Sulla terra cui Bonifacio VIII guarderà la venuta della sua quarta primavera, nascerà il simbolo della rovina e della salvezza, il frutto del peccato che da ere hai amato troppo...
Al calar della notte, Salomè si sedeva sotto i raggi della luna, poggiando la guancia sulle braccia, adagiate alla cornice della finestra. I mossi capelli dorati le scendevano disordinati sulla veste bianca, cui merletti cingevano le larghe maniche e il casto scollo, sempre chiuso dall'ampio fiocco. Mentre le iridi cristallo specchiavano il cielo stellato, ella sognava di volare su quell'astro sconfinato. Lo faceva da quando ne aveva memorie, seduta ai piedi della larga vetrata amava immaginare lunghe corse nei boschi, passeggiate ai mercati cittadini ed eroiche avventure. Fuori dalle mura della magione Horatia, il mondo doveva essere come lo raccontavano i suoi libri: capace di donare amori travolgenti, sfide gloriose e grandi amicizie. Sua madre, Maria Colonna, aveva da sempre esagerato: come poteva essere crudele la terra creata da Dio?
Quella sera, la piccola Salomè strappò un foglio di pergamena dal suo diario segreto, scrivendo poche righe dalla calligrafia decorata. Nonostante qualche lacrima avesse dipanato l'inchiostro di quel breve messaggio, la bambina era decisa nell'inviarlo ugualmente, d'altronde, in paradiso, ci sarebbe stato chi lo avrebbe compreso.
Piegata la pergamena, la manina candida della ragazzina superò l'uscio della finestra, lasciando che il vento trasportasse il suo uccellino di carta.
< Anno del Signore 1310 d.c.
A te Madre che mi stai osservando, dico che le stelle questa sera brillano di una luce splendente. Quando imparerò a volare e compirò il salto, toccherò quella più luminosa, riabbracciandoti...>
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Stella di Ishtar
Fantasy🖤 Un Romantasy unico dalle tinte Dark 🖤 Era così vicino... Abbastanza da farle sentire il respiro sulla pelle. Con sguardo gelido, egli le affondò il viso nell'incavo del collo, sfiorandole la pelle con la punta del naso. In balia della sua presa...