Capitolo 5

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Mi svegliai con la testa appoggiata sulle gambe di mio fratello mentre lui era appoggiato al finestrino.

Provai ad alzarmi ancora un po stordita,a parte me ed Aciel non c'era nessuno sulla macchina.

< Aciel,Aciel svegliati > cominciai a chiamarlo provando a muoverlo e dopo pochi secondi aprì gli occhi,se li strofinò e cominciò a guardarsi intorno.

< Vieni scendiamo > disse continuando a guardare fuori.

Ci trovammo davanti a un cancello altissimo tutto in ferro,era fatto come i cancelli in vecchio stile,al culmine di ogni sbarra di metallo c'è una freccia appuntita e al di la di esso si riesce a vedere solamente un sentiero di ghiaia con ai lati siepi e alberi molto curati. Avvicinandoci sempre di più al cancello lo vedemmo aprirsi per farci entrare.

Camminammo per alcuni minuti guardandoci intorno,fino a quando non vedemmo sempre più vicino un edificio grandissimo,assomigliava più ad un castello che ad un college.

La strada ci portò esattamente davanti a una fontana circolare,la ghiaia girava intorno ad essa per poi continuare portando in un piccolo boschetto.

Ci fermammo dalla fontana rivolgendo lo sguardo al grande portone in legno scuro,eravamo davanti all'entrata dell'edificio.

Il college era interamente costruito con pietre grigiastre. Ha quattro torri circolari altissime che spiccano centrali alla struttura e molteplici finestre della stessa ampiezza dove suppongo si trovino i dormitori.

< Dici di entrare? > dissi io intimorita da quella gigantesca architettura guardando mio fratello con la coda dell'occhio anche lui incantato.

Aciel annuì senza nemmeno rivolgermi lo sguardo.

Provammo a fare un passo ma venimmo interrotti dalle grandi porte che si aprirono improvvisamente,ne uscì Gabriele accompagnato da un secondo uomo,questo aveva capelli lunghi neri che scendevano lasciandogli scoperti i suoi duri lineamenti del viso,gli occhi severi che ora sono puntati su me e mio fratello sono piccoli pozzi di petrolio,aveva il naso sottile che scendeva con una linea perfetta e le labbra che ora stavano accennando un piccolo sorriso seguono un rigido lineamento sottile.

< Salve ragazzi,vi do il benvenuto nella mia scuola,sono Azazel,il preside > disse mantenendo il suo sguardo severo su di noi < Venite,gli studenti sono già nelle classi ma non preoccupatevi,per i primi mesi seguirete solo lezioni di ripasso > continuò girandosi e incamminandosi verso l'interno.

Appena entrati ci trovammo davanti a una serie di scale intrecciate che portavano ognuna in una stanza diversa,erano fatte da due tipi di marmi,marmo bianco e nero,anche il pavimento era a scacchi colorato con i due diversi marmi.

Azazel ci fece salire per una scala fino ad arrivare davanti ad una porta in legno,bussò ed entrò senza nemmeno ascoltare la risposta di chi c'era nella stanza.

< Buongiorno preside > disse un uomo seduto alla cattedra sorridendo.

l'uomo era vestito in bianco come Gabriele e anche i lineamenti erano molto simili ma i loro occhi e il loro sorriso era molto differente,gli occhi di Gabriele freddi come il ghiaccio mostravano un cenno di inquietudine che mi spingeva a stargli lontano e lo stesso faceva il suo irritante sorriso mentre chi mi era davanti in questo momento mostrava uno sguardo gentile e amorevole ed un sorriso dolce e caloroso.

< Buongiorno preside > dissero ora tutti gli studenti in coro alzandosi dalle sedie.

< Buongiorno. Sono qui per presentarvi la vostra nuova compagna,Hariel > disse Azazel mettendomi una mano sulla spalla facendomi sobbalzare.

In quel momento mi sentii le guance andare in fiamme e sorrisi appena.

< Hariel,lui è il tuo nuovo professore. bene,ora devo andare,non preoccuparti ragazzina,sono tutti piuttosto amichevoli qui > detto questo il preside se ne andò con mio fratello affiancato da Gabriele.

< Vieni cara,siediti dove vuoi > disse il mio nuovo professore.

Mi guardai intorno e poi vidi un banco libero vicino ad un ragazzo dai capelli d'orati e occhi azzurri,ma non era un colore qualsiasi,brillavano come cristallo azzurro.

Cominciai ad avviarmi verso di lui.

< Posso? > chiesi io trattenendo il respiro annegando in quel mare cristallino che ora è puntato su di me.

< Certo > disse lui mostrandomi un meraviglioso sorriso.

Sorrisi anch'io ricominciando a respirare e abbassando lo sguardo.

< Bene ragazzi ora che finalmente tutti siete arrivati nel nostro istituto che ne dite di spiegare qualcosa ad Hariel? > disse il professore sedendosi sulla cattedra davanti a noi.

Queste parole suscitarono il mio interesse,solo io e Aciel mancavamo in questa scuola?

< Beh ormai gli altri lo sanno,solo tu mancavi all'appello per la nostra classe di Angeli > disse lui con un sorriso.

< Classe di Angeli? la scuola suddivide in diverse categorie gli studenti? > risposi io incuriosita.

< Solo due categorie,Angeli e Demoni > cominciò a spiegarmi il mio compagno di banco sorridendo divertito.

< E...in base a cosa li suddividete? > chiesi al professore non capendo il sorriso del mio compagno

< Come in base a cosa? Hariel in questi giorni non ti è capitato qualcosa di strano? ad esempio un incidente? > insistette il professore.

Sentii gli occhi di tutti puntati su di me.

< Come fa a sapere del mio incidente? > avevo gli occhi sul professore che mi guardava non più sorridendo ma con occhi preoccupati.

< Vuoi dire che non ti sei chiesta come hai fatto a sopravvivere ad un incidente mortale? > sospirò e mi fissò dolcemente con i suoi occhi blu < Piccola Hariel,grazie a quell'incidente la vera parte di te è riuscita ad emergere,sei un Angelo,un vero Angelo,ed è grazie a questo dono che sei riuscita a sopravvivere > disse tutto con un sorriso non molto convinto.

Non riuscii a parlare,tutto quello che mi passava per la testa non avrebbe formato una frase di senso compiuto,quindi rimasi li a fissarlo con occhi sgranati senza muovere un muscolo.

< Ti prego non svenire > continuò lui sfoderando un meraviglioso sorriso e portandosi la mano dietro alla testa.

Lo continuai a guardare pietrificata e poi pensai alla figura nera in ospedale,doveva essere stato uno di loro,mi era venuto a controllare,doveva verificare se ero ancora viva,e lo stesso avrà fatto con mio fratello. Se ora non è qui con me..

< Mio fratello.. > non riuscii a dire nient'altro.

< Tuo fratello Aciel è un demone > rispose accennando un sorriso.

L'ombra dell'AngeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora