Capitolo 4

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Sono le 03:00 di mattina,non riesco a dormire.

Mi siedo sul letto sospirando e rivolgo il mio sguardo al balcone.

La finestra è aperta e le tende si muovono lievemente per il poco vento che c'è.

Sentendo quella leggera aria appoggio i piedi scalzi sul pavimento e mi avvicino al balcone cercando di fare meno rumore possibile,appoggio le mani sulla ringhiera bianca e chiudo gli occhi;l'aria è fresca, ed è rilassante sentirla scivolare tra i miei capelli. Finalmente riesco a rilassarmi davvero dopo l'incontro con Gabriele.

Il cielo non ha nemmeno una nuvola,e la luna piena stanotte da il meglio di se illuminando la città compresa me e la mia camera. Il silenzio regna e resto così per un paio di minuti,fino a quando sentii un fruscio in giardino,non mi allarmai,pensai subito che fosse stato il vento ma poi lo sentii una seconda volta,questa volta però più che un fruscio mi sembravano dei passi.

Cercai con gli occhi tra l'oscurità ma nulla,fino a quando non li vidi,due occhi,chiari e freddi quanto un iceberg che puntavano proprio su di me,mi fissavano nascosti dietro un melo nel giardino,io sobbalzai,feci un gridolino strozzato e facendo dei passi indietro,mi sentii cedere le gambe e così caddi a terra,le lacrime mi contornavano il viso e cominciai a emettere dei piccoli singhiozzi portandomi una mano sul cuore avendo ormai paura che mi rimanesse in mano da quanto batteva forte.

< Hariel cosa sta succedendo? > era mio fratello che bussava alla porta sussurrandomi con un cenno di preoccupazione.

Non riesco a rispondere,continuo a fissare la finestra e le tende che con l'aumentare del vento freddo si muovevano sempre di più.

< Hariel?! Ora entro! > disse alzando la voce e aprendo la porta velocemente.

Ero a terra terrorizzata,non riuscivo a muovere un muscolo e le lacrime continuavano a scendere ininterrottamente dai miei occhi bagnandomi il viso sbiancato.

< Che è successo?! > mi chiese con voce preoccupata appoggiandomi una mano sulla spalla < Sei freddissima..accidenti a te,perché tieni la finestra aperta con questo vento?! > Aciel si diresse verso la finestra per poi chiuderla,si avvicinò a me piegandosi sulle ginocchia < Hariel smettila di piangere e dimmi cos'è successo > insistette lui asciugandomi le lacrime che mi scendevano sulle guance < Allora? non mi vuoi parlare? > chiese spazientito.

< Ho visto qualcuno in giardino,mi stava fissando > dissi io con voce ancora tremante ripensando alla scena vista pochi minuti fa.

< Anche io ero alla finestra e non visto nessuno in giardino,te lo sarai immaginata,infondo sono le tre ammezzo di notte > disse lui alzandosi e dirigendosi verso la porta.

< Non me lo sono immaginata Aciel > dissi io con voce dura e offesa,ora secondo lui mi invento anche le cose.

< Sarà meglio che tu vada a dormire ora,è tardi > aprì la porta di camera mia < Ah,hai deciso se venire con me o no? > mi guardò con sguardo assonnato

< Si,verrò con te > dissi io accennando un sorriso e con questo chiuse la porta.

Chiusi le tende e mi misi sotto le coperte,dal pianto di prima mi bruciavano gli occhi e non ci misi molto per addormentarmi.

< Tesoro la colazione è pronta...Hariel stai ancora dormendo? > sentii bussare insistentemente alla porta < Forza Hariel,tuo fratello dopo colazione vuole chiamare la scuola,coraggio svegliati > la madrina cercava di svegliarmi continuando a bussare alla porta.

< Sono sveglia,arrivo tra cinque minuti > cercai di dire senza far capire di essere ancora nel letto coperta fino al naso a occhi chiusi.

Mi sedetti sul letto,sbadigliai e con gli occhi ancora non del tutto aperti mi guardai intorno.

Il mio sguardo cadde sul balcone completamente coperto dalle tende,le aprii e con loro anche le finestre,i raggi di sole illuminarono la mia camera prima quasi buia e uscii sporgendomi appena per vedere il melo dove la notte avevo visto quegli occhi fissi su di me. Non vidi nulla.

Raggiunsi gli atri in cucina,e presi un toast per poi avviarmi verso il bancone e cominciare a tagliare la crosta.

< Sai madrina ieri notte Hariel si è inventata un mostro in giardino > disse Aciel provocandomi.

< Non me lo sono inventata Aciel! > dissi io alzando la voce arrabbiata concentrata a tagliare il pane

< Oh Hariel sei un po grande per credere ancora ai mostri > disse la madrina facendo il gioco di Aciel.

< Ho detto che non me lo sono.. > in quel momento feci un grido di dolore facendo cadere il coltello e mi guardai l'indice della mano sinistra pieno di sangue.

< Tesoro ti sei tagliata? > la madrina si alzò dalla sedia preoccupata

< No,sto bene,vado in camera mia > dissi io infastidita prendendo due tovaglioli e comprendimi il dito notando che è un taglio profondo.

Entrai in camera e chiusi la porta,mi misi a sedere sul letto e guardai il dito,era solamente sporco di sangue ormai.

Cominciai a pulirlo fino a quando non fosse completamente senza sangue,del taglio non c'era l'ombra.

< Hariel preparati,a minuti dovrebbe venirci a prendere la macchina di Gabriele,ha detto che i vestiti li verrà a prendere lui in un secondo momento > disse Aciel andando a cambiarsi in camera sua.

Non ho proprio voglia di vedere quel suo irritante sorriso.

Appoggiai i tovaglioli ricoperti di sangue e iniziai a prepararmi.

Aprii l'armadio e cominciai a guardare,era il mio primo giorno di college.

in 10 minuti ero pronta e la macchina bianca con i contorni color oro era sotto a casa nostra,sembrava una limousine.

Alla fine ho optato per una minigonna blu e una camicetta bianca coperta da una felpa che riprendeva il rosa delle mie lunghe calze e dell'elastico che mi raggruppava una parte di capelli.

Mio fratello ha scelto una maglia bianca,jeans neri e la sua solita felpa nera.

Dopo vari saluti,raccomandazioni e baci la madrina ci lasciò salire in auto.

< Salve ragazzi > sentimmo una voce profonda e calma provenire dal sedile davanti,la macchina era già partita e noi ci guardammo intorno per capire verso dove ci stava portando.

< Ora si può sapere dove stiamo andando? > chiesi io cercando di mantenere la calma.

< Al college > rispose Gabriele mantenendo quel sorrisetto sulle labbra. Non ci riusciva proprio a non farmi innervosire.

< Ora che abbiamo chiarito le cose ovvie,gradirei una risposta sensata > dissi copiando il suo sorriso in modo sarcastico.

< Non potete sapere dove si trova > tutto d'un tratto si fece serio,anche Aciel che prima guardava fuori dal finestrino disinteressato mi rivolse uno sguardo per poi puntarlo verso Gabriele.

Io mi sentii strana,mi cominciò a girare la testa, mi fischiarono le orecchie e la mia vista si fece sfocata fino ad arrivare al buio completo.

L'ombra dell'AngeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora