Cap 2

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Maximilien Martin, un uomo di mezza età, pienotto e dai lineamenti tondi, scese le scale correndo, ingarbugliandosi nel mantello merlettato

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Maximilien Martin, un uomo di mezza età, pienotto e dai lineamenti tondi, scese le scale correndo, ingarbugliandosi nel mantello merlettato.
"Salute, salute!" urlò, sbracciandosi verso Padre Pietro.
Il sacerdote, al fianco del suo cavallo, sorrise cordialmente, intrecciando le dita rinsecchite dietro la schiena.
"Fate con calma, Signore. Solamente nostro signore non si fa attendere".
Il nobile, sorreggendosi sulla ringhiera della scalinata di pietra, ansimava sbuffante, tenendosi la mano sulla nuca, quasi temesse di perdere lo scalpo castano.
"Oh, cielo" affannò, fermandosi ai piedi dell'ingresso di magione Martin "non credevo che Roma avrebbe mandato degli ambasciatori di Nostro Signore".
Il sacerdote annuì, allungando la mano.
"Permettetemi di presentarmi, io sono Padre Pietro, accompagnato da dama Salomé Horatia e il crociato Massimo, nonché mia fedelissima scorta".
"Oh, è un piacere!" esclamò l'uomo, stringendo energicamente la presa dell'anziano "avete al vostro cospetto Duca Maximilien Martin, signore di questa terra. Onorato di avervi a Chianale".
Padre Pietro allentò la stretta con cortesia, riassumendo una posizione eretta "Il piacere è nostro, Duca".
"Suvvia, lasciamo da parte i convenevoli, chiamatemi solamente Maximilien".
Salomé abbassò il capo in un lieve inchino di ringraziamento "e sia, vi ringrazio".

Appena il misterioso fanciullo era scomparso dalla visuale della dama, Massimo era sceso da cavallo, raggiungendola.
Arrivandole poco dietro, le aveva poggiato il manto crociato sulle spalle, sfiorandole le braccia con il dorso delle dita, fin sopra i gomiti.
"Prendete dama Salomé" le aveva sussurrato, avvicinandole il volto all'orecchio "o prenderete freddo..."

Senza attendere una risposta, egli si era voltato, dirigendosi verso il suo protetto. 
Le guance della nobile divamparono in un incendio involontario, tradendo la maschera della fermezza che ella credeva d'indossare. Sistemandosi una ciocca dietro l'orecchio e giocherellando con le dita, ella era tornata verso i destrieri, nascondendosi nel mantello fino a sopra il naso. Il caldo odore di cuoio e tiglio inebriava il tessuto, lasciando sulla fanciulla la firma del cavaliere. Il sol pensiero l'aveva fatta sussultare, i piedi le si erano intrecciati e ci mancava poco che cadesse con il volto nella neve. Tuttavia, quando la sua mente si era fatta più audace, una fitta alla testa l'aveva riportata alla realtà, lasciando il dubbio di avere un ascendente sul cavaliere solamente un fuggente pensiero.
Quasi d'istinto, portatasi le dita alla tempia, Salomé aveva rivolto il suo sguardo nella direzione del vicolo.
"Ah..." aveva sospirato, salendo sul cavallo "credo di aver bisogno di un po' di riposo..."

Padre Pietro, in cima alla fila, aveva alzato di poco più che un sussurro il tono, rendendo quasi impercettibile la sua risposta "non preoccupatevi, dama, una volta incontrato il signorotto della città, duca Maximilien Martin, troveremo un posto dove farvi riposare".

E così, percorrendo un breve tratto di Chemin Royal e superando il ponte che divideva il villaggio, il sacerdote si era fermato oltre un pittoresco borgo di pietra salvatosi dai segni del terremoto, il quale si affacciava su una modesta magione di pietra...

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