7. Shooting Star - Mingyu

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"Do what you want, don't worry about it."
Kim Mingyu

*una settimana e mezza prima*

In casa stava regnando il caos più totale ed io ero uscito in balcone proprio per non sentire tutte le cose che quella bestia disumana di mio padre stava urlando. Mia madre si era permessa, per una volta, di cucinare qualcosa che non avesse pepe o piccante, dato che mia sorella si era sentita abbastanza male ultimamente proprio perchè mangiavamo troppo piccante. E allora lui aveva preso ciò come una scusa per iniziare ad aggredire entrambe, dando della debole a mia sorella e... lasciamo stare quello che urlò a mia madre.

In questa settimana era successo davvero di tutto; mio padre era perennemente ubriaco e mia madre subiva. Mi aveva anche detto che aveva trovato una ragazza con la quale mi avrebbe fatto sposare giusto per i suoi maledetti affari. Chissà come si sentiva a vendere il suo unico figlio maschio solo per concludere i suoi affari. Non sentiva nulla, lui aveva perso tutta la sua umanità, perchè nessun essere umano con un minimo di sentimento farebbe mai una cosa del genere. Ma mio padre, aveva perso la sua personalità molto tempo fa e non era più lui. Non avevo la minima idea di chi fosse quell'uomo, ma di sicuro non era più l'uomo che da piccolo mi portava sempre al parco. E mi faceva fatica ammettere quanto in realtà mio padre mi mancasse, è stata una figura importante per la mia vita, almeno dal giorno zero fino ai miei sedici anni. Cavolo. Erano già passati dieci anni dall'ultima volta che mi aveva abbracciato? Dieci anni... wow.
Quando mi laureai non fu nemmeno presente, c'erano solo mia sorella e mia madre sedute lì in prima fila. Ma l'uomo che mi aveva aiutato a raggiungere quel traguardo, non si era nemmeno fatto vivo. E per dieci anni ho dovuto prendermi cura io delle mie donne. Loro erano tutto quello che mi rimaneva di una famiglia ormai andata in miseri pezzi.

«Io e mamma ordiniamo qualcosa da mangiare dato che lui è andato via.» la flebile voce di mia sorella, dietro di me. Era andato via? Dovevo subito controllare mia madre e vedere se stesse bene. Mi voltai verso verso Minseo.
«Mamma?» lei sospirò e già da quel sospiro capì che qualcosa non andava.
«Mi ha detto di venirti ad avvisare che ordivanamo mentre che lei stava raccogliendo tutti i piatti rotti da terra.» uscì di fretta e furia dalla stanza e mi precipitai al piano di sotto, arrivando alla cucina dove trovai mia madre piangere mentre raccoglieva cocci di cercamica da terra. Il viso rosso dagli schiaffi di suo marito e del sangue che le usciva dall'angolo della bocca, segno che mio padre le aveva sbattuto la faccia contro la parete. Mi avvicinai a lei e mi poggiai con le ginocchia al pavimento, prendendole le mani e facendole posare quei pezzi rotti. Lei mi guardò e il mio cuore si frantumò esattamente come erano quei piatti per terra. Strinsi mia madre al petto e le poggiai una mano dietro la nuca, chiudendo gli occhi mentre lei si spezzava contro di me. I suoi singhiozzi erano dannatamente pesanti e c'erano momenti in cui dovette prendere fiato per perderlo nuovamente in quel pianto. Mia madre aveva subito per dieci anni colpe che non le appartenevano, e avrei fatto finire il mondo ogni qual volta che la ritrovavo in questo stato. Era sempre stata una brava donna che amava i suoi figli, la sua famiglia e quel catorcio di marito che sfortunatamente si era ritrovata a sposare.

Perchè le persone più buone devono sopportare l'inferno? Ero così stanco di dover assistere a tutto questo, ed ero stanco di subire anche io. Eravamo tutti stanchi di lui e dei suoi fottuti sbalzi d'umore e di tutto lo schifo che ci stava facendo passare. Aveva un problema e lo avevo capito, ma avevo provato così tante volte ad aiutarlo, avevo sempre cercato di andargli incontro cercando di capire dove e quale fosse il problema, ma lui non mi lasciava aiutarlo. Mi arresi con lui perchè vedevo che non aveva speranze e non voleva che qualcuno lo aiutasse, e allora lo lasciai semplicemente affogare nei suoi problemi.

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