"Non lasciarmi!"

3 0 0
                                    

Però non era tutto risolto, c'era ancora un'altra cosa che avrei dovuto fare.
"Mi accompagneresti in centro?"

L'ufficio di Freen si trovava al settimo piano di un palazzone vetrato in Pukhet Town. Con la scusa di avere un appuntamento con la direttrice, e speravo non la chiamassero per confermare, la segretaria alla reception mi lasciò passare.
"Qual'é il suo nome?"
Mi chiese, nella lingua in cui ero solita parlare con Freen, per fortuna.
"Andrea". Se avesse saputo che volevo vederla, avrebbe detto di non farmi salire. Mi condussero all'ascensore.
Dunque avrebbe parlato ad Andrea!
Fuori alla porta del suo ufficio dalla vetrata opaca, un assistente mi annunciò lasciandomi passare. Sul suo viso però non c'era stupore.
"Sapevo che eri tu, Francesca".
All'interno del suo ufficio tutto era bianco. Al centro della stanza, la scrivania era l' unico schizzo di colore. Sulla destra era adagiato un divano in pelle e un grande televisore a Led. Mi fece segno di accomodarmi, non guardandomi mai negli occhi. Lo fece solo quando mi rivolse la parola, e mi gelai.
"Perché sei quì?"
"Volevo vederti"
"Abbiamo già parlato questa mattina"
"ma non mi hai lasciato concludere"
La discussione di prima era avvenuta in tutta fretta, era uscita di casa lasciandomi senza il diritto di controbattere.
Mi lasciò parlare.
"Puoi rimanere nella mia vita. Per favore?"
La mia domanda, venutami dal profondo del cuore, sembrava averla spiazzata. Passò qualche secondo perché parlasse.
"Non é possibile", ritornò ad avere la stessa espressione di sempre.
"Non mi vuoi più vedere?" Conclusi.
Chiusi gli occhi. E cercai di saldare la mente per non ascoltare la risposta che sarebbe stata ...
"Non voglio che te ne vai!"
Cosa? Io...non é la risposta che mi aspettavo.
"Non vuoi che me ne vada, però mi scacci via da te"
"non puoi metterti, almeno per un secondo, nei miei panni?"
"Sto cercando di farlo, ma tu non me lo permetti!"
"Ti odio" sussurrò sottovoce. Eh? "Ti odio, perché non posso averti. Ti odio perché non mi vuoi. Ti odio per quanto ti desideri. E odio pensarti tra le braccia della persona con cui condivido tutto" . Faye.
Piansi. Ciò che aveva detto faceva male. Una sprangata sulle gengive, ma potevo capirla. Trovai persino della dolcezza con cui espresse il suo pensiero.
"Freen", dissi, mentre poggiavo le mani sulla scrivania, sperando che me le stringesse. Non lo fece.
"Credevo di avere una possibilitá con la persona con cui mi ero finalmente aperta, che era riuscita a farmi esternare le mie emozioni. Non accadrá così facilmente una seconda volta"
"Mi dispiace!"
Quella foto ritratta nella sua camera... Freen era ritornata ad essere quella bambina e, se mai l'avessi conosciuta, le avrei consigliato: "piccola Freen, crescerai e fará male. Conoscerai la persona che ti fará battere il cuore, e poi te lo spezzerá. É la vita. Cadrai, probabilmente tante volte, o forse una, ma ti rialzerai e allora sarai più forte."
Con un gesto inaspettato, tirò via la sedia e corse ad abbracciarmi. Mi sciolsi un quell'abbraccio, in cui volevo essere.

Pensavo Fossi Tu, Invece Era Lei Where stories live. Discover now