4 - Throwback - A kiss, a curse

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I don't wanna be your friend,
I wanna kiss your lips.

- i wanna be your girlfriend, girl in red

𝐒 𝐇 𝐀 𝐍 𝐄

Tre anni prima...

L'ombra di un grande albero mi protegge dal sole cocente che questa mattina splende alto in cielo. Incastro una sigaretta fra le labbra e le mie orecchie si godono il silenzio circostante.
Nemmeno un rumore.

Tutti sono impegnati a giocare a beach volley. Io, invece, ho deciso di non partecipare questa volta e mi trovo qui, a riflettere su tutto e su niente in particolare.

Sono passati sette anni da quando misi piede per la prima volta in questo campo estivo e da allora sono cambiate un po' di cose. In questo posto conservo tanti ricordi importanti, come le medaglie vinte oppure il mio primo bacio con Sarah Hastings, circa quattro estati fa.

Rido mentre ci ripenso. Era il periodo in cui portavo l'apparecchio e mi erano sbucati anche i brufoli. Per cercare di eliminarli, rubavo la crema di mia sorella e svuotavo l'intero tubetto. L'ho baciata per uno stupido obbligo imposto da Brett, che era ovviamente a conoscenza della mia cotta per Sarah. E io, a mia volta, sapevo che il mio migliore amico era perdutamente innamorato della piccola Amy.

Mi sono sempre chiesto come sia possibile essere innamorati di qualcuno per così tanti anni. Brett è sempre stato uno dei ragazzi più popolari e ambiti a scuola – insieme a me, giusto per chiarire – e ogni ragazza che cercava di avvicinarsi a lui veniva puntualmente respinta con una scusa banale, come "Purtroppo non posso, devo allenarmi". Ho provato a organizzargli appuntamenti a quattro per mesi, ma senza successo. E ora, due minuti fa, lo vedevo scappare da Vanessa, che cercava di insegnargli a ballare la salsa, rifugiandosi in mensa, dove si svolgono le attività pomeridiane per i bambini. E dove c'è anche Amy.

In testa ha solo lei, l'amica che vede ogni estate da quando aveva dieci anni. Questa è la sua ultima occasione di provarci, perché l'anno prossimo non torneremo più qui e probabilmente perderemo i contatti. Giuro su Dio che, se non si confessa, lo farò io al posto suo.

La mia mente viene distratta da una ragazza che mi passa di fronte con aria scazzata, e la ciocca blu che spicca tra capelli castani è inconfondibile.

«Brutta giornata oggi, Kitty Cat?», le domando alzando la voce.

Lei si blocca e si volta verso di me. La saluto con un movimento della testa mentre una nube di fumo lascia la mia bocca. «Esattamente, per cui non rompere le palle, Shane», mi risponde secca.

Istintivamente, le allungo la sigaretta che sta per finire. «Vuoi fare un tiro?», le propongo.

Se c'è una cosa che ho imparato negli anni, è sicuramente come controllare le mie emozioni. E questo l'ho fatto grazie a Emily e Brett, che non mi hanno mai lasciato solo quando ne avevo bisogno. C'erano loro due quando ebbi il primo attacco di panico, quando stavo per picchiare un tizio in preda all'ira, e in molte altre occasioni. Ci sono momenti in cui è meglio stare soli, e altri in cui la solitudine diventa la gabbia stessa da cui non riesci a uscire. Io lo so bene.
Per questo le offro la mia compagnia.

Cat sembra esitare, ma alla fine si avvicina e si siede alla mia sinistra. Mi sfila la sigaretta consumata e la finisce in un solo tiro. Poggia la testa al tronco dell'albero e chiude gli occhi, come se fosse la prima volta che lo fa dopo tanto tempo.

Stendo le gambe e le incrocio all'altezza delle caviglie. «Ieri notte non hai dormito?»
Nega, senza mai smettere di guardare davanti a sé. Con la coda dell'occhio, osservo il suo profilo, dal naso dritto alle labbra rosate che aspirano il tabacco.
«Non ti va di parlarne vedo»

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