Non riesco più a dormire, il peso del disastro alla festa di Angela mi tormenta senza tregua. L'immagine dell'anziana donna stesa a terra con il volto contorto dal dolore mi perseguita, agitando le mie fragili emozioni. Sono sempre stata sensibile a queste situazioni e il pensiero che abbia avuto un infarto mi angoscia profondamente. Angela starà soffrendo terribilmente, e mi sento in parte responsabile. Forse se non avessi reagito con violenza nei confronti di Riccardo, tutto questo non sarebbe mai accaduto. La faccia di Cristiano sfregiata mi provoca un senso di disgusto così intenso da farmi venir voglia di vomitare, e il fatto che tutti intorno a me lo stessero facendo non fa che peggiorare le cose.
Il dubbio che mi assilla riguarda la mia relazione con Stefano. Forse non avrei dovuto perdonarlo così facilmente ieri sera. Anche se detestavo Cristiano e ritenevo meritasse una lezione perché so per certo adesso ragionandosi che si era avvicinato a me per fare altro, o addirittura per dare fastidio a Stefano, non avrei mai immaginato che le cose si sarebbero evolute in quel modo. Nessuno merita di finire con il volto sfigurato, nemmeno lui, anche se era ubriaco. Mi chiedo se sia meglio ignorarlo, se forse ho commesso un errore nel perdonarlo così in fretta.
La mia testa è in subbuglio e la confusione mi attanaglia. Decido di scappare sotto la doccia nella speranza di liberarmi dai pensieri. Strappo via la coda di capelli appesantita dal gel e mi lascio cullare dall'acqua calda. Mi strucco e mi lavo, cercando di purificare la mente da queste angosce. Poi mi vesto, decisa a fare visita ad Angela e soprattutto ad Alyssa.
Mi sono svegliata con un braccio intorpidito, addormentandomi sopra di esso la sera prima dopo che Stefano, dopo aver fatto quello che abbiamo fatto, se ne è andato a casa sua. Mi sono addormentata con il trucco ancora sul viso, la coda di capelli appiccicata al gel. La ferita, ancora pulsante, mi ricorda la mia vulnerabilità fisica e emotiva, aggiungendo un'altra dimensione di dolore al mio stato d'animo già fragile.
La doccia è stata un rifugio necessario, un'oasi di pulizia e liberazione da un'enorme pesantezza. Mi sentivo terribilmente male, sia a livello di igiene facciale - dormire truccata mi fa letteralmente orrore, e questa era la prima volta - sia per il disagio fisico. La mia faccia si sentiva appesantita e appiccicata, la coda di capelli era impregnata di gel e tirava tantissimo, provocandomi un dolore acuto. Quindi, lo shampoo è stato proprio quello di cui avevo bisogno per liberarmi da quel senso di oppressione.Sotto la doccia, finalmente mi sono un po' rilassata. L'acqua calda scivolava sul mio corpo, portando via con sé un po' della tensione accumulata. Ho cercato di esprimere tutte queste emozioni, lasciando che l'acqua mi trasportasse via, almeno per un momento, dalla tempesta di pensieri che mi assaliva.
Uscita dalla doccia, mi sono asciugata rapidamente e ho indossato un paio di pantaloni cargo color verde militare e una maglia nera, attillata ma semplice. Ho completato il mio outfit con un paio di Jordan quattro. Mentre asciugavo i capelli, ho avvertito una strana sensazione, come se mi stessi dimenticando qualcosa, come se ci fosse qualcosa che avrei dovuto fare ieri sera ma che mi ero dimenticata. Questo pensiero continuava a tormentarmi mentre usavo il diffusore per dare forma ai miei capelli.Mentre scendevo le scale, un brivido di terrore mi ha attraversato quando ho realizzato che mio padre non era ancora tornato con Diego. Ho emesso quasi un grido di sorpresa, coprendo la bocca con la mano dall'incredulità. Come ho potuto dimenticarlo? Sono tornata di corsa nella mia stanza, afferrando il telefono e sbloccandolo febbrilmente.
Mentre ero sotto la doccia, le mie amiche avevano cercato di contattarmi freneticamente. Alyssa mi aveva inviato 40 messaggi, Angela 12, Vanessa 30, Maria 5 con 50 chiamate perse, e persino Olivia mi aveva contattato su Telegram, Instagram e Snapchat, oltre a WhatsApp. Non volevo sapere cosa stesse succedendo. Il mio unico pensiero era che mio padre non era ancora tornato dalla passeggiata fatta ben 16 ore prima. Ho ignorato le loro chiamate e i loro messaggi, non volendo neanche dare un'occhiata a una sola parola.
Ho chiamato mio padre, e poco dopo ho sentito il telefono squillare in cucina. Scesa giù, ho preso il suo telefono, ho sentito il desiderio irresistibile di buttarlo per aria, ma ho cercato di mantenere la calma. Ho provato a chiamare Diego, mio fratello, ma nemmeno lui rispondeva. Rimaneva solo mia madre. Non sopportavo mia madre, la odiavo per avermi abbandonato. Ho chiamato lei, ma come al solito, non ha risposto. Mi chiedevo se si rendesse conto che suo figlio era scomparso da 16 ore, ma niente.
Ho aperto WhatsApp, determinata a chiedere il numero di Cristiano. Non volevo aprire le chat delle mie amiche perché sapevo che avrebbero chiesto spiegazioni e non avevo tempo per le loro divagazioni. Non volevo contattare Stefano o i suoi amici perché avrebbero potuto raccontarglielo. Alla fine, ho deciso di contattare le mie amiche sul gruppo, inviando un messaggio vocale.
<<Ragazze io non so cosa sta succedendo e perché mi avete mandato tutti questi messaggi ma adesso non mi interessa dovete aiutarmi a trovare il numero di Cristiano perché mio padre è mio fratello sono scomparsi da ieri pomeriggio alle 14 , non sono più torna->>Mentre pronunciavo le parole nel messaggio vocale, la voce si è spezzata e ho lasciato che il telefono mandasse il messaggio senza completare il mio discorso. Ho spento il telefono e l'ho gettato sulla tavola quando ho realizzato che Cristiano era in ospedale con la faccia distrutta. Come poteva sapere dove erano quei due? La mia testa era un caos. Mi scordavo di un problema solo per ricordarmene un altro, in un ciclo senza fine di ansia e disperazione. Non potevo più sopportarlo.
allora decido di richiamare mio padre e Diego una seconda volta, poi una terza, poi una quarta, fino ad arrivare a chiamarli 30 volte con tantissimi messaggi ma non ho ricevuto nessuna risposta. A quel punto non avevo scelta, dovevo andare a casa di mia madre.
Non volevo, non volevo affrontare tutto questo. Ma alla fine, era l'unica scelta. Ho chiuso la porta di casa a chiave e ho iniziato a singhiozzare mentre camminavo per la strada. La gente mi guardava strano, ma non potevo trattenere le lacrime. Ero così stressata, così spaventata. Ho iniziato a correre più veloce che mai, fino a raggiungere la casa di mia madre.Mentre singhiozzavo, ho scavalcato il piccolo cancelletto che conduceva al giardino della villa di mia madre. Mi sono avvicinata alle enormi finestre di vetro scorrevoli, cercando disperatamente di aprirle, ma nulla.
Decisi di fare il giro della casa per raggiungere la porta d'ingresso principale. Qui, ho suonato il campanello più volte, aspettando una risposta che non arrivava. Dopo alcuni minuti di attesa, senza alcun segno di vita, ho ripercorso la mia strada intorno alla casa, di nuovo vicino alle finestre di vetro.
Ho iniziato a battere con il pugno sul vetro, urlando con tutte le mie forze. Ogni colpo lasciava una macchia di respiro sul vetro, testimoniando la mia angoscia e la mia disperazione.
<<Ma perché succede proprio a
me????!!!!!!!>>Urlo accecata a dalla rabbia .————————
ciao ragazzi, spero che questo capitolo vi sia piaciuto anche se non c'è molto dialogo ma più dramma e adrenalina. Vi ricordo di lasciare una stellina per farmi sapere che vi è piaciuto questo capitolo e commentare un po' su quello che pensate. Secondo voi arianna ha fatto bene a perdonare Stefano ? Secondo voi dove sono finiti leone e Diego? Fatemelo sapere🩷🩷🩷🩷
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Dangerous sex||Follia del piacere.
Romanceᴀᴛᴛᴇɴᴢɪᴏɴᴇ⚠️⚠️ʟᴀ ꜱᴛᴏʀɪᴀ ᴄᴏᴍᴘʀᴇɴᴅᴇ ʀɪꜰᴇʀɪᴍᴇɴᴛɪ ꜱᴇꜱꜱᴜᴀʟɪ ᴇꜱᴘʟɪᴄɪᴛɪ ᴍᴏʟᴛᴏ ꜱᴘᴏʀᴄʜɪ ᴇ ᴜɴ ʟɪɴɢᴜᴀɢɢɪᴏ ꜰᴏʀᴛᴇ. ꜱᴇ ꜱɪᴇᴛᴇ ꜱᴇɴꜱɪʙɪʟɪ ꜱɪ ᴄᴏɴꜱɪɢʟɪᴀ ᴅɪ ᴇᴠɪᴛᴀʀᴇ ʟᴀ ʟᴇᴛᴛᴜʀᴀ ᴅɪ Qᴜᴇꜱᴛᴀ ꜱᴛᴏʀɪᴀ. Che il terrore, la perversione e l'adrenalina siano ...