ACCANTO A TE

6. Soffocare

*ehi Chri...tutto ok? hai bisogno di qualcosa?* rispondo senza capire il motivo della sua telefonata

*Sarah* la sua voce é flebile e rotta dal pianto *ti prego...ti prego prendi il primo treno per Roma, vieni qui* riesce a pronunciare tra un singhiozzo e l'altro

*Chri che succede? perchè devo venire a Roma? mi stai facendo preoccupare* sento già l'ansia salire

*abbiamo fatto un incidente Sarah...Joseph é messo malissimo*

il mio cuore perde un battito a quell'affermazione

*Christian che stai dicendo? come un incidente? lui mi ha detto che andavate a cena, una cosa tranquilla* sento l'aria che mi manca, a malapena le parole mi escono dalla bocca

*e lo era Sà, stavamo tornando verso casa e un pazzo ubriaco ci è venuto addosso, ci hanno portati in ospedale e mi hanno solo detto che è in condizioni critiche, non me lo fanno vedere, non mi dicono nulla, mo stanno medicando pure me*

lo sento piangere dall'altro capo del telefono, ed io lo seguo a ruota mentre butto vestiti a caso in una borsa pronta già per uscire di casa in direzione Milano centrale

*Chri sto arrivando, prendo il primo treno per Roma, ti prego tu aggiornami su tutto*

Riesco per pochissimo a prendere l'ultimo frecciarossa in direzione Roma; neanche a dirlo passo le 3 ore peggiori della mia vita incatenata a quel sedile contando di volta in volta quante stazioni mancassero prima di Roma Termini; quando finalmente raggiungo la capitale mi catapulto fuori dalle mura della stazione e fermo al volo un taxi
- devo andare all'ospedale San Camillo per favore - mi rivolgo al tassista prima di chiamare nuovamente Mida sperando in aggiornamenti

*Chri sono appena arrivata a Roma, ci sono novità?* chiedo ancora in preda al panico

*no Sarah, continuano a dirmi solo che la situazione è critica ma niente di più*

*Chri io sto arrivando qualsiasi cosa chiama ti prego*

attacco la chiamata scoppio in un pianto sotto lo sguardo preoccupato del tassista

- signorina va tutto bene? - chiede con dolcezza l'uomo al volante - mi scusi...é che sono in preda al panico, il mio fidanzato ha avuto un grave incidente e ora sta molto male, io ho preso il primo treno da Milano...sono sopraffatta da tutta questa situazione - butto fuori senza neanche prendere fiato - mi scusi la sto ammorbando con i miei problemi e lei vorrebbe solo fare il suo lavoro - sento lo sguardo dell'uomo su di me attraverso lo specchietto retrovisore - mi dispiace molto per il tuo fidanzato, spero vada tutto per il meglio, e comunque non ti preoccupare fa bene buttare fuori sfogati, non tenerti tutto dentro, che tutta la forza la dovrai usare per stargli vicino appena arriverai in ospedale -

con grande dolcezza l'uomo mi rivolge una serie di belle parole ed incoraggiamenti per tutta la durata del tragitto, riservandomi anche un caloroso "buona fortuna" non appena scendo dalla sua auto, mi dirigo in fretta e furia al reparto indicatomi da Mida poco prima via messaggio, e non appena attraversate le porte lo vedo nel corridoio su una sedia a rotelle ed una fasciatura al braccio, con un'espressione affranta in volto

 
- chri...cosa è successo? come sta? - lo abbraccio scoppiando a piangere, sento anche le sue lacrime cadermi sulla spalla - eravamo in macchina, un pazzo ubriaco ha invaso la nostra corsia, Joseph ha cercato di evitarlo ma ci ha presi comunque in pieno, io non mi sono fatto praticamente nulla, sono sempre stato cosciente, lui...- si blocca, sopraffatto dalle lacrime, attende qualche secondo prima di riprendere - era incastrato tra le lamiere, non erano neanche sicuri arrivasse vivo in ospedale, poi ci hanno caricato su due ambulanze e non l'ho più visto, non mi hanno detto niente, solo che la situazione è grave Sà, é tutta colpa mia, gli ho chiesto io di uscire, se non l'avessi fatto ora starebbe bene Sarah, starebbe...bene - il suo pianto si fa sempre più disperato - non hai nessuna colpa Chri, lo sai, Joseph ce la farà, lui è forte, ora parliamo con un medico e ci dirà la stessa cosa vedrai - cerco io di consolarlo, trovando in me una forza che non sapevo neanche di avere.