a meno di ascoltare questa favola, più lei me ne parlava, più io volevo saperne di più.
Ero una bambina curiosa un tempo, ero sempre pronta a scoprire cose nuove, ero una grande sognatrice.
Ma alla fine, chi era un bambino senza sogni?
Se non ci fossero stati i sogni a tenerci in vita, chi altro poteva farlo?
La principessa fatata era una ragazza piena di vita, era una forza della natura. La cosa che mi piaceva di più era che lei, non si era mai arresa.
Lei andava sempre dritta per la sua strada, non aveva mai paura, possedeva una luce immensa dentro.Io da piccola volevo essere proprio come la principessa, volevo avere dentro di me la stessa vitalità e la stessa forza che possedeva.
Purtroppo per me però, io sono cresciuta. Sono diventata tutto quello che non volevo diventare. Avevo avuto un infanzia bellissima, ero cresciuta qui in questa cosa con la mia mamma e il mio papà. Non avevo sorelle o fratelli con cui condividere le mie cose, non sapevo infatti cosa volesse dire averne uno. Da piccola era tutto più bello, le cose andavano sempre bene, avevo sempre un sorriso sulle labbra e ancora non sapevo cosa volesse dire la parola soffrire.
Crescendo però, tutto è cambiato. Il dolore giorno dopo giorno si era impossessato di me, si era conficcato fin dentro le ossa, si era preso la luce che tanto gelosamente avevo custodito.
Ormai nei miei occhi non c'era più nulla, c'era solo un immenso e triste vuoto.
Mi sono sentita sempre così piena di vita, ma anno dopo anno ero diventata invece sempre più apatica. Sapevo che non c'era cura per quelle come me, sapevo ormai che non c'era più alcuna via d'uscita. Io ero caduta dentro un tunnel, quel tunnel che sembrava così grande ma in realtà era così stretto che mi impediva quasi di respirare. Ero ancora bloccata lì, cercavo giorno e notte di uscire, ma più mi arrampicavo per cercare di uscire da lì, più le mani e il cuore mi sanguinavano per il troppo sforzo e dolore.
Era questo che pensavo mentre ero sdraiata nel mio letto, avevo le coperte fin sopra la testa, e l'unica cosa che ero capace di fare in quel momento era guardare fuori la finestra della mia camera. Nel cielo splendeva un sole forte e focoso, oggi era proprio una bella giornata. Non volevo stare ancora chiusa in casa, volevo uscire e vivere la mia cavolo di vita.
Ma c'era sempre qualcosa in mezzo al petto che me lo impediva. Sentivo come se un macigno si fosse conficcato proprio lì. Smettila di azzerarti e vivi. Decisi di alzarmi e mi precipitai davanti lo specchio. Ero conciata parecchio male, ma poco mi importava.
Corsi in bagno per lavarmi il viso, i denti e pettinarmi i miei capelli indomabili. Avevo dei nodi orribili, ma sapevo anche che avevo un capello abbastanza difficile visto che ero riccia naturale.
Uscii dalla stanza, scesi le scale e senza farmi vedere da nessuno aprii la porta e la chiusi lentamente alle mie spalle.
Feci un respiro profondo e iniziai a camminare. Andrà tutto bene.
Venti minuti dopo raggiunsi la spiaggia, era così bella e raggiante a quest'ora. Mi tolsi le scarpe e chiusi gli occhi beandomi della sensazione dei piedi a contatto con la sabbia calda. Non c'era quasi nessuno, forse era anche meglio così. Senza pensarci troppo, feci leva sulle braccia e mi misi seduta. Mi sentivo così stanca che quasi quasi mi addormentai lì seduta stante, ma le cose cambiarono velocemente perché mi sentii strana all'improvviso.
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La mia salvezza sei tu
ChickLitNon puoi giocare una battaglia già persa in partenza. Daphne Sanchez questo lo sapeva fin troppo bene. Perché provare a vincere se sai già che è una causa persa? La vita è piena di ostacoli e le cose non vanno mai come previsto, però perché perché...