3. A casa di mamma

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Sarah

Esco dall'albergo e lo trovo lì davanti, i capelli leggermente scompigliati, una t-shirt nera abbinata ad un jeans chiaro e l'aria dannatamente sexy mentre fuma una sigaretta poggiato alla sua macchina, alza gli occhiali da sole sulla testa mentre mi avvicino

«Ciao bellissima» - mi dice come se questo fosse un saluto abituale mentre mi bacia lentamente entrambe le guance... non è passato neanche un minuto da quando sono con lui e già sento che sto andando a fuoco - e questi?» chiede indicando i fiori che ho in mano mentre ci mettiamo in macchina e partiamo

«Sono per tua madre, ero indecisa tra i fiori e un dolce ma poi mi sono resa conto di non sapere se qualcuno di voi avesse qualche intolleranza o altro e quindi ho evitato»

«Nun dovevi porta' nulla Sarè mamma è già felice che ci vieni»

«Mi faceva piacere farlo - dico mentre lo fisso e lui se ne accorge perché volta lo sguardo su di me e accenna un sorriso - comunque mentre decidevo se portare un dolce o meno a casa tua mi sono resa conto di una cosa» il mio tono è un po' più abbattuto di quanto vorrei

«Cosa?» chiede serio facendo passare gli occhi da me alla strada e viceversa

«Non so qual è il tuo dolce preferito. Tu sai qual è il mio ma io non so qual è il tuo» lui scoppia a ridere

«Non c'è nulla da ridere, sono seria. Se non so qual è il tuo dolce preferito allora vuol dire che non ti conosco» dico mortalmente seria. Lui sposta la sua mano dal cambio e raggiunge la mia che è poggiata sul sedile, me la stringe e lo fa con una naturalezza tale che sembra lo faccia da sempre, sembra che le nostre mani siano fatte per stare unite. Poi con tranquillità ma con una nota di allegria nella voce mi dice semplicemente

«E allora, Saretta, vorrà dire che da oggi inizieremo a conoscerci per davvero. - e me lo dice facendomi uno sguardo così intenso che mi si azzera la salivazione - Comunque, per la cronaca, il mio dolce preferito è il tiramisù.» dice riportando la mano nuovamente sul cambio per poi esclamare «Arrivati» ed all'improvviso l'ansia che fino ad ora ero riuscita a tenere a bada inizia a farsi sentire e lui se ne accorge perché mi chiede

«Che c'è Sarè?» il tono carico di apprensione

«È che sono un po' agitata»

«E per cosa?» chiede accarezzandomi il viso dolcemente

«Non lo so, ma pensavo... e se mi trovassero antipatica?»

«A parte che non stai qua per veni' a fa' 'n provino. Poi pensa che so io quello più cagacazzi della compagnia ed io antipatica nun te ce trovo proprio, pensa che il peggio già l'hai passato. E poi l'hai visto pure tu quello che dicono di te. – prende una pausa e poi aggiunge - ma in ogni caso se mai dovessi sentirti a disagio o te ne volessi andare basta che me lo dici e mi invento una scusa. Ti giuro che loro non lo sapranno mai, dico davvero» cerca di tranquillizzarmi lui

«Uno, Tu non sei cagacazzi, anzi. Due, magari gli stava simpatica quella che si vedeva in TV non la vera me» porto avanti le mie motivazioni

«Toh guarda il caso, ma la sai qual è la fortuna Sarè? È che la vera te è anche meglio di quella che si è vista in TV. - resto spiazzata da queste parole, continuiamo a guardarci negli occhi per qualche secondo ed io mi rendo conto che nei suoi potrei perdermici e affogare anche se del mare non hanno neanche il colore - comunque se vuoi possiamo scegliere una safe word, se la pronunci io so che vuoi andare via e trovo una scusa per scappare»

«Dici davvero?»

«Certo che dico davvero scema, vorrei che fossi serena. Mhmm... pensiamo ad una parola da usare per il nostro codice... Che ne dici di mammamì?»

Come le onde del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora