Dopo dodici ore di viaggio, paranoie e litigate per il posto vicino al finestrino, arrivammo a Los Angeles.
Il campus era uno dei più grandi e prestigiosi negli Stati Uniti. Vi sono ampi prati, giardini con sculture e fontane, musei e una grande quantità di stili architettonici. È diviso in North Campus e South Campus, che si trovano tutti nella metà occidentale del territorio dell'università. Nel North Campus ci sono le sedi di facoltà di arte, discipline umanistiche, scienze sociali, legge ed economia ed è attraversato dal viale alberato di Dickinson Court. Il South Campus è la sede delle facoltà di Fisica, Biologia, Ingegneria, Psicologia, Matematica, Medicina. Io e mio fratello avevamo optato psicologia, fin da piccoli era come se ci leggessimo nel pensiero e diciamo che ogni qual volta avevamo un problema cercavo di aiutarci a risolverlo, capitava poi che terminassimo l'uno le frasi dell'altro o che riuscissimo a capire lo stato d'animo di una persona attraverso i gesti e le parole, così un giorno decidemmo che finito il college saremmo sbarcati.
Fui distratta dal suono del telefono di mio fratello.
-"E' la scuola" disse guardando il numero sullo schermo.
-"Rispondi" lo incitai ansiosa.
Che qualcosa fosse andato storto?
Non volevo tornare a casa.
-"Louis Tomlinson" disse in tono formale. Un cipiglio si formò sul suo volto e notai quanta forza stesse utilizzando per non perdere il controllo di se.
-"E dove dovremmo andare?" domando alquanto irritato.
-"Ma non potete!" esclamò rosso in viso stritolando il telefono fra le mani, ci mancava solo che lo rompesse.
-"Anche a lei!" disse infine chiudendo la chiamata.
-"Cos'è successo?" non persi tempo a chiedere spiegazioni.
-"Succede che vivremo in mezzo a una strada" sbottò frustato.
-"Cosa??" domandai confusa.
-"A quanto pare l'ala del campo dove dovevamo alloggiare ha avuto dei guasti nel sistema di ventilazione e quindi non è abitabile" sospirò.
-"Se vogliamo frequentare i corsi dovremo trovare una sistema a nostre spese, ma non ho la minima idea di dove andare" sbiascicò le parole.
-"Ma non possono!" sbraitai furiosa.
-"E' quello che ho detto anche io" chiuse gli occhi cercando di pensare. Feci lo stesso nel tentativo di trovare una soluzione e mi si accese per davvero una lampadina.
-"Aspetta!" dissi strattonandolo.
-"E chi si muove" scherzò stupidamente.
Presi il mio cellulare e composi il numero di Jade la quale rispose dopo un paio di squilli.
-"Ehi bellezza sei arrivata?" domandò subito.
-"Si e ho già bisogno di te" dissi gesticolando.
-"Dimmi" disse più seria.
-"Ricordi che mi avevi detto che in caso di emergenza potevo chiedere aiuto a un tuo cugino che va nel nostro stesso istituto?" domandai sperando mi dicesse che ricordavo bene.
-"SI.. ma è successo qualcosa?" domandò preoccupata.
-"Non abbiamo un posto in cui stare.. lui potrebbe darci una mano?" chiesi speranzosa.
-"Certo! Dimmi dove sei così lo chiamo e vi faccio venire a prendere, sicuramente vi aiuterà" rispose facendomi sospirare sollevata.
-"Grazie, non saprei come fare senza di te" sorrisi facendola ridacchiare.
-"Chiamami più tardi" mi raccomandò e dopo riattaccò la chiamata.
Mi girai trovando un Louis con le sopracciglia inarcate.
-"Quindi.."
-"Si prego piano con i complimenti eh" scherzai.
-"TU.SEI.IN.ASSOLUTO.LA.MIGLIORE." esclamò a gran voce attirando l'attenzione di vari passanti. Risi facendogli la linguaccia e dopo aver inviato l'indirizzo a Jade non ci restava che aspettare .
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RANDOM -N.H.
Short Story-"Non ti ho mai vista prima, sei nuova?" domandò scrutandomi da capo a piede. Annuii stringendomi i libri vicino al petto, mi stava mettendo in soggezione. -"Io sono Niall" disse sfoderando un sorrisetto irritante. -"Charlotte" risposi indifferente...