Atto terzo: Il presagio

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Odessa sedeva in un angolo della cucina avvolta in uno scialle di lana. Di fronte a sé una ciotola di riso e spigola, ormai freddo. Aaron si tolse lo strofinaccio dalla spalla e si asciugò le mani, che conservavano il profumo piccante delle spezie e aspro del limone. Prese una sedia di paglia e si sedette a fianco della donna che lo notò e si strinse ancor più nelle vesti.

«Non mangiare non servirà a nulla.»

«Voi tutti sapevate...»

«Non ci è dato sapere», asserì scuotendo il capo.

Odessa lo studiò. Dicevano avesse preso dalla madre, arrivata con i turchi per mare e rimasta per amore. Sotto le rughe, disegnate dal vento e dal sole, Aaron conservava il fascino dell'antico popolo egiziano. Sguardo fermo e tratti severi, circondati da ruvidi ricci e una folta barba grigia, che un tempo doveva essere stata castana. Conosceva quell'espressione fiera. La servitù si divideva tra chi parlava troppo e chi non parlava affatto. Lo sapeva bene, devota com'era a un codice non scritto, ma che poteva leggere in quegli occhi neri che le stavano di fronte.

«Stasera, il vento che soffia dalla laguna puzza di pesce avariato», commentò Aaron corrucciato ed estrasse da una tasca delle carte. «Se vuole conoscere cosa le riservano, deve chiedere alle stelle, non agli uomini.»

Odessa spalancò gli occhi, non immaginava che anche lontano da casa fosse diffusa quell'usanza magica. Si portò le mani al petto e sfiorò la catena con la croce che ricadeva fra i suoi seni morbidi, ma conoscere il domani e poter dipanare il filo della propria matassa, era una tentazione enorme.

«Santa madre di Dio...» sussurrò, ma seguì le indicazioni del cuoco e allungò la mano a sfiorare il mazzo. Sfilò dalla gonna uno scudo d'argento e lo pose sul tavolo.

Aaron distribuì i trionfi a croce celtica e iniziò a scoprire le carte, a una a una. Al centro della croce ritrovò l'immagine dell'innamorato. La mano esitò nell'estrarre dal mazzo la carta che vi andava incrociata sopra. Appena ne intravide un angolo cercò di nasconderla. Ma Odessa lo bloccò e la volse lei stessa. Sul tavolo apparve la raffigurazione di una donna incappucciata con un falcetto tra le braccia incrociate. Odessa scattò in piedi. Aaron l'afferrò dalla nuca e se la strinse al petto per soffocarne le grida. Lo scialle cadde ai loro piedi.

Lorenzo Di MinicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora