4 - Throwback - A kiss, a curse

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And I wish it didn't feel like this
'Cause I don't wanna miss this kiss

- This Kiss, Carly Rae Jepsen

𝐒 𝐇 𝐀 𝐍 𝐄

Tre anni prima...

L'ombra di un grande albero mi protegge dal sole cocente che stamattina splende alto in cielo. Incastro una sigaretta fra le labbra e le mie orecchie si godono il silenzio circostante.
Nemmeno un rumore.

Tutti quanti sono a giocare a beach volley. Io, invece, ho passato per questa volta e ora me ne sto qui, a pensare a tutto e a nulla in particolare.

In questo posto conservo tanti ricordi importanti, come le medaglie vinte oppure il mio primo bacio con Sarah Hastings, circa quattro estati fa. Rido mentre ci ripenso. Era il periodo in cui portavo l'apparecchio e mi erano sbucati anche i brufoli, e pur di farli sparire rubavo la crema di mia sorella e le svuotavo l'intero tubetto. L'ho baciata per uno stupido obbligo imposto da Brett, che era ovviamente a conoscenza della mia cotta per Sarah.

E, viceversa, io sapevo che il mio migliore amico era già cotto come una pera per la piccola Amy.
Mi sono sempre domandato come sia possibile essere innamorati di una persona per così tanti anni. Dio, a scuola è sempre stato uno dei più popolari e ambiti - insieme al sottoscritto, giusto per intenderlo - e ogni ragazza che ci provava con lui puntualmente veniva allontanata con una stupida scusa come "Purtroppo non posso, devo allenarmi" e simili.
Ho provato a combinargli appuntamenti a quattro a morire, ma nulla. E, due minuti fa, stava scappando da Vanessa, che gli voleva insegnare a ballare la salsa, e si è andato a rifugiare in mensa, dove a quest'ora tengono le attività pomeridiane dei bambini. E dove c'è anche Amy.

In testa ha solo lei, l'amica che vede ogni estate da quando ha dieci anni. Questa è la sua ultima possibilità di provarci dato che l'anno prossimo non torneremo qui e probabilmente perderemo i rapporti. Giuro su Dio che se non si confessa lui lo faccio io al posto suo.

La mia mente viene distratta da una ragazza che mi passa di fronte con aria scazzata, e la ciocca blu che spicca tra capelli castani è inconfondibile.

«Brutta giornata oggi, Kitty Cat?», le domando alzando la voce.

Lei si blocca e si volta verso di me. La saluto con un movimento della testa mentre una nube di fumo lascia la mia bocca. «Esattamente, per cui non rompere le palle, Shane», mi risponde.

In un gesto istintivo le allungo la sigaretta che è quasi finita. «Vuoi fare un tiro?», le propongo.

Se c'è una cosa che ho imparato a fare negli anni, beh, quella è proprio imparare a controllare le mie emozioni e questo solo grazie all'aiuto di Emily e Brett, che non si sono mai allontanati da me quando ne avevo bisogno. C'erano loro due quando ebbi il primo attacco di panico, quando stavo per picchiare un tizio in preda all'ira e in altre decine di occasioni. Ci sono dei momenti in cui è meglio stare in solitudine, altri in cui questa diventa invece la gabbia stessa in cui si rimane intrappolati. Io lo so bene.
Motivo per cui le sto offrendo la mia compagnia.

Cat sembra tentennare, ma alla fine cammina nella mia direzione e prende posto alla mia sinistra. Mi sfila la sigaretta consumata e la termina. Poggia la testa al tronco dell'albero e abbassa le palpebre, come se lo stesse facendo per la prima volta dopo tanto tempo.

Stendo le gambe e le incrocio all'altezza delle caviglie. «Ieri notte non hai dormito?»
Nega, senza mai smettere di guardare davanti a sé. Con la coda dell'occhio passo in rassegna il suo profilo, dal naso dritto alle labbra rosee da cui aspira il tabacco.
«Non ti va di parlarne vedo»

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